Un tavolo verde da gioco. Intorno, pochi “gambler”dall’aria svogliata.
Dicono: “Abbiamo poche” fiches” e il gioco è molto rischioso”.
Insomma riluttano e l’atmosfera è depressa. Il croupier, per suscitare
interesse al gioco lancia una proposta :”A chiunque si impegni a giocare ,regalerò
un cospicuo stock di” fiches” “ A questo punto il tavolo verde si anima, si fanno
avanti numerosi altri “gambler”, c’è ressa intorno al croupier.Alcuni riescono
a moltiplicare le”fiches” avute in regalo, altri le perdono; qualche ribaldo,
approfittando della confusione intasca le”fiches”, passa alla cassa e va via senza
partecipare al gioco. Comunque, l’iniziativa del croupier sembra sortire l’effetto
sperato.
Questa breve metafora, pur con i limiti propri di ogni semplificazione, riteniamo
sia adatta a tratteggiare quelli che sono alcuni ben noti caratteri del gioco
economico così come si presenta oggi non solo nel Mezzogiorno, ma in larga
parte del nostro Paese.Il “ croupier” (lo Stato nelle sue diverse articolazioni)
non solo presiede in maniera determinante al processo di accumulazione,
ma con le sue iniziative crea stimoli continui per suscitare il gioco economico
coinvolgendo il più elevato numero possibile di soggetti. Essa, comunque, può essere
assunta premessa alle considerazioni che seguono sulla
struttura imprenditoriale di Catanzaro e della sua provincia.
Agricoltura
Pesca
Manifatturiero
Costruzioni
Commercio
Turismo –Alberghi /ristoranti
Istruzione
Informatica
Sanità e servizi sociali
Attività ricreative, culturali, sportive
Considerazioni finali
Le considerazioni che seguono si basano sui dati relativi alle imprese registrate
presso la Camera di Commercio
di Catanzaro . nel triennio 2000/2002 e attengono sia alla struttura dello
“stock” nelle sue articolazