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Cosenza e dintorni.
La necessità di un nuovo modello di sviluppo

di Vladimiro Sacco


La conferenza di programma tenuta recentemente dalla CGIL di Cosenza ci dà l’opportunità di tracciare uno spaccato, dal punto di vista sindacale, del quadro di riferimento economico e produttivo dell’area di Cosenza. Già a partire dalla relazione introduttiva del Segretario Generale della CGIL di Cosenza, Massimo Covello, emerge con chiarezza la responsabilità della Giunta Regionale per la mancata piena applicazione dei P.O.R. (Piani Operativi Regionali), per il totale disinteresse verso i patti territoriali e i contratti d’area e, quindi, anche verso il PA.TE.CO. (Piano Territoriale di Cosenza). D’altra parte l’intervento di Covello è esplicito nella denuncia delle ulteriori scelte incongrue sui P.I.T. (Piani Integrati Territoriali). L’area definita per Cosenza, egli afferma, risulta essere fortemente asimmetrica rispetto al quadro economico produttivo territoriale ed agli ultimi piani di intervento già esistenti. Nel prosieguo del suo intervento, segnala un ulteriore dato preoccupante. Nell’area di Cosenza, dove grande è l’incidenza delle attività produttive nei servizi e nel terziario, si registra una presenza di oltre il 60% di lavoro precario, grigio, nero. Si registra, altresì, in questo territorio, una disoccupazione ed inoccupazione al 26% (dati INAIL-CENSIS). Inoltre, un ulteriore dato appare allarmante, il territorio di Cosenza risulta oggetto di una recrudescenza criminale che sgomenta. Questo dato lascerebbe presupporre che vi sia, da parte della criminalità, una forte attenzione verso il sistema degli appalti.
 
MERCATO DEL LAVORO
La relazione di Franco D’Orrico, Segretario Confederale, responsabile del Dipartimento Mercato del Lavoro, partendo dal dato eclatante di disoccupazione e lavoro irregolare, osserva che negli ultimi anni, vi è stato un profondo processo riformatore, che in altre parti del Mezzogiorno, nei fatti, ha positivamente influito sull’andamento dell’occupazione. Il dato dell’area di Cosenza non realizza gli stessi risultati, forse perché l’apparato produttivo risulta debole e scarso di iniziative nei settori con più capacità occupazionale. A ciò hanno contribuito, anche, le inadempienze ed i ritardi delle istituzioni locali. Il ragionamento è proseguito facendo rilevare che manca, nell’area di Cosenza, una buona funzionalità del rapporto domanda ed offerta nel mercato del lavoro.
A ciò, continua D’Orrico, si aggiunge la mancanza di un sistema di formazione ed orientamento delle risorse umane, con le relative carenze che vi sono nelle scuole pubbliche cosentine, negli apparati istituzionali preposti legislativamente, nelle stesse associazioni imprenditoriali.
Tutti assenti nell’analisi ed nell’individuazione dei profili professionali rispondenti alle innumerevoli esigenze del mercato del lavoro su cui, tra l’altro, indirizzare i fondi destinati ad istruzione e formazione. Utilizzando le nuove normative molte amministrazioni pubbliche hanno utilizzato lavoratori L.S.U. e L.P.U., (tale utilizzo è avvenuto senza una reale programmazione e volontà di consolidamento del rapporto di lavoro. Infatti nell’area di Cosenza poche decine di posti sono stati consolidati).
Si fa rilevare, altresì, che sebbene le norme di legge siano già operative, le istituzioni locali del territorio cosentino non abbiano fatto superare quei limiti di indirizzo all’impiego, rendendo fattiva l’opportunità che i "Centri per l’impiego" diano risposte ai Cosentini ed alle esigenze per l’inserimento nel mercato del lavoro: dalla compilazione di un curriculum, all’orientamento verso opportunità formative appropriate, all’informazione sulle prospettive lavorative che l’economia del territorio offre.
 
