
In Calabria, tra le OO.DD., non sempre unite, la Giunta Regionale, ed il sistema delle Autonomie Locali, è in corso un confronto serrato e dagli esiti allo stato ancora incerti, sulle scelte da compiere per l'ammodernamento infrastrutturale del territorio. In questo confronto come CGIL ai veri livelli, anche se con diversa consapevolezza, stiamo contribuendo a delineare tali priorità, anche se, finora, senza impegnare con decisioni formali gli organismi della confederazione. Come è ovvio, soprattutto per le reti trasportistiche, tale dibattito è orientato, oltre che, condizionato dalle scelte compiute dal Governo Nazionale. Nel piano nazionale dei trasporti, due sono le priorità inserite riguardanti la Calabria per i prossimi anni: il completamento della messa in sicurezza della A3, l'ammodernamento della SS. 106 Ionica. Due progetti importanti e prioritari, tuttavia non sufficienti, purtroppo, ad eliminare il gap regionale sotto questo aspetto. Troppi i differenziali negativi dal resto del Paese rispetto alle reti ferroviarie, portuali ed aeroportuali. La Calabria e l'Italia che ha voglia di cambiare seriamente, non ha bisogno di simboli. Tantomeno se esso simbolo, nel caso il Ponte sullo Stretto, per uscire dalla "fascinazione culturale" e diventare manufatto, necessita di investimenti immensi, non aggiuntivi, per ritorni incerti sotto tutti i punti di vista. D'altra parte, perché rincorrere i simboli e non valorizzare quelli esistenti? Il porto di Gioia Tauro, da quando è entrato in attività ha raggiunto performance operative eccezionali. Esso ha messo l'intero Paese in una condizione di competitività elevata in un settore strategico dell'economia mondiale come " il terminal containers". Nonostante che le vie del mare, nel sistema trsportistico nazionale, tantomeno in quello Calabrese, non hanno mai avuto una adeguata attenzione. Solo per fare un esempio: per alimentare la centrale ENEL di Rossano (CS), una delle più importanti d'Italia, l'olio combustibile da Taranto a Rossano stesso veniva trasportato, con i tir sulla SS 106 Ionica, pur essendoci nella stessa area un porto come quello di Sibari, idoneo e tuttora inutilizzato. Ed ora si assiste al paradosso, che il porto di Gioia Tauro, sia collegato col mondo, ma non con la Calabria. Con esso non è collegata la A3, non è collegato il sistema ferroviario, non e collegato il sistema portuale. Chi conosce, o ha voglia di farlo, la storia recente della Calabria sa bene che di simboli incompiuti e sempre cangianti, è lastricata la sua strada. Il "Pacchetto Colombo", la Centrale a Carbone, ecc., sono le piaghe mai rimarginate di questi "sogni simbolici". Oggi la Calabria ha bisogno, drammaticamente bisogno, di normali opere infrastrutturali. Un sistema idrico integrato (captazione, distribuzione, depurazione) capace di sconfiggere la storica sete della Regione, e di utilizzare senza sprechi e speculazioni le risorse idriche esistenti.Un sistema di Cablaggio del territorio, capace di rendere possibile l'accesso alle persone, alle imprese, agli strumenti di competitività informatici e telematici. Un sistema intermodale dei trasporti, che non appesantisca il territorio, che in Calabria non è illimitato (come altrove del resto). Queste sono alcune delle vere priorità. Troppi interessi spingono invece verso altri obbiettivi. Noi pensiamo che il ruolo del sindacato, prima di tutto di quello Calabrese, non sia solo quello di partecipare ad un dibattito culturale sui simboli dell'Italia che cambia, ma di contribuire concretamente alla reale trasformazione di un territorio, per renderlo qualitativamente adeguato ad offrire sicurezza, salubrità, efficienza, accoglienza, bellezza e perciò capace di attrarre investitori, cittadini, imprese.
La Calabria si trova oggi di fronte a queste scelte, nel pieno di uno scontro politico e sociale che a volte è trasversale, ed equivoco. La partita è resa ancora più complicata, dalla responsabilità di delineare contemporaneamente l'autoriforma istituzionale (è evidente una scelta di neocentralismo regionale perseguito dalla Giunta Chiaravalloti), il risanamento ed il riorientamento finanziario di importanti settori di spesa: sanità, trasporti, scuola, forestazione, ecc., e la necessità di dare gambe progettuali al QCS POR 2000-2006. Le tentazioni della G.R. di deviare il dibattito su altri temi per non dovere confrontarsi su questi sono forti. Ecco perché per noi la priorità è rendere la Calabria una regione normale che programma e recupera negozialmente, il rispetto del suo territorio per farne una leva del suo sviluppo, candidandolo, e non è necessario il ponte, a giocare un ruolo strategico nel bacino del mediterraneo e dell'intera Europa
*Aldo Libri
Segretario gen. CGIL Gioia Tauro
*Massimo Covello
Segretario gen. CGIL Cosenza