La conferenza di programma tenuta recentemente dalla CGIL di
Cosenza ci dà l’opportunità di tracciare uno spaccato, dal punto di vista
sindacale, del quadro di riferimento economico e produttivo dell’area di
Cosenza. Già a partire dalla relazione introduttiva del Segretario Generale
della CGIL di Cosenza, Massimo Covello, emerge con chiarezza la responsabilità
della Giunta Regionale per la mancata piena applicazione dei P.O.R. (Piani
Operativi Regionali), per il totale disinteresse verso i patti territoriali e i
contratti d’area e, quindi, anche verso il PA.TE.CO. (Piano Territoriale di
Cosenza). D’altra parte l’intervento di Covello è esplicito nella denuncia
delle ulteriori scelte incongrue sui P.I.T. (Piani Integrati Territoriali). L’area
definita per Cosenza, egli afferma, risulta essere fortemente asimmetrica
rispetto al quadro economico produttivo territoriale ed agli ultimi piani di
intervento già esistenti. Nel prosieguo del suo intervento, segnala un
ulteriore dato preoccupante. Nell’area di Cosenza, dove grande è l’incidenza
delle attività produttive nei servizi e nel terziario, si registra una presenza
di oltre il 60% di lavoro precario, grigio, nero. Si registra, altresì, in
questo territorio, una disoccupazione ed inoccupazione al 26% (dati INAIL-CENSIS).
Inoltre, un ulteriore dato appare allarmante, il territorio di Cosenza risulta
oggetto di una recrudescenza criminale che sgomenta. Questo dato lascerebbe
presupporre che vi sia, da parte della criminalità, una forte attenzione verso
il sistema degli appalti.
MERCATO DEL LAVORO
La relazione di Franco D’Orrico, Segretario Confederale,
responsabile del Dipartimento Mercato del Lavoro, partendo dal dato eclatante di
disoccupazione e lavoro irregolare, osserva che negli ultimi anni, vi è stato
un profondo processo riformatore, che in altre parti del Mezzogiorno, nei fatti,
ha positivamente influito sull’andamento dell’occupazione. Il dato dell’area
di Cosenza non realizza gli stessi risultati, forse perché l’apparato
produttivo risulta debole e scarso di iniziative nei settori con più capacità
occupazionale. A ciò hanno contribuito, anche, le inadempienze ed i ritardi
delle istituzioni locali. Il ragionamento è proseguito facendo rilevare che
manca, nell’area di Cosenza, una buona funzionalità del rapporto domanda ed
offerta nel mercato del lavoro.
A ciò, continua D’Orrico, si aggiunge la mancanza di un
sistema di formazione ed orientamento delle risorse umane, con le relative
carenze che vi sono nelle scuole pubbliche cosentine, negli apparati
istituzionali preposti legislativamente, nelle stesse associazioni
imprenditoriali.
Tutti assenti nell’analisi ed nell’individuazione dei
profili professionali rispondenti alle innumerevoli esigenze del mercato del
lavoro su cui, tra l’altro, indirizzare i fondi destinati ad istruzione e
formazione. Utilizzando le nuove normative molte amministrazioni pubbliche hanno
utilizzato lavoratori L.S.U. e L.P.U., (tale utilizzo è avvenuto senza una
reale programmazione e volontà di consolidamento del rapporto di lavoro.
Infatti nell’area di Cosenza poche decine di posti sono stati consolidati).
Si fa rilevare, altresì, che sebbene le norme di legge siano
già operative, le istituzioni locali del territorio cosentino non abbiano fatto
superare quei limiti di indirizzo all’impiego, rendendo fattiva l’opportunità
che i "Centri per l’impiego" diano risposte ai Cosentini ed alle
esigenze per l’inserimento nel mercato del lavoro: dalla compilazione di un
curriculum, all’orientamento verso opportunità formative appropriate, all’informazione
sulle prospettive lavorative che l’economia del territorio offre.
L’APPARATO PRODUTTIVO
Franco Spingola, Segretario Confederale, responsabile del
Dipartimento Territorio e Reti, ci consegna una dettagliata analisi del
comprensorio di Cosenza.
Territorio dove, uno dei grandi segmenti, l’asse Cosenza
– Rende - Montalto ivi compresa l’Università della Calabria, si presenta
con un apparato produttivo in grande fermento. Tale apparato, viene fatto
osservare, ha risentito della trasformazione che negli ultimi anni ha
interessato il sistema produttivo italiano. Tutto ciò comportando un pesante
impatto rispetto al lavoro che cambia, nei luoghi, nelle forme e nella stessa
organizzazione.
In poche parole viene detto che le attività produttive
presenti nell’area cosentina sono ormai superati, fuori dal mercato
praticamente "decotte".
Vengono presentati alcuni dati:
L’articolazione del sistema produttivo:
le aziende attive sono, complessivamente, 10.971 e si
suddividono:
- industria n.2.189 con 14.469 dipendenti;
- enti n.164 con 2.326 dipendenti;
- amm.ne statale n. 261 con 1.624 dipendenti;
- artigianato n. 3.250 con 7.755 dipendenti;
- credito ed assicurative n. 131 con 5.623 dipendenti;
- terziario n. 4.907 con 17.135 dipendenti;
La distribuzione dimensionale delle aziende, con il quadro
definitivo e significativo circa la consistenza delle stesse:
1) aziende fino a 50 dipendenti n.10.920;
2) aziende da 51 a 250 dipendenti n. 45;
3) aziende oltre i 250 dipendenti n. 6.
