Ora Locale

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La  città  umana  e  sostenibile:
un obiettivo di civiltà

di Paolo degli Espinosa

 


I DUE LIVELLI MICRO E MACRO
L'economia dovrebbe essere uno strumento per conseguire le condizioni per vivere bene.
Occuparsi delle attuali condizioni di vita significa quindi verificare fino a che punto l'economia svolge la sua funzione e individuare le necessarie ragioni e direzioni di cambiamento.
In realtà, economia e vita quotidiana sono due "sistemi" diversi e non è possibile risalire direttamente dalla dimensione micro della vita quotidiana a quella macro della situazione economica e sociale, con le sue regole e conflitti e con la sua dimensione sempre più internazionale. Si può affermare comunque che il rapporto reciproco è irrisolto e che dalla dimensione macro non vengono soluzioni per la vita individuale, anzi ciascuno cerca di preservare la qualità della sua giornata, in un contesto che non è d'aiuto. E' probabile che la mancanza di formulazioni approfondite circa le pre-condizioni di una vita individuale di qualità sia uno degli ostacoli che impediscono di condizionare a favore di questa il livello economico e complessivo.
Con tutto ciò, il macro-livello non si presenta sbarrato rispetto alle esigenze di una vita di qualità.
Nei dati statistici troviamo, infatti, un dato di grande interesse, cioè la riduzione tendenziale delle quote di mercato e di occupazione dovuta alle produzioni materiali, riguardante oggetti fatti di acciaio o mattoni o materie plastiche o altro. Queste produzioni non si stanno azzerando, ma non sono nemmeno in espansione per il futuro, in quanto nelle nuove produzioni prevalgono gli aspetti tecnologici e informatici. Un discorso a parte, articolato in spinte e controspinte, va fatto per la mobilità e l'energia.
In ogni modo, entrano in gioco, per i consumi di materia e le occupazioni di spazio, una serie di problemi riguardanti i limiti fisici e gli effetti di congestione, oltre che una certa saturazione dei bisogni. Per il settore specifico della mobilità, è evidente che non si possono rilanciaree le autostrade o aumentare le automobili, visto che la media è vicina ad un'auto per ogni adulto e che il grosso dei movimenti avviene negli ambiti urbani. D'altra parte, per ora, non si intendono investire le risorse necessarie per soluzioni innovative, non solo tecnologiche, ma anche sistemiche-sociali-territoriali.
Emerge in ogni modo un elemento di certezza, per cui il futuro del livello macro, sia economico che occupazionale, sta soprattutto nei servizi, che corrispondono a una grande varietà di esigenze, dai viaggi, ai trattenimenti, alle comunicazioni, a tutto ciò che occorre per riempire l'aumento tendenziale del tempo lasciato libero dal lavoro.
LA NECESSITA' DI UNA NUOVA CONNESSIONE TRA I DUE LIVELLI, MICRO E MACRO
Oggi i due livelli non hanno uno scambio efficace. Il livello macro guidato dalla razionalità tecnologica-strumentale è dominante rispetto al livello micro, quello della soggettività, per cui il soggetto deve adattarsi come può.
In effetti tutti gli sforzi vengono rivolti all'aumento degli indicatori propri del settore macro-economico, senza riguardo alle esigenze del livello micro, che di conseguenza viene sempre più cellulizzato, rendendo difficile la vita quotidiana, senza disporre nemmeno di indicatori che misurino queste difficoltà.
Ai fini di una soluzione più che un rovesciamento, occorre una presa in considerazione di ambedue i livelli, micro e macro, da cui dipende la nostra vita. Occorre, inoltre, creare segnali reciproci e scambi. Viene così in evidenza il problema irrisolto della "libertà vera" del tempo di non lavoro e si aprono schematicamente, due diverse scelte possibili riguardo al tipo di sviluppo.
- aumentare gli oggetti e i servizi per il consumo individuale, supponendo che il benessere di ciascuno dipenda in sostanza dalla sua diretta capacità di consumo;
- aumentare la capacità degli individui di vivere socialmente, producendo le pre-condizioni per un modo di vivere che offra uno spazio equilibrato a tutte e due le parti del binomio individuo-società mettendole in connessione.
La prima scelta, corrisponde all'economia che conosciamo, ma va osservato che una società industrializzata, che non si interessa del rapporto tra individuo e socialità, può portare a individui separati tra loro, anche se dotati di strumenti di movimento e di comunicazione. Può portare, quindi, a forme di infelicità, di cui qualche elemento è già in atto, con conseguenze di paura, perdita di identità, rapporto sospettoso e competitivo con gli altri, insicurezza sia reale che psicologica sul territorio, prevalenza di criteri commerciali-contrattuali anche in settori inadatti.
Nell'ambito di questa scelta, chi guadagna meno, come i lavoratori salariati, si trova in condizioni sfavorevoli anche negli spazi di vita privata e nella disponibilità di tempo.
La seconda scelta, che qui si vuole privilegiare, richiede di dare forma sociale e civile alla modernità e, in particolare alla tendenza di diminuzione della quota materiale necessaria allo sviluppo e alla società dei servizi.
Una de-materializzazione qualificata in senso sociale ambientale, insieme con la misura del "tempo realmente libero", può dare luogo ad una prima coppia di indicatori di interesse da una parte e dall'altra.
Su queste basi è possibile cercare una via concreta, non solo etica, che sia capace di produrre vero benessere, e nello stesso tempo di entrare in rapporto sia con la natura, sia con i paesi poco industrializzati.
In definitiva il grado di civiltà della società industrializzata dipenderà molto dalle culture che prevarranno ed anche, concretamente, dalle relazioni sociali e dalle loro precondizioni, per cui se allo sviluppo tecnologico produttivo non si accompagneranno interventi a favore della soggettività e socialità, da verificare a mezzo di adatti indicatori, si finirà per perdere dal lato delle relazioni ciò che si sta guadagnando sul lato della tecnologia.
Reciprocamente, una nuova fioritura di civiltà potrebbe dipendere dal riequilibrio tra il settore della razionalità strumentale e quello della soggettività. La soggettività, al di fuori del lavoro, si realizza e vive sul territorio ed è condizione per la formazione di un compiuto "individuo sociale". Emerge quindi l'importanza delle pre-condizioni della vita di qualità, con particolare riguardo all'abitazione di ciascuno e all'area di prossimità, nell'ambito di contesti che nella maggioranza dei casi, hanno caratterre urbano.
SUPERAMENTO DELLA INGENUITA' PROGETTUALE
Volendo costruire, su queste basi, un progetto sociale-territoriale, occorre superare ogni ingenuità rispetto alle sue condizioni di operatività, il che significa comprenderne e valutarne le difficoltà non solo dal punto di vista degli interessi e operatori economici, ma ancche sul piano culturale-comunicativo, nei confronti degli stessi cittadini.
E' in atto infatti una riduzione dell'individuo all'individuo, per cui ciascuno tende a pensare la sua vita in termini di "io" e non in termini di "un io che fa parte di un noi". Si assottigliano quindi le attese che gli individui hanno dalla socialità nelle sue varie forme. La conseguenza è che non si è in grado di interpretare e vivere socialmente una serie di disagi che, pur ripetendosi sistematicamente nella vita di moltissimi individui ed assumendo quindi carattere epidemico, non vengono considerati e trattati come problemi comuni.
In queste condizioni, diventano vitali gli spazi di comunicazione ravvicinata, basata su informazioni sia generali che specifiche. Si pone infatti la necessità di una "coltivazione della domanda", rivedendo e potenziando la democrazia sul territorio e affrontando anche la questione degli interessi economici da attivare.
Un livello adeguato di democrazia, infatti, deve certo accettare e includere la libertà di espressione e di scelta - quali vengono offerte ad esempio dal telecomando o dal supermercato- ma deve anche andare oltre fino a costruire condizioni efficaci di partecipazione a progetti discussi in Comune e alla creazione di alleanze tra diversi soggetti sul territorio.
SOCIALITA' E SOSTENIBILITA'
La socialità nella vita sul territorio, infatti, nella situazione attuale di sviluppo, è una possibilità reale, ma occorre occuparsi seriamente delle sue pre-condizioni, che riguardano, in buona parte, la qualità urbana. Si possono richiamare, ad esempio, le indicazioni di Lewis Munford circa la vera funzione della città: "trasformare il potere in forma, l'energia in cultura, la materia morta in simboli viventi d'arte, la riproduzione biologica in creatività sociale". Con qualità urbana, non si intende quindi qualcosa di statico, ma un contesto con cui si entra in rapporto di scambio vitale. Si intende quindi la partecipazione al significato di ciò che ci circonda, tra cui al rapporto tra la produzione umana e gli equilibri naturali. Si intende l'equilibrio tra la città, la campagna, la natura, si intende ancora l'attivazione degli scambi tra i soggetti e i contesti.
Il progetto, in particolare, deve ricondurre non solo l'impiego dell'auto, ma tutta la mobilità, alla sua funzione strumentale. Il bisogno di mobilità infatti, sarà tanto più ridotto a lasciare tanto più tempo libero, quanto più gli addensamenti urbani di qualità avranno a portata di mano tutti i servizi, in particolare di informazione, di cui hanno bisogno, permettendo tra l'altro la mobilità sicura dei giovani in età scolare.
Rispetto all'ambiente e al carattere sostenibile dello sviluppo, il progetto orientato alla qualità umana potrà conseguirla, in buona parte , integrando e valorizzando il doppio significato, umano e ambientale, delle nuove soluzioni territoriali. Ciò vale per la mobilità, ma anche per il rapporto con il verde, i parchi, i giardini, con la vita e il valore paesaggistico dei fiumi e dei laghi, con la riduzione dei consumi di materia-energia che producono danno ambientale e nello stesso tempo ingombrano il territorio, con l'impiego delle fonti rinnovabili.
L'idea insomma è di guadagnare tempo, spazio, qualità ambientale.
Per realizzare un tale progetto, comunque, occorre occuparsi degli aspetti non solo culturali-sociali-ambientali, ma anche istituzionali, democratici, comunicativi, partecipativi, imprenditoriali, contrattuali e finanziari.
Ai fini di efficaci processi realizzativi due livelli "critici", non ancora risolti, sono, in particolare, gli aspetti di comunicazione e di copertura della spesa.
Se vogliamo superare il carattere "ingenuo" del progetto per renderlo operativo, occorre anche analizzare a fondo i costi, la loro ripartizione, i diversi tipi di soggetti e operatori che possono partecipare al finanziamento, definendo e articolando il rapporto implicato tra Stato, mercato, fiscalità e autonomia locale. In tal modo sarà possibile immaginare un nuovo tipo di azione economica, concertata pubblica-civile-privata, finalizzata a vantaggi di "sistema" in situazioni specifiche, in grado di produrre e verificare risultati di qualità sociale e ambientale sul territorio.
CIVILTA' EUROPEA: LA PRODUZIONE DI SISTEMI PER VIVERE
In tutti i paesi industrializzati c'è una distanza tra economia-tecnologia, da una parte, soggettività-socialità dall'altra. Si pone quindi un problema di cambiamento tra la sfera economica e quella della vita quotidiana. In termini economici, ciò significa distinguere tra una parte guidata dalla competizione commerciale tecnologica ed una più attenta allo specifico locale e ai servizi alla persona. In qualche modo, sarà necessario un flusso di risorse dalla prima alla seconda.
L'Europa è più attrezzata di altre regioni industrializzate per porsi questo problema, in ragione sia della sua forte tradizione di stato sociale, sia per un altro motivo, riguardante il ruolo che nella connessione tra i due settori possono svolgere le condizioni insediative, cioè i contesti urbani di qualità, che costituiscono un patrimonio specifico della regione europea.
Va anche sottolineato che la creazione di qualità urbana ha a sua volta riflessi positivi sull'economia generale, in termini di turismo, insediamenti di economia dei servizi e altro, tanto che è aperta a livello mondiale una competizione tra i sistemi urbani di qualità.
Le città di dimensione intermedia, europee e in particolare italiane, con i loro centri storici e i valori artistici e monumentali, si trovano in condizioni favorevoli per vedere la città come un "servizio comune" alle persone ed anche per le possibilità economiche indicate.
E' dunque necessario un progetto che valorizzi questa potenzialità, che abbia carattere integrato-specifico-locale, si colleghi con il federalismo a base sociale-solidale e sia "completo" nei suoi vari aspetti, non solo culturali-progettuali, ma anche contrattuali e finanziari.
Sul piano sociale, una volta preso in considerazione e superato l'ostacolo comunicativo, diventerebbe possibile creare le condizioni per la scoperta e la aggregazione di un "noi" territoriale, basato su interessi e informazioni comuni, riguardanti la maggioranza della cittadinanza, e in particolare figure deboli come anziani e bambini, l'ambientalismo, i lavoratori che abitano spesso quartieri di scarso valore urbano e privi di servizi, i pensionati.
I problemi più difficili, più volte indicati riguardano la comunicazione e la copertura della spesa.
Entro certi limiti, può valere l'esperienza del passato, quando si faceva fronte ad esigenze comuni creando una domanda politica di scuole ed ospedali. Permangono tuttora problemi di servizi sociali insufficienti, asili nidi, attrezzature sportive ecc, oltre che quelli relativi ai trasporti comuni e molti altri, ma l'impostazione resta settoriale e non parte dall'analisi specifica di ciascuna comunità di abitanti del territorio.
Altra è quindi l'efficacia potenziale di un progetto integrato locale, che consideri insieme tutte le esigenze, ponendosi il problema dei bisogni degli abitanti, a livello di città e di quartiere. Su questa strada è possibile attivare un processo di riqualificazione delle imprese (edilizia, servizi, trasporti, energia, rifiuti, ecc.) mettendole in grado di progettare e realizzare interventi integrati.
In questo quadro, diventa più fruttuoso, in quanto adeguato al contesto, anche l'utilizzo delle tecnologie, sia informatiche che energetiche o relative ai trasporti.
Una caratteristica di interesse insieme territoriale ed europeo del progetto sta nel basarsi sulla concertazione tra l'istituzione pubblica, componente di società civile e componente privata (riferimenti istituzionali possono trovarsi, ad esempio, nell'Agenda 21).
In definitiva, il progetto, per essere operativo, deve essere attivo da ambedue le parti, quella dei cittadini, interessati agli spazi per la soggettività, e quella economica-tecnologica, che può vedere nel progetto integrato urbano l'opportunità di fornire un servizio avanzato, con carattere sistemico-sociale-ambientale, realizzando un collegamento tra l'economia dei servizi e la vita di qualità.

 



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Walter Belmonte