Il turismo sessuale è un fenomeno anche italiano. Questo è
quanto emerge chiaramente da ricerche condotte da alcune organizzazioni
internazionali operanti nel campo della lotta all’abuso sessuale sui minori e
della tutela dei diritti umani. Molti nostri connazionali annualmente
organizzano viaggi a scopo sessuale che molto spesso hanno come oggetto i
bambini. Si aspetta la sospirata vacanza estiva per scaricare le proprie
tensioni erotico-sessuali a decine di migliaia di chilometri da casa alla
ricerca di un’avventura. Un gioco che diventa inaccettabile soprattutto se,
come spesso accade, a prostituirsi sono bambini e bambine del Terzo e del Primo
mondo, costretti alla vendita del proprio corpo per necessità, spesso per fame.
Così lo sfruttamento sessuale dei bambini e dei minori ha
raggiunto livelli impressionanti, trovando una nicchia importante nel mercato
del turismo internazionale. Amnesty International lancia l’allarme da anni,
denunciando le continue violazioni dei fondamentali diritti umani. Il turismo
sessuale è oramai diventato un fenomeno in continua espansione e una delle
industrie più redditizie dei Paesi in via di sviluppo. Si stima che nel mondo
vi siano oggi due milioni di bambini prostituiti o sottoposti a varie forme di
sfruttamento sessuale. Nel mondo 650 milioni di persone scelgono per le vacanze
mete esotiche per fini sessuali. Un vero business per chi organizza lo
sfruttamento della prostituzione minorile. Un giro di affari che si aggira
attorno ai 5 milioni di dollari all’anno.
Giusto per far capire le dimensioni del fenomeno, uno studio
sull’economia illegale in Thailandia ha rivelato che dal 1993 al 1995 la
prostituzione ha rappresentato dal 10 al 14% del prodotto interno lordo. Si
calcola che un terzo delle donne thailandesi coinvolte nella prostituzione siano
minorenni. Si è voluto prendere come esempio la Thailandia, ma la situazione
non è molto diversa nelle Filippine, in India, Taiwan, Nepal, Cina, Brasile.
Nemmeno in Europa i dati sono molto incoraggianti. In particolare nell’Est
dove con il crollo del comunismo è aumentata l’offerta di prostituzione,
anche minorile, indotta delle precarie condizioni economiche. Dal 1991, sempre
in seguito alla caduta del comunismo, l’Albania è divenuta uno dei principali
Paesi che alimentano la tratta dei bambini negli Stati europei vicini. I
trafficanti controllano i bambini costantemente – quelli tra i 4 e i 7 anni
sono i più ricercati - raccogliendo i loro guadagni. Un fenomeno
internazionale, una vergognosa industria i cui principali sostenitori sono gli
americani, gli europei e i giapponesi. E tra i maggiori fruitori del
"turismo sessuale" ci sono anche gli italiani.
L’acquisizione di tali preoccupanti dati e l’esito delle
ricerche riguardo alla diffusione del fenomeno hanno contribuito a rendere più
serrato il dibattito internazionale sulla necessità di enunciare e garantire i
diritti dei fanciulli di tutto il mondo attraverso convenzioni internazionali e
legislazioni nazionali. La necessità di concedere una protezione speciale al
fanciullo era già stata enunciata nella "Dichiarazione di Ginevra"
del 1924 sui diritti del fanciullo e nella dichiarazione dei "Diritti del
fanciullo" adottata dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, ribadita
recentemente nella convenzione di New York sui diritti dell’Infanzia e
ratificata dall’Italia con la legge del 27 maggio 1991 n. 176. Queste
convenzioni impegnano gli Stati a rispettare i diritti enunciati nelle
Convenzioni e a garantirli ad ogni fanciullo che dipenda dalla loro
giurisdizione, a prescindere da ogni considerazione di razza, colore, sesso e
lingua e affermano l’impegno dei medesimi Stati ad adottare ogni misura
legislativa, amministrativa, sociale ed educativa per tutelare il fanciullo
contro ogni forma di violenza, di oltraggio o di brutalità fisica e mentale, di
abbandono o di negligenza, di maltrattamento o di sfruttamento.. Amnesty
International, che da 40 anni si batte per la difesa delle vittime di violazioni
dei diritti umani, rifiutando di lasciarsi intimidire, ha condotto diverse
campagne a favore di innocenti come i bambini entrati in questi giri. Una
battaglia dura che, come dimostrato, coinvolge tutti e cinque i continenti. I
soci di Amnesty continueranno comunque a lavorare, allo scopo di eliminare una
delle più infami forme di business: il turismo sessuale.