Nell’intervento di Spingola, inoltre, si dà atto del ruolo
importante della programmazione negoziata che utilizzando la legge 488/92, nella
sola Rende, ha significato 56 nuove iniziative, 68 domande complessivamente
agevolate, 158 i miliardi di lire di investimenti attivati (in prevalenza nell’industria
del legno e dei prodotti di legno e sughero con 726 nuovi addetti).
Il Patto Territoriale Cosentino, già operativo, ha promosso
105 iniziative, agevolazioni per Lit. 92.5 MLD per un totale di investimenti di
135.3 MLD e per un numero di occupati pari a 719 unità. Questi risultati, viene
detto, giustificano e rendono valido, anche in prospettiva, l’utilizzo di
questi metodi di intervento e di investimento. Un elemento importante, viene
fatto rilevare, sono i servizi alle imprese. Requisiti indispensabili per lo
sviluppo del sistema territoriale, aumentandone le convenienze e le
competitività. Oggi, però, nell’area di Cosenza, sebbene tutti ne
riconoscano la indispensabilità, poco fanno le istituzioni locali e regionali
per attivare sul serio progetti e finanziamenti in tal senso. Per il sistema
bancario Spingola richiama l’attenzione su un processo economico che ha del
paradossale. Sebbene gli istituti presenti nell’area cosentina siano 22 con
133 sportelli sparsi per la provincia con 1287 addetti, essi non svolgono un
ruolo di supporto finanziario alle imprese. Diventa pertanto paradossale che, il
grande risparmio operato nel territorio cosentino diventi, attraverso gli
istituti di credito, disponibilità economica alle imprese di altri territori,
magari delle regioni più ricche. Fulcro importante per lo sviluppo del
territorio cosentino, si continua, è l’Università della Calabria che, nel
nostro territorio, sta preparando una grande risorsa: "Il capitale
umano", la più grande risorsa del mezzogiorno per il suo sviluppo.
WELFARE LOCALE
Il ragionamento di Elena Hoo, Segretaria Confederale
responsabile del Dipartimento Politiche Sociali e Riforme, si cimenta con un
aspetto, quello del Welfare locale, dove si rileva come scarsamente, in questo
territorio, siano esigibili i diritti dei cittadini, dei lavoratori, dei
pensionati.
D’altra parte non riuscire a soddisfare questi bisogni
diventa anche mancata opportunità di offrire occupazione. Si fa rilevare che,
nonostante il decentramento di alcuni poteri alle Autonomie Locali sia da tempo
operativo, risulta insufficiente nel territorio di Cosenza l’attivazione, nell’ambito
del processo di "Federalismo", di un progetto per erogare servizi alle
imprese, servizi alla persona, servizi per la collettività.
Le amministrazioni locali dell’area cosentina hanno bisogno
di meglio orientare la spesa nei propri bilanci, indirizzandola a migliori
interventi anche attraverso la costruzione di reti di governi territoriali. Ciò
può dare significative risposte alle carenze che oggi si avvertono, elevando la
qualità delle prestazioni, accorciando i tempi delle prestazioni, permettendo
in tal senso, una migliore assistenza sanitaria, un adeguato sostegno agli
anziani, ai lavoratori ai disoccupati, dando impulso così all’imprenditoria
sociale.
Rispetto alle problematiche del lavoro si fa rilevare,
altresì, come nel territorio di Cosenza non siano sufficientemente messe in
campo tutte le risorse per la prevenzione del lavoro nero, azione importante per
contrastare la precarizzazione del lavoro e spingere sulla emersione delle
situazioni irregolari.
INFRASTRUTTURE
Appare evidente, nella relazione di Gaetano Pignataro,
Segretario Confederale, responsabile del Dipartimento Infrastrutture e
Sicurezza, che un ruolo importante, positivo e/o negativo, nel territorio di
Cosenza lo giocano le istituzioni.
Le istituzioni locali se da una parte sono state committenti
di gran parte delle spese pubbliche che sono in cantiere nell’area di Cosenza,
dall’altra si sono dimostrate incapaci di gestire un progetto organico che
avesse la capacità di raccordare un piano complessivo
All’interno di questo ragionamento assume una specificità
la sicurezza dove, dice Pignataro, un ruolo importante e determinante deve
assumere l’osservatore sulla sicurezza, che assieme con l’osservatorio sull’emersione
del lavoro nero devono dare impulso ad un economia che rispetti i diritti e la
dignità dei lavoratori cosentini. Aggiunge, però, Pignataro che le istituzioni
locali devono crederci davvero e non partecipare a questi tavoli concertativi
solo per dovere di ufficio.
Si sottolinea, altresì, nel ragionamento sulla viabilità e
trasporti locali, la positività del protocollo di intesa tra i comuni di Rende
e Cosenza per la realizzazione di una metropolitana leggera che possa anche
allargarsi su un’area più vasta, estendendosi sia verso il nord di Rende che
verso l’area Silana. Sulla questione energia ed acqua vi è da registrare che
gli investimenti non sono sufficienti per il potenziamento della rete e per la
costruzione di nuove Cabine Elettriche primarie, e collocano Cosenza dentro un
fabbisogno in partenza carente del 50%.
LE PROPOSTE
Sul che fare vale per tutti quanto affermato da Covello nella
sua introduzione. Egli asserisce che si è alla ricerca di un modello per uno
sviluppo sostenibile, per uno sviluppo compatibile.
Per raggiungere questo obiettivo si propone un patto alle
forze sociali e imprenditoriali, alle associazioni, alle istituzioni per
convenire su un modello di sviluppo e di crescita del territorio cosentino che
porti ad alcuni obiettivi prioritari:
Per raggiungere tutto questo, conclude Covello con
determinazione, lanciando un accusa molto pesante, Cosenza e la Calabria hanno
bisogno di una nuova classe dirigente.