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Idee per il rilancio produttivo in Calabria

di Vladimiro Sacco

Segreteria Confederale CGIL Cosenza
Responsabile Dipartimento Industria


Negli ultimi anni un lento e costante processo di deindustrializzazione sta mettendo in ginocchio le attività produttive della provincia di Cosenza, aggravando la già difficile situazione economica del territorio. Numerose le aziende in crisi, dagli appalti telefonici al terziario avanzato, dal calzaturiero alla "Legnochimica", dall'agroalimentare alle aziende di servizi. Questi processi stanno incrementando il mercato del lavoro, già foltemente nutrito di inoccupati, di ulteriori disoccupati in condizione di età e professionalità di difficile ricollocazione. Al fine di scongiurare una crisi strutturale della nostra economia, come CGIL cosentina stiamo proponendo idee per il rilancio delle attività produttive, che bene potrebbero adattarsi nel metodo e nella sostanza ad un piano di rilancio dell'economia regionale.
Le proposte di filiera
Le linee guida di proposta delle filiere sono incentrate sull'utilizzo delle risorse in un ambito di sviluppo sostenibile, di sviluppo compatibile. Una grande risorsa è l'acqua. Nel nostro territorio questo elemento può significare un bene prezioso per le collettività, per le necessità imprenditoriali, per la capacità di essere condotto verso, popolazioni che ne necessitano in altre regioni del nostro paese e del bacino del Mediterraneo. Milioni di metri cubi sono invasati nell'altopiano Silano e altrettanti potrebbero esserne invasati completando le opere già da lungo tempo in cantiere. Si tratta di saper valorizzare questa risorsa salvaguardandone la qualità, le compatibilità ambientali e le possibilità di sviluppo, legate anche all'agricoltura biologica.
Ma parlando di acqua non possiamo dimenticare che nella nostra realtà le acque termali rappresentano un'opportunità lavorativa mai valorizzata adeguatamente non solo sotto l'aspetto della cura, ma anche nel settore dei prodotti per la cosmesi, delle strutture per la convegnistica, del turismo migliorandone l'offerta e allargandola nel corso dell'anno.
Le innovazioni tecnologiche possono diventare uno dei pilastri fondamentali su cui poggiare la nostra economia. Va però costruito un sistema di tecnologie che sappia guardare ad una programmazione che eviti le sovrapposizioni e che, anzi, permetta la costruzione della rete fisica e virtuale all'interno della quale ciascuna iniziativa possa collocarsi a svolgere il suo ruolo. Da tempo viene chiesto alla Regione di rendere disponibili le risorse in tal senso, centinaia di lavoratori delle TLC troverebbero immediata risposta alla esigenza di essere ricollocati nel mercato del lavoro, utilizzando le loro professionalità per la gestione dei servizi di manutenzione delle piccole e grandi reti. Così anche altre professionalità di costruzione e gestione delle reti virtuali potrebbero trovare la loro giusta collocazione. La cablatura di Cosenza deve stare dentro un sistema di rete di tutta l'area urbana, coinvolgendo l'Università. Per rendere produttiva la cablatura, la rete dovrà avere la massima espansione, funzionale non solo all'esigenza di collegamento della Pubblica Amministrazione, ma anche nell'ambito dei servizi alle persone e alle imprese.
Su quest'ultima opportunità può essere utile pensare di costruire, sulla scorta di altre esperienze già sperimentate nella comunità europea, Centri di Innovazione Tecnologica, una sorta di "foresteria di servizi e dell'informatica", capaci di dare alle piccole, piccolissime aziende, la possibilità di avere un luogo fisico dove stabilirsi per coordinare la propria attività, avendo la disponibilità di servizi, tecnologia e professionalità adeguate per costruire e verificare le proprie progettualità imprenditoriali, per essere collegati e visibili con il mercato reale e virtuale. Una sorta di incubatore dello sviluppo e dell'e-commerce. Peraltro su questi centri potrebbero essere attivate le risorse comunitarie per come previste dai progetti di Regional Tecnology Plan, che già in regioni europee come il Galles hanno avuto notevole successo.
Una valutazione più attenta va altresì fatta sul recupero urbano. Vivere nelle nostre città, nei nostri paesi, in un contesto non degradato e ben servito è un obiettivo primario. Nel recupero e nel restauro del patrimonio abitativo dei rioni e dei quartieri antichi, dei fiumi e del paesaggio rurale è possibile riporre una giusta aspettativa per dare impulso a processi di qualificazione della impresa piccola e media legati alla innovazione e specializzazione delle competenze. Il problema è che oggi, anche per questo settore vi sono risorse economiche che vengono meno. Nei decreti attuativi della legge 21 sul disagio abitativo, si sono ridotte le opportunità che consentono di intervenire. Va, dunque, avviato un ragionamento programmatorio e progettuale in una logica di area urbana iniziando a prevedere il recupero delle unità abitative e paesaggistiche che, oltre a consolidare aree a forte rischio sismico, consentirebbe la realizzazione di unità abitative legate al mercato universitario, a quello dell'agriturismo e del turismo culturale.
Per far questo è però anche necessario che si pensi ad un Sistema dei Trasporti Locale più adeguato, più efficiente che sappia costruire una rete non limitata ad un ambito territoriale ristretto ma che, al contrario, sappia guardare ad una sua estensione verso le aree interne utilizzando tutte le necessarie diversificazioni, estendendo e migliorando le opportunità verificatesi con l'utilizzo del Biglietto Integrato di Area Cosentina (BINBUS). Questo orientamento presuppone, ad esempio, che si debba cominciare a ragionare su come estendere la progettazione della metropolitana ampliando l'asse di collegamento Cosenza-Rende.
In tema di trasporto può incentrarsi l'idea di sviluppo dell'Area della Valle del Savuto. L'opportunità di dedicare un'area di quel territorio ad INTERPORTO avrebbe la possibilità di consentire più linee di intervento produttivo. Innanzitutto, per la sua collocazione geografica consentirebbe di essere luogo di scambio sulle due direttrici tirreno-adriatico delle merci lavorate e lavorabili nel Porto di Gioia Tauro. Il consorzio da costruire sull'interporto potrebbe anche effettuare gestione e stoccaggio per le imprese operanti nella valle del Savuto. Alle stesse aziende potrebbe offrire altri servizi come il governo dei processi di depurazione e smaltimento se non addirittura di manutenzione. Più complessivamente potrebbe governare, anche verso le istituzioni locali, la gestione e la manutenzione dei servizi pubblici a partire ad esempio da quello del trasporto locale, della rete viaria e cosi via. Per le impresa potrebbe favorire la costituzione di consorzi di acquisto rendendo competitiva anche l'imprenditoria commerciale locale. Potrebbe candidarsi, addirittura, a diventare area di interscambio commerciale, evitando ai mezzi pesanti di entrare nell'entroterra o nelle realtà urbane. Questa opportunità è ovviamente legata al miglioramento della rete viaria interna e soprattutto al sistema dei trasporti locali.
Una particolare attenzione deve essere riservata alla filiera del legno. Sebbene nella nostra regione sono circa 600.000 gli ettari di bosco, questi non riescono a rappresentare la risorsa più imponente per la Calabria. Scarsamente valorizzati per il turismo, sono considerati, meramente, merce di biomassa da bruciare per produrre energia, peraltro nemmeno utilizzata dalla nostra imprenditoria. Un sistema che vada dalla produzione del tannino alla concia delle pelli, dalla produzione del pannello alla costruzione dei divani, dalla produzione dei tacchi alla produzione delle scarpe, dalla coltivazione della pianta del gelso da utilizzare come fibra vegetale da impiegare come materia prima nella produzione di composti a matrice polimerica all'allevamento del baco da seta, rappresenterebbe non solo l'occasione per un utilizzo manifatturiero della risorsa legno, ma recupererebbe molte aziende oggi in difficoltà creando nuova occupazione, nuovo indotto.
Gli strumenti della contrattazione programmata
Vi sono le condizioni di mercato, gli strumenti economici e programmatori, le professionalità, per poter concorrere al rilancio dell'economia del nostro territorio, della nostra regione, manca però la volontà di alcuni soggetti istituzionali come la Regione Calabria. Scelte del Governo come il decreto taglia spese della finanziaria 2003 riducono ulteriormente le risorse; la cancellazione del credito di imposta, la modifica della 488, l'abbandono della programmazione negoziata per lo sviluppo locale e per le politiche del lavoro (prestito d'onore, reddito di inserimento), rendono più difficili le condizioni del Mezzogiorno aggravandone la depressione economica. L'inefficienza e l'inadeguatezza di questa giunta regionale rischiano di portare al completo tracollo la nostra regione. È, pertanto, necessario creare sinergie tra le forze sociali ed istituzionali per spingere la Giunta Regionale agli atti necessari per lo sviluppo economico della Calabria. La costituzione di un "Osservatorio dell'economia" già da subito potrebbe essere il luogo dove il coordinamento delle progettualità e degli interventi crei sinergie, superando quella che è stata una eccessiva frammentazione territoriale dei PIT, mancante peraltro di un'azione programmatoria di coordinamento ed indirizzo regionale. In questo osservatorio, (abbiamo proposto recentemente come CGIL cosentina), dovrà realizzarsi uno strumento di coordinamento territoriale che veda l'Amministrazione Provinciale di Cosenza responsabile e garante di un "Piano Territoriale di Coordinamento per lo sviluppo industriale". La strada è difficile, ma va intrapresa con celerità perché le condizioni del territorio e della nostra gente non ci consentono più di stare alla finestra a guardare.



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