L’APPARATO PRODUTTIVO
Franco Spingola, Segretario Confederale, responsabile del Dipartimento Territorio e Reti, ci consegna una dettagliata analisi del comprensorio di Cosenza.
Territorio dove, uno dei grandi segmenti, l’asse Cosenza – Rende - Montalto ivi compresa l’Università della Calabria, si presenta con un apparato produttivo in grande fermento. Tale apparato, viene fatto osservare, ha risentito della trasformazione che negli ultimi anni ha interessato il sistema produttivo italiano. Tutto ciò comportando un pesante impatto rispetto al lavoro che cambia, nei luoghi, nelle forme e nella stessa organizzazione.
In poche parole viene detto che le attività produttive presenti nell’area cosentina sono ormai superati, fuori dal mercato praticamente "decotte".
Vengono presentati alcuni dati:
L’articolazione del sistema produttivo:
le aziende attive sono, complessivamente, 10.971 e si suddividono:
- industria n.2.189 con 14.469 dipendenti;
- enti n.164 con 2.326 dipendenti;
- amm.ne statale n. 261 con 1.624 dipendenti;
- artigianato n. 3.250 con 7.755 dipendenti;
- credito ed assicurative n. 131 con 5.623 dipendenti;
- terziario n. 4.907 con 17.135 dipendenti;
La distribuzione dimensionale delle aziende, con il quadro definitivo e significativo circa la consistenza delle stesse:
1) aziende fino a 50 dipendenti n.10.920;
2) aziende da 51 a 250 dipendenti n. 45;
3) aziende oltre i 250 dipendenti n. 6.
Nell’intervento di Spingola, inoltre, si dà atto del ruolo importante della programmazione negoziata che utilizzando la legge 488/92, nella sola Rende, ha significato 56 nuove iniziative, 68 domande complessivamente agevolate, 158 i miliardi di lire di investimenti attivati (in prevalenza nell’industria del legno e dei prodotti di legno e sughero con 726 nuovi addetti).
Il Patto Territoriale Cosentino, già operativo, ha promosso 105 iniziative, agevolazioni per Lit. 92.5 MLD per un totale di investimenti di 135.3 MLD e per un numero di occupati pari a 719 unità. Questi risultati, viene detto, giustificano e rendono valido, anche in prospettiva, l’utilizzo di questi metodi di intervento e di investimento. Un elemento importante, viene fatto rilevare, sono i servizi alle imprese. Requisiti indispensabili per lo sviluppo del sistema territoriale, aumentandone le convenienze e le competitività. Oggi, però, nell’area di Cosenza, sebbene tutti ne riconoscano la indispensabilità, poco fanno le istituzioni locali e regionali per attivare sul serio progetti e finanziamenti in tal senso. Per il sistema bancario Spingola richiama l’attenzione su un processo economico che ha del paradossale. Sebbene gli istituti presenti nell’area cosentina siano 22 con 133 sportelli sparsi per la provincia con 1287 addetti, essi non svolgono un ruolo di supporto finanziario alle imprese. Diventa pertanto paradossale che, il grande risparmio operato nel territorio cosentino diventi, attraverso gli istituti di credito, disponibilità economica alle imprese di altri territori, magari delle regioni più ricche. Fulcro importante per lo sviluppo del territorio cosentino, si continua, è l’Università della Calabria che, nel nostro territorio, sta preparando una grande risorsa: "Il capitale umano", la più grande risorsa del mezzogiorno per il suo sviluppo.
 
WELFARE LOCALE
Il ragionamento di Elena Hoo, Segretaria Confederale responsabile del Dipartimento Politiche Sociali e Riforme, si cimenta con un aspetto, quello del Welfare locale, dove si rileva come scarsamente, in questo territorio, siano esigibili i diritti dei cittadini, dei lavoratori, dei pensionati.
D’altra parte non riuscire a soddisfare questi bisogni diventa anche mancata opportunità di offrire occupazione. Si fa rilevare che, nonostante il decentramento di alcuni poteri alle Autonomie Locali sia da tempo operativo, risulta insufficiente nel territorio di Cosenza l’attivazione, nell’ambito del processo di "Federalismo", di un progetto per erogare servizi alle imprese, servizi alla persona, servizi per la collettività.
Le amministrazioni locali dell’area cosentina hanno bisogno di meglio orientare la spesa nei propri bilanci, indirizzandola a migliori interventi anche attraverso la costruzione di reti di governi territoriali. Ciò può dare significative risposte alle carenze che oggi si avvertono, elevando la qualità delle prestazioni, accorciando i tempi delle prestazioni, permettendo in tal senso, una migliore assistenza sanitaria, un adeguato sostegno agli anziani, ai lavoratori ai disoccupati, dando impulso così all’imprenditoria sociale.
Rispetto alle problematiche del lavoro si fa rilevare, altresì, come nel territorio di Cosenza non siano sufficientemente messe in campo tutte le risorse per la prevenzione del lavoro nero, azione importante per contrastare la precarizzazione del lavoro e spingere sulla emersione delle situazioni irregolari.
 
INFRASTRUTTURE
Appare evidente, nella relazione di Gaetano Pignataro, Segretario Confederale, responsabile del Dipartimento Infrastrutture e Sicurezza, che un ruolo importante, positivo e/o negativo, nel territorio di Cosenza lo giocano le istituzioni.
Le istituzioni locali se da una parte sono state committenti di gran parte delle spese pubbliche che sono in cantiere nell’area di Cosenza, dall’altra si sono dimostrate incapaci di gestire un progetto organico che avesse la capacità di raccordare un piano complessivo
All’interno di questo ragionamento assume una specificità la sicurezza dove, dice Pignataro, un ruolo importante e determinante deve assumere l’osservatore sulla sicurezza, che assieme con l’osservatorio sull’emersione del lavoro nero devono dare impulso ad un economia che rispetti i diritti e la dignità dei lavoratori cosentini. Aggiunge, però, Pignataro che le istituzioni locali devono crederci davvero e non partecipare a questi tavoli concertativi solo per dovere di ufficio.
Si sottolinea, altresì, nel ragionamento sulla viabilità e trasporti locali, la positività del protocollo di intesa tra i comuni di Rende e Cosenza per la realizzazione di una metropolitana leggera che possa anche allargarsi su un’area più vasta, estendendosi sia verso il nord di Rende che verso l’area Silana. Sulla questione energia ed acqua vi è da registrare che gli investimenti non sono sufficienti per il potenziamento della rete e per la costruzione di nuove Cabine Elettriche primarie, e collocano Cosenza dentro un fabbisogno in partenza carente del 50%.
 
LE PROPOSTE
Sul che fare vale per tutti quanto affermato da Covello nella sua introduzione. Egli asserisce che si è alla ricerca di un modello per uno sviluppo sostenibile, per uno sviluppo compatibile.
Per raggiungere questo obiettivo si propone un patto alle forze sociali e imprenditoriali, alle associazioni, alle istituzioni per convenire su un modello di sviluppo e di crescita del territorio cosentino che porti ad alcuni obiettivi prioritari:

Per raggiungere tutto questo, conclude Covello con determinazione, lanciando un accusa molto pesante, Cosenza e la Calabria hanno bisogno di una nuova classe dirigente.



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