Ora Locale

(Digita o Clicca su "Ora Locale" per tornare indietro)


Il movimento a Genova e la sinistra

di Vincenzo Orsomarso


Nel quadro sociale destinato ad essere, assorbito tra le maglie delle logiche di impresa e mercantile si agitano nuove forme di insubordinazione e movimenti antisistemici dai tratti inediti che si insinuano tra le maglie delle reti di controllo e si muovono in direzione della costruzione di una <<società civile globale>> che bilanci il peso dell’economia e delle istituzioni sopranazionali. Una prospettiva che, come precisa Maria Pianta, richiede una combinazione di capacità di resistenza, di visioni radicali, di strumenti di riforma e di pratiche alternative; e nello stesso tempo un operare in direzioni diverse. Cercando di dotarsi di strutture, il più democratiche e rappresentative, dove sviluppare identità, visioni e proposte politiche.
Ma soprattutto la globalizzazione dal basso non può fare a meno del mondo del lavoro, come è stato possibile costruire reti globali di ambientalisti, contadini poveri e consumatori non dovrebbe risultare impossibile rivitalizzare le strutture sindacali internazionali o creare nuove reti di base tra lavoratori delle imprese multinazionali. A quest’ultimo proposito va detto che il lavoro oggi è obiettivo e strumento della globalizzazione. La competizione non è solo tra prodotti, ma anche tra i costi del lavoro ed è questo che produce nuove disegualianze e nuovi schiavismi. Risulta cruciale quindi per il movimento della globalizzazione dal basso il superamento di ogni sorta di divisione del lavoro tra sindacati, ambientalisti, pacifisti, donne, difensori dei diritti umani, politica nazionale, solidarietà internazionale e comportamenti auto-organizzati, Non si tratta di un semplice atto di volontà ma di una necessità imposta da un sistema socioeconomico che Carla Ravaioli ha descritto come proiettato verso la crescita indiscriminata del profitto e portata a travolgere come semplici impacci diritti umani, ragioni del lavoro e dell’ambiente, istanze sociali di ogni tipo ( Cfr. C. Ravaioli, Nuovi orizzonti dopo Genova, in << il manifesto>>, 15.8.2001, p.18)
La questione diventa quella di favorire l’incontro, confronto, contaminazione tra soggettività nuove e tradizionali. E’ il punto di partenza per sperare in un blocco sociale portatore di una progettualità che vada ben oltre il produttivismo con cui si intreccia tanta parte del pensiero del movimento operaio, per ricercare le forme di un modello di sviluppo economico e sociale non governato dal puro calcolo economico.
Sono questioni che chiamano in causa la sinistra nel suo complesso, politica e sindacale, la cui stessa sorte dipende dalla volontà e capacità di cogliere e interpretare i discorsi del movimento, sollecitare il confronto e la ricerca, in primo luogo, degli strumenti per il controllo delle decisioni, per costruire un processo di democratizzazione da dispiegare a tutti i livelli: da quello locale sino ad arrivare ai grandi centri di decisione politica ed economica e alla creazione, attraverso l’ ONU, di una struttura mondiale di regolazione e controllo delle attività economiche e finanziarie.
In questo senso sembra avviarsi il discorso anche all’interno del composito socialismo europeo ( Cfr. Sami Nair, La barbarie dal volto mercantile, in << l’Unità>>, 2 agosto 2001, p.27), finora poco presente nel dibattito sulla globalizzazione e che necessita di un punto di vista critico per sottrarsi alla omologazione alle politiche economiche neoliberiste e ai conseguenti contraccolpi politico-elettorali che non poco sono costati ai democratici di sinistra italiani.
In questo quadro si colloca il favore espresso dai socialisti francesi per la tassazione delle transazioni finanziarie internazionali e l’impegno ad avanzarne la messa in atto nelle sedi internazionali. La Tobin tax sembra essere poca cosa, espressione, secondo alcuni, di un << riformismo debole >> ma che di fatto restituisce ai governi nazionali almeno parte del potere di controllo sui movimenti finanziari e che soprattutto mette in discussione uno dei dogmi della filosofia liberista: l’inviolabilità della libera circolazione dei capitali.
E’ evidente che in questo modo il movimento contro la globalizzazione selvaggia in Francia incontra nelle sinistre istituzionali una sponda e un interlocutore. A quando in Italia?



Ora Locale

(Digita o Clicca su "Ora Locale" per tornare indietro)


L'edizione on-line di Ora Locale e' ideata e progettata da
Walter Belmonte