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Dibattito: progetto per Catanzaro

Colloquio con Nicola Ventura capogruppo DS al Consiglio comunale


di G. Bagnato


Cinque anni (adesso siamo nel sesto) di governo di centro destra. Come "pensi" la città? Qual è il tuo punto di vista "particolare"?

Catanzaro è capoluogo di regione e di provincia; sede d'Università; città di sanità (Azienda Ospedaliera di livello regionale, policlinico universitario, Azienda Sanitaria Locale); città di mare, ma a trenta minuti d'auto dalla Sila (grande parco nazionale) ecc.
Da cinque anni è amministrata dal centro-destra, dal governo Abramo, rieletto in forma plebiscitaria nell'ultima tornata elettorale (Abramo è stato il candidato sindaco che ha ottenuto i maggiori consensi a livello nazionale N.d.R.)
L'Amministrazione comunale ha speso, era un preciso dovere, i soldi previsti e stanziati dalla Comunità Europea e dal Governo. Si è trovata nella circostanza di dare corso alla spesa, soprattutto, per il completamento d'opere da molti anni avviate. Grazie al decreto "sblocca cantieri" (Governo Prodi) si sono completate e realizzate importanti opere (complesso monumentale del San Giovanni, funicolare, teatro Politeama, piscina comunale ecc.). Si è dato corso alla spesa per interventi di risanamento ed abbellimento dei vari "centri storici" della città (Area centro città tre colli, Gagliano, Lido, S. Maria, ecc.).
Il bilancio di previsione 2002, approvato dalla maggioranza, nel mese d'aprile, è la prova però del fallimento dell'attuale Amministrazione Comunale. Il bilancio si limita, infatti, alla spesa per una "normale amministrazione". Non prevede nulla per la gestione delle "novità". Ad esempio, delle strutture della cultura, dell'arte e dello spettacolo. Alla voce teatro Politeama, di prossima apertura, il bilancio prevede spesa zero.

Su tali "novità", indubbiamente importanti, si è fatto grande affidamento. Con esse si sono create tante legittime attese, ed - oggettivamente - si è offerto una grande opportunità al "sistema locale". Come spieghi il fallimento politico dell'amministrazione di centro-destra su tale terreno?

A fronte d'importanti interventi la città non decolla. In nessun settore, da quello produttivo a quello sociale e culturale, si registrano sintomi di rilancio o di ripresa.
Catanzaro resta sotto ai centomila residenti. Non attrae, quindi nuovi residenti, né nuove attività produttive, anzi avviene il fenomeno contrario. Il gettito contributivo-fiscale resta invariato, soprattutto nella qualità e quantità. L'Amministrazione comunale è costretta a ricorrere ad aumenti molto sensibili dei tributi a carico dei cittadini.
L'Amministrazione Comunale ha realizzato e sta per completare importanti opere che si è già trovate avviate. In qualche modo ha dovuto realizzarle "a prescindere". Oggi il Re è nudo: l'Amministrazione di centro-destra, una volta portate a termine tali opere, non è capace di riempirle di contenuti, di raccordarle, di concertarle, di organizzarle rispetto ad un obiettivo.

Con questo vuoi dire - ed è pienamente condivisibile - che la qualità della vita quotidiana dei cittadini non ha registrato alcun salto qualitativo. Non è così?

Si! La qualità della vita resta invariata. Catanzaro continua a soffrire d'inconsistenti e dequalificati servizi. Vedi i trasporti pubblici, la penuria d'acqua, i parcheggi, ecc. Il commercio è all'estremo della sopravvivenza, soprattutto nelle zone del centro, zone che pure hanno registrato e registrano interventi di riqualificazione. La sanità, un tempo fiore all'occhiello per l'intera regione, subisce un lento e continuo degrado. L'Università non riesce ad esprimere un significativo salto di qualità. La Pubblica Amministrazione, presenza antica e caratterizzante della identità comunale, registra una dequalificazione; è vissuta dal cittadino e dall'utenza quasi come una negatività. Il turismo è quasi inesistente.

Le condizioni, per così dire, extra-economiche: i servizi, l'efficienza della P.A., l'ambiente, le infrastrutture ecc. (cioè i presupposti essenziali e fondamentali per lo sviluppo) sono, quindi, ancora clamorosamente assenti; clamorosamente mancate dal governo cittadino.
Per la verità, penso che "mancate" lo siano "da sempre". Vorrei, quindi, chiederti: è una fatalità, una condanna cui sembra essere destinata questa città o è il risultato fallimentare della politica in generale, della politica tout court?

