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Cosenza Telematica

"Cosenza e i suoi casali", la democrazia elettronica e la confederazione brezia

di Franco Piperno*


Il cablaggio della città di Cosenza è una questione che ha avuto più di una stagione per crescere. Già nelle elezioni amministrative del '93, all'inizio della prima sindacatura dell'on.le Mancini, questa questione, del tutto impopolare, aveva fatto capolino, per tempo, nel dibattito elettorale.
Da allora almeno cento città hanno intrapreso un programma di deposizione dei cavi ottici.
Cosenza ha di nuovo un assessorato al cablaggio, purtroppo, non è facile colmare, nel settore delle nuove tecnologie della comunicazione, i quattro anni perduti.
Se non è possibile recuperare il tempo perduto v'è un solo modo per limitare i danni; ed è quello di disegnare una rete telematica che contenga fin dall'inizio il suo futuro sviluppo.Questo è stato il criterio che ha guidato l'Assessorato nella stesura del progetto, pertanto, si offre, alle critiche ed ai suggerimenti e una volta realizzato, alla prova decisiva dei fatti.
In queste note introduttive ci limitiamo a riassumere, a beneficio del lettore, quali sono le principali funzioni che la rete telematica in fibre ottiche può agevolmente assolvere.
Esse sono:
a) culturale. La rete infatti richiede una alfabetizzazione informatica di massa e concorre a diffondere la conoscenza tecnico-scientifica oltrechè alla riappropriazione della tradizione artistica e letteraria locale ;
b) urbanistica. La rete si rivela decisiva per valorizzare il patrimonio immobiliare, specie quello periferico; ed innalza, alleggerendo il traffico e assicurando un controllo capillare dell'inquinamento, il grado di vivibilità ed efficienza del sistema urbano;
c) economica. La rete veicola le iniziative dell'imprenditoria esistente e concorre a crearne delle nuove basate sui beni immateriali di avanzato contenuto tecnologico; essa, si rivela fondamentale per offrire ai giovani, ed ai disoccupati in genere, occasioni di lavoro ad alto contenuto di intelligenza e conoscenza;
d) politica. La rete favorisce, come altri mai, la comunicazione diretta tra istituzioni e cittadini e crea la premessa dell'autogoverno basato sulla democrazia elettronica.
E' proprio quest'ultima funzione che sembra essere quella più significativa per difendere e recuperare il territorio urbano di Cosenza. Dando ai cittadini, ad un tempo, la possibilità di collegarsi tra loro nonché con qualsiasi altra parte dell'Italia e del mondo, si crea, nel rispetto della memoria storica del luogo, la condizione perché l'antico ed il nuovo possano convivere cooperando. Può ben dirsi che la realizzazione di una rete telematica, in grado di innervare l'area urbana, si colloca all'interno della tradizione federale della gente brezia, tradizione che risale all'epoca preromana e che è sopravvissuta, con vari adattamenti, fino all'unità d'Italia; per deperire rapidamente solo negli ultimi cent'anni.
Negli antichi Statuti di Cosenza si legge, immancabilmente, sui frontespizi che i regolamenti relativi all'ordinamento di governo riguardano la " Città di Cosenza et soi Casali" .
Forse, grazie alla telematica, potremo recuperare quella complessa interdipendenza tra i vari centri urbani che per oltre duemila anni ha reso prospero, civile ed economicamente autonomo il territorio urbano dell'alta valle del Crati.
1. L'habitat iperesteso
Il progetto di cablatura della città, o ancor di più dell'area urbana, è un'occasione per suscitare la riflessione collettiva su questo nuovo modo di produzione che va sotto il nome di " new economy" o " e-economy" . E' sempre accaduto che le innovazioni tecnologiche, non si limitino a sconvolgere antiche abitudini talmente interiorizzate da apparire comportamenti istintuali - esse scavano più a fondo, arrivano fino alle parole-chiavi con le quali ci rappresentano il mondo; e provocano mutamenti nel senso comune, negli strumenti cognitivi che sono il patrimonio simbolico comune; suscitando nuove acquisizioni epistemiche, nuovi paradigmi concettuali; insomma convergono verso un nuovo immaginario collettivo.Dal punto di vista politico, per il buon governo della città, è assolutamente necessario che questi mutamenti non avvengano in forma sotterranea, tramite l'economia o ancor peggio per via burocratico-amministrativa; al contrario, essi devono essere scelte formate attraverso il pubblico dibattito - tali da contribuire, in un circolo virtuoso, a rafforzare la comune capacità di scegliere, cioè, in buona sostanza, la democrazia municipale.
Il Comune di Cosenza considera quindi come precondizione necessaria, per approvare e realizzare un progetto di cablatura della città, che il progetto stesso, nelle sue linee qualitative, sia sottoposto alla discussione collettiva nei luoghi della vita pubblica comunale che sono le libere associazioni dei cittadini, le circoscrizioni ed il Consiglio Comunale.
Del resto, il primo ostacolo su cui inciampa l'autorità politica, nel realizzare " l'accesso all'agire in rete"per tutti i cittadini, è di natura culturale.
I cosentini prigionieri del " buon senso" ritengono che la telematica sia una disciplina accademica o, al più, un servizio costoso, se non inutile. Essa è invece una nuova libertà accessibile su scala di massa, una libertà positiva inedita offerta a tutti, una facoltà dell'individuo sociale.
La telematica, intesa come l'interazione attraverso la rete, è l'esperienza, comunemente esperibile, dell'" agire a distanza "l'antico sogno libertario di quella umanità che, durante secoli e secoli, ha trascorso la propria vita nella fatica fisica e mentale.
La telematica, interferenza positiva tra i saperi sui linguaggi formali e sui fenomeni elettromagnetici, rendendo possibile l'azione a distanza, getta uno sguardo nuovo sulla organizzazione del lavoro umano; ed offre una possibilità di riorganizzarlo secondo definizioni e regole più semplici e coerenti. Questo processo di trasformazione della " società industriale "in " società dell'informazione "è in corso da tempo, in forme sotterranee; ed ha già provocato la rovina di poteri ritenuti intoccabili.
Si pensi a ciò che sta accadendo nel settore finanziario. L'informazione ha assunto un ruolo del tutto analogo, quando non sostitutivo, della moneta. Entrambe presuppongono e favoriscono lo scambio, entrambe possono costituire l'unità di misura della ricchezza sociale. Ma, per la cooperazione sociale, l'informazione ha una qualità che manca alla moneta. In effetti, quest'ultima appare come oggetto fisico magari cartaceo ma sempre materiale - sicchè non può essere condivisa senza frazionarne irrimediabilmente il valore. L'informazione, invece, è per sua natura linguistica, simbolica, immateriale; o, se si vuole, virtuale. Essa può essere spartita con un numero illimitato di proprietari senza che in alcun modo ne sia degradato il valore. Non desta certo meraviglia che attorno all'informazione, alla produzione e circolazione dell'informazione, si vadano disegnando in Occidente nuovi assetti di potere che sconvolgono i vecchi equilibri, mettono in crisi partiti, sindacati nonché le stesse istituzioni rappresentative.Nella " società della informazione "il potere, inteso non come comando ma come capacità d'agire, è in mano a chi possiede l'informazione. Solo chi sa può, ma tutti possono sapere. In questo scenario il Comune ha il compito di gestire politicamente la trasformazione in corso, il ruolo di " levatrice "che guida la nascita della " città virtuale "dal seno della " città fisica". Questo significa, rompere ogni monopolio dell'informazione, ivi compreso quello della burocrazia comunale, disponendo che " la pubblicità degli atti "comporti l'obbligo della messa in rete e che i documenti scambiati in rete abbiano pieno valore giuridico; in secondo luogo assicurare ai cittadini un accesso equo alla comunicazione in rete; in terzo luogo, impedire che si creino nuove emarginazioni sociali tra coloro che, per svariati motivi, non sono in grado d'accedere alla rete.Un quarto compito è, poi, quello di scegliere tra le varie modalità di realizzazione della cablatura, quella tecnicamente perfetta. A questo livello, per scegliere bisogna conoscere. Si noti che la realizzazione della cablatura di una città costituisce, economicamente, una domanda pubblica di tale rilievo che può orientare il mercato attirando le grandi imprese della telematica e favorendo lo spostamento della imprenditoria locale verso settori ad alta tecnologia.La qualità della domanda pubblica si rivela quindi uno strumento per governare il territorio; essa stimola la capacità innovativa e costringe le imprese locali a rispondere alla domanda di socializzazione della città e non già, come troppo spesso è accaduto, la città a adeguarsi all'offerta delle imprese.Val la pena, infine, osservare che una qualità eccellente della domanda pubblica nel settore ad alta tecnologia si rivela assai efficace per affrontare autonomamente, nell'area urbana di Cosenza, la questione della disoccupazione giovanile.
Il nostro territorio, a fronte di un costo relativamente elevato del lavoro manuale, presenta una massiccia quantità di forza-lavoro giovanile qualificata o altamente qualificata, esclusa dall'attività lavorativa.
Questa condizione disagiata può rovesciarsi in un " vantaggio locale "per le imprese ad alta tecnologia che, impiegando il lavoro come capitale cognitivo, domandano prestazioni ad elevato contenuto cognitivo; esse infatti troverebbero un incentivo nel costo relativamente basso e quindi competitivo del " lavoro intelligente "nell'area urbana cosentina.
2. Cablare la città per comunicare con il mondo
Il porto è stato, nella tradizione urbana occidentale, il luogo dello scambio di merci e di informazioni; ed insieme l'occasione di socializzazione e di ibridazione di razze, ceti sociali,culture le più diverse.
I paesi interni e senza porti hanno avuto maggiori difficoltà ad entrare nella rete della comunicazione e dello scambio, e sono stati costretti a costruire strade e ponti per collegarsi con i flussi dell'informazione e delle merci.
La città telematica è il " porto"della nostra epoca che dà la possibilità di inserire qualsiasi comunità (montana, collinare o marittima che sia) nelle nuove rotte telematiche,lungo le quali si incanala in misura crescente la distribuzione di beni e servizi tanto materiali quanto immateriali.
La città telematica è la metafora contemporanea del porto - e la nuova economia, la e-economy è sostanzialmente la riorganizzazione del processo di produzione e di distribuzione di beni e servizi.
Dotare i comuni dell'area urbana di Cosenza di altrettanti porti telematici significa rigenerare tutte le attività economiche, i servizi, la formazione professionale, i trasporti, ecc.
Utilizzando lametafora del Porto, possiamo definire un porto telematico come un insieme di banchine o,meglio,piazze telematiche. Esse, a loro volta, sono delle strutture fisiche messe a disposizione dei cittadini al fine di garantire l'uso di servizi telematici veloci e di grande capienza, inseriti in un ambiente pubblico aperto, progettato per favorire occasioni di incontro e di scambio nonché la crescita culturale e la socializzazione .
La piazza telematica si articola qui secondo un criterio tecnologico urbanistico in :
a) telecentri a fruibilità collettiva, con funzioni di alfabetizzazione telematica, accesso a banche dati, utilizzo di teleservizi a valore aggiunto, supporto ad attività di telelavoro, di commercio elettronico, di produzione multimediale;
b) incubatori di nuove opportunità d'impresa e di domanda di lavoro (job creation);
c) strutture ad accesso pubblico, sempre aperte, rivolte alla generalità dei cittadini che possono noleggiare - per un giorno , un mese, un anno e forse più - postazioni telematiche dotate di servizi di connettività avanzata (linee ISDN, ATM), per lavorare e telelavorare, scambiarsi dati, testi, immagini, suoni, condividere e sviluppare progetti, riunirsi virtualmente in video conferenze. La struttura viene continuamente aggiornata, dotata diun'efficace assistenza tecnica e formativa per l'utenza, convenzionata con imprese, scuole, associazioni professionali ecc.
d) edifici intelligenti - ottenuti dal recupero di opere preesistenti degradate o sottoutilizzate - inserite sia nei centri storici sia nel tessuto spettrale della periferia urbana. Questi edifici funzionano come punti d'accumulazione di un processo di riqualificazione urbana di aree infrastrutturali dismesse;
e) luoghi che costituiscono nuove " polarità urbane"a forte potenziale di attrazione di flussi di mobilità quotidiana, recuperando il valore semantico della piazza, per lo sviluppo di relazioni sociali e professionali, suscettibilidi modificare la tipologia e la qualità degli insediamenti e dei servizi gravitanti sulla nuova polarità ed integrati con essa.
Per la realizzazione di una rete di " Porti telematici" , aperta ai cittadini ed ai turisti in transito, va ipotizzato un fabbisogno di capitali per l'avvio della infrastruttura, mentre la completa " implementazione"della stessa dovrebbe essere assicuratatramite i ritorni economici assicurati dalla fornitura dei servizitelematici erogati a pagamento - al costo o al valore.
Le istituzioni locali - Comuni e Provincia -devono farsi carico di definire:
1) i criteri per la scelta degli edifici o aree da recuperare a nuove funzioni di sviluppo sul territorio;
2) le caratteristiche della rete per il collegamento tra loro dei Porti e delle Piazze telematiche;
3) gli standards tecnologici, la tipologia dei servizi telematici da erogare nelle singole piazze telematiche, in funzione delle esigenze locali;
4) i criteri di gestione delle Piazze ( patti territoriali, destinazioni d'uso a livello urbanistico e concessioni, società miste pubblico-private , ecc. );
5) le linee guida per l'accesso aifinanziamenti, pubblici e privati necessari alla realizzazione delle varie parti delle infrastrutture (recupero e riqualificazione immobili, collegamento tra Piazze telematiche, sviluppo di nuove applicazioni e servizi multimediali e telematici a sostegno dell'economia locale).
3. Descrizione del progetto
L'idea del progetto nasce dalla consapevolezza che sia necessarioriformulare un assetto del territorio mediante azioni integrate di riequilibrio urbanistico, in modo che si allenti la pressione sulla zona a maggiore inurbazione - che manifestano fenomeni di progressiva difficoltà di assorbimento - e nel contempo promuova la qualità degli insediamenti minori, ai quali vanno offerte maggiori occasioni di socializzazione, una diffusione delle tecnologie in grado di rendere indifferenti le distanze e la frammentazione degli insediamenti.
Nella zona con popolazione rarefatta è in atto un fenomeno crescente di invecchiamento che, nelle situazioni più esasperate, produce effetti di abbandono dei centri storici insediativi che si riverberanosul territorio nel suo complesso .
Tale fenomeno presenta un duplice negativo aspetto :

  • il territorio perde la sua vitalità;
  • inizia un degrado anche per effetto della mancanza di manutenzione agli elementi insediativi, a quelli vegetazionali e alla struttura ambientale nel suo complesso.
  • Per diminuire la fragilità insediativa,il progetto delle piazze telematiche punta alla tutela della sostenibilità ambientale attraverso un'offerta di servizi e di strutture telematiche che collegano in rete gli insediamenti in degrado,non solo con il resto della città, ma anche con l'intera penisola e con il mondo.
    4. Obiettivi perseguiti
    La fase storica in cui ci capita di vivere è caratterizzata, da una parte, dal declino dellafabbrica e della relativa domanda di lavoro dipendente; dall'altra, dalla rapida crescita della " società dell'informazione"basatasulla moltiplicazione delle nuove comunità, - comunità che non sono più ancorate geograficamente ad un territorio definito, ma hanno nella rete il luogo di riunione, interazione, scambio.
    Accade così che a fronte di un progressivo, inarrestabile degrado semantico della città tradizionale stia nascendo una nuova architettura urbana che, mettendo finalmente da parte mattoni e cemento, costruisce coni " bit"le infrastrutture comuni in grado di promuovere e gestire la comunicazione, la produzione e lo scambio.
    La consapevolezza che la diffusione delle reti telematiche sia una precondizione per cogliere le nuove opportunità offerte dal progresso tecnico-scientifico, ha spinto il Parlamento italiano a varare, nell'ultimo triennio, un quadro normativo volto aconsentire alla pubblica amministrazione di erogare i servizi per via telematica.
    Contestualmente, l'Unione Europeaha varatoimportanti iniziative tese ad accelerare la crescita della " società dell'informazione" .
    Il recente " Action Plan"ovvero " Una società dell'informazione per tutti"impegna i governi europei a rendere disponibili in rete, entro il 2003, tutti gliarchivi della amministrazione pubblica compresi quelli di natura legale e ambientale.
    Queste scarne premesse sono sufficienti per prevedere che nel prossimo biennio si svolgerà una vera e propria sfida: l'introduzione di massicce dosi di tecnologie informatiche nel settore pubblicorichiederà un ripensamento della organizzazione del lavoro delle amministrazioni, un profondo cambiamento del tradizionale modo di operare della mano pubblica, un accelerato e vasto programma di aggiornamento all'uso delle nuove tecnologie.
    Inoltre, le istituzioni educative dovranno essere messe in condizioni di formare,tanto le nuove figure di professionisti delle tecniche telematiche,quanto di fornire a tutti i cittadini quelle conoscenze informatiche di basesenza le quali si rischia l'esclusione e l'emarginazione dalla società dell'informazione.
    La Calabria, ed in particolare l'area urbana cosentina, cioè Cosenza ed i suoi casali, deve raccogliere questa sfida. Bisogna assolutamente evitare ciò che è accaduto nell'Ottocento, all'epoca della prima industrializzazione dell'Italia e della formazione dello Stato Nazionale, quando il Sud è stato trascinato in una " rivoluzione passiva"che loha visto spettatore inerte e consumatore restìo di tecnologie e conoscenze sviluppate altrove.
    Questa volta il Meridione, e per ciò che più direttamente attiene alla nostra responsabilità di amministratori, l'area urbana di Cosenza, deve dotarsi per tempo degli strumenti utili per offrire ai cittadini una significativa opportunità di crescita economica e sviluppo sociale gestito autonomamente. Solo disponendo di questi strumenti sarà possibile intercettare una frazione significativa dei capitali che si indirizzano a livello mondiale verso le tecnologie telematiche.
    Il progetto punta, quindi, alla realizzazione rapida di una rete urbana telematica qualitativamente eccellente; destinata, non solo alle piccole imprese ed ai professionisti, ma anche al risarcimento dei ceti e strati sociali che lo sviluppo distorto del dopoguerra ha penalizzato oescluso.
    Il progetto mira a configurare un approccio integrato e sostenibile al sistema urbano della Valle del Crati proponendosi la finalità di frenare l'abbandono dei siti, quartieri e centri urbani di alto valore storico e naturalistico, nonché di contrastare l'addensamento o la sovrapopolazione nelle zone di nuova inurbazione - tutto questo facendo leva, più che sulla imposizione, spesso velleitaria e truffaldina, dei piani regolatori, sulle nuove abitudini e comportamenti indotti spontaneamente, per così dire, dalle nuove tecnologie della comunicazione.
    Possiamo così riassumere gli obiettiviprincipali del programma di cablaggio in fibra della area urbana:
    1) ilmantenimento e la valorizzazione degli insediamenti costituenti il patrimonio storico-architettonico e delle tradizioni culturali ad esso collegate, attualmente in deperimento, mediante l'offerta di servizi e strutture equivalenti a quelli delle grandi città e delle aree metropolitane;
    2) adattamento delle tariffe per renderle compatibili con l'accesso universale alla rete dei diversi nuclei e centri insediativi, mantenendone l'autonomia al fine di garantire il legame sociale e l'identificazione per luogo di appartenenza;
    3) la messa in opera, nella Valle del Crati, di una agricoltura sostenibile, basata su misure agroambientali e su colture tipiche pregiate e diversificate rispetto alle regioni agricole altamente produttive. L'attività agricola deve essere assistita dalle istituzioni locali attraverso centri di formazione, consulenza, distribuzione;
    4) individuazione delle vocazioni specifiche dell'area e coordinamento delle varie attività agricole al fine di ottimizzare le capacità produttive, remunerative ed ecocompatibili;
    5) lo sviluppo della cooperazione regionale, nazionale e sovranazionale per rendere possibile l'inserimento dell'attività produttiva nel mercato globale salvaguardandone i caratteri distintivi locali che la rendono competitiva ed appetibile;
    6) suscitare levocazioni di crescita economica, stimolando il coinvolgimento di aziende localie nazionali per l'innovazione tecnologica;
    7) offrire la possibilità alla pubblica amministrazione e alle imprese di applicazioni delle nuove tecnologie telematiche dal forte impulso innovativo quali: documenti digitali, firma digitale, smart card, servizi sanitari informatizzati, commercio on line, sicurezza delle transazioni etc.;
    8) dotare il Comune di Cosenza di un impianto " Head end"in grado di convertire su cavo tanto i canali via etere o da satelliti quanto quelli digitali. L'impianto " Head end" , grazie alla fibra ottica, è in grado di portare nelle case non solo i segnali che si vedono con lenormali antenne ma anche quelli che solo le parabole consentono di ricevere. Così i canali nazionali elocali avranno una risoluzione più alta ( si vedranno meglio) senza alcun onere per il cittadino e senza bisogno della parabola o dell'antenna.
    9) l'installazione di un Canale civico su cavo che, utilizzando la fibra ottica, offra ai cittadini il Video On Demand (VOD), cioè la televisione personalizzata. Si tratta di un nuovo " medium"interattivo che integra TV, Internet e Personal Computer per rendere possibile all'utente la fruizione di programmi attraverso un palinsesto personalizzato. L'installazione a Cosenza del VOD farebbe dell'area urbana di Cosenza un laboratorio per la produzione e la formazione nel settore dell'editing videodigitale - con una ricaduta in termini di occupazione qualificata per i nostri giovani che non è difficile immaginare;
    10) realizzazione nel campus dell'Unical, o all'interno del Parco tecnologico, di un centro interdisciplinare di ricerca applicativa nel campo della tecnologia d'informazione che sia in grado di seguire tutto l'iter che dalla innovazione conduce alla formulazione del prototipo. Il centro, oltre a costituire un " palcoscenico"per le più sofisticate applicazioni della tecnologia del settore, dovrà anche studiare gli effetti socio-culturali che le nuove tecnologie potranno avere sulle abitudini e la vita quotidiana dei cittadini.


    *Assessore alla Citta' Cablata del Comune di Cosenza



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