La sanità, la scuola, l'università, il piccolo commercio, il mare, la montagna, l'ambiente, ecc. non sono, per chi amministra, e per chi ha amministrato fino ad ora, opportunità ed occasioni caratterizzanti e di rilievo, per far assumere un ruolo e delle funzioni vere alla città di Catanzaro. Per tale motivo la città, purtroppo, non presenta al Paese ed alla Calabria alcun punto d'eccellenza. Le stesse opere di recente realizzate, e prima richiamate, rischiano d'essere contenitori vuoti.

Sembrano essere state finalizzate a loro stesse, non legate ad alcuna logica di sviluppo, meno che mai ad un tentativo di progresso economico, sociale, culturale. Non ti pare?

Catanzaro manca di un qualsiasi progetto di sviluppo. Non svolge, e non svolgerà mai, perdurando tale condizione, con autorevolezza il proprio ruolo. Anzi, sarà destinata a non avere alcun ruolo. E' da lungo tempo oggetto d'espoliazione. E', in sintesi, una città negata.
Del bilancio comunale, quale atto probatorio del non-progetto, ho detto già. Particolarmente emblematica è anche la vicenda del Piano Regolatore Generale: bocciato nel 2001 dall'intero Consiglio Comunale, è ancora oggi al vaglio dei Commissari ad Acta, nominati dalla Regione, perché lo adottino. Ciò significa - come è fin troppo ovvio intuire - che l'atto più qualificante per l'amministrazione comunale è stato sottratto alla naturale titolarità del Comune. Un tempo, vicende del genere, avrebbero provocato la naturale dimissione del Sindaco e della intera Giunta.

Sull'attuale giunta di centro-destra, una volta che si è riconosciuto il merito dell'ultimazione delle strutture e delle opere pubbliche per la maggior parte progettate ed iniziate dalle amministrazioni precedenti (le famose o famigerate "incompiute"), esprimi un giudizio severamente negativo. Ovviamente sono d'accordo, anche se - a mio parere - tale giudizio dovrebbe essere suffragato da un'analisi più ampia, forse meno convenzionale, sicuramente più articolata. Avremo, spero, modo di ritornarci sopra. Mi preme chiederti, per l'economia del ragionamento che vogliamo fare: quali dovrebbero essere - secondo te - i punti cardine e qualificanti di un "progetto" di sviluppo?

I punti qualificanti di un progetto di sviluppo dovranno essere l'esaltazione del ruolo e delle funzioni di città capoluogo. Bisogna puntare su quanto è già presente in città; e su quanto per vocazione ed attitudine spetta a Catanzaro. La città deve esaltare le tante attività che già svolge, promuovere quanto di nuovo ha e avrà, determinando una serie di punti di eccellenza.
E' necessario intervenire sui "vari" centri storici della città, in particolare sui "tre colli", ma non in modo acritico. Una difesa di tutto, renderà il centro storico, in pochi anni deserto. E' fondamentale ridare vita alla città che già conosciamo. Rendere vivibile e frequentabile la parte più importante della città, quella con le radici storiche, è una scelta politica doverosa. Catanzaro non ha bisogno di altri quartieri, ne ha fin troppi, ha, invece, necessità di recuperarli e di attribuirgli funzioni. Deve prevedere che quanto di nuovo si dovrà realizzare sia collocato nelle aree urbane esistenti.

Tutto ciò è, per essere sinceri, un po' generico, rappresenta un'aspirazione astratta. Non so come dire. Traspare, comunque, l'atavica difficoltà in cui si avviluppa la politica ed il sistema dei partiti cittadini, non esclusa la sinistra.

Si pone, certamente, con urgenza la necessità di un grande ripensamento politico, culturale ed economico, per avviare un cammino nuovo. In primo luogo da parte della sinistra, di tutta la sinistra.
Bisogna chiamare a protagonismo la classe dirigente, gli intellettuali, i ceti produttivi e le forze sociali. Catanzaro ha necessità di un grande progetto, condiviso dalla intera cittadinanza, ma anche dalle istituzioni regionali e provinciali; nonché dalla intera comunità calabrese.

Fai riferimento al ruolo, finora anch'esso mancato, di capoluogo di Regione da parte della nostra città. Altro bel problema!

Catanzaro è città al centro della regione, intendendo per centro non solo quello geografico (pure importante). Essa deve assumere in pieno i compiti direzionali e politico-culturali che sono propri della città capoluogo. Oggi, grazie agli interventi comunitari, è possibile fare assolvere, finalmente, alla città il ruolo di "regista" all'interno della propria provincia e della regione. I finanziamenti per le opere di infrastrutture viarie, urbane e produttive offrono una grande occasione storica.

Quali sono, se ci sono, le scelte - in tale direzione - dell'attuale amministrazione?

Non credo vi siano scelte precise. L'Amministrazione si muove sul generico. I finanziamenti per le opere di infrastruttura, sono elencati nel programma elettorale del sindaco e nelle dichiarazioni programmatiche illustrate al Consiglio Comunale, ma come puro e generico elenco delle possibilità di finanziamenti. Non vi è altro, d'importante, oltre alle opere pubbliche (già citate) realizzate o ancora da realizzare. L'azione del governo manca in sostanza di qualsiasi impalcatura, di una qualsiasi visione strategica, in una parola manca di "politica".

Eppure le linee programmatiche del governo di centro-destra (Patti Territoriali, Programmi Urban, PRUSST, Programma di recupero urbano ecc.) si prefiggevano il "rilancio" della città, non solo a livello del suo tessuto urbano, ma anche e soprattutto come capoluogo di regione. Catanzaro avrebbe dovuto essere prima di tutto il centro propulsore dello sviluppo dei comuni vicini; acquisire realmente il ruolo di centro organizzatore e promotore della crescita economica tra lo IONIO ed il TIRRENO, nonché dell'intera Regione Calabria. E' rimasto qualcosa - anche a livello residuale - di tale "progetto" nello schieramento di centro-destra? E rispetto ad esso, qual è la posizione del centro-sinistra?

Quanto già detto risponde in gran parte alla domanda. Almeno per quel che riguarda il governo della città e lo schieramento delle forze politiche che lo sostengono.
Vorrei aggiungere e ricordare che Catanzaro ha il dovere, ma anche il diritto, di volare alto. Per cui l'Amministrazione Comunale deve avere il compito urgente e prioritario di porre a livello nazionale e regionale la questione Catanzaro. Rispetto al problema (da te posto - giustamente - come centrale) del "progetto", cui deve cominciare a lavorare lo schieramento di sinistra, è urgente - e qui esprimo eventualmente anche un punto di vista personale - che le forze della sinistra si propongano alla guida del governo cittadino avanzando un ragionamento e delle proposte di grande qualità, capaci di fare assumere alla città quel ruolo direzionale nell'interesse dell'intera comunità calabrese. Il futuro della città sta nella capacità di raccordare le proprie esigenze e rivendicazioni a quelle più ampie dell'intero territorio della Provincia e della Regione: Catanzaro deve guardare al Tirreno, ma non deve dimenticare che è una città dello Ionio. Non vi sarà sviluppo per l'intera Regione, se la Calabria sarà divisa in verticale in un'area di sviluppo (Tirreno) ed in un'area arretrata (Ionio). Deve, con forza, rivendicare la realizzazione delle grandi opere di infrastrutture lungo la fascia ionica (Autostrada, ammodernamento della ferrovia, porti, ecc.)
Catanzaro ha, pertanto, il compito di realizzare tutte le sinergie con il versante tirrenico e con la città di Lamezia Terme, e proprio perché città cerniera fra i due mari sviluppare nello stesso tempo tutte le iniziative atte ad aprire un grande confronto con i comuni pre-silani, per lo sviluppo e la valorizzazione della collina e dell'altipiano della Sila (grandi interessi economici e di sviluppo potranno riguardare Catanzaro dalla valorizzazione della montagna).
Catanzaro ha, pertanto, necessità urgente di concordare un percorso virtuoso con le città di Crotone e Reggio Calabria e con tutte le altre città della costa ionica a partire da Soverato.
Catanzaro ha oggi il compito storico di avviare una stagione nuova e propositiva per lo sviluppo della intera regione, a partire dalla fascia più stretta dello stivale.
Catanzaro deve anche avviare un ragionamento volto ad ottenere una ridistribuzione del territorio delle cinque province, più equo e che assicuri pari dignità territoriale a Catanzaro, Vibo Valentia e Crotone, rispetto alle province di Reggio Calabria e Cosenza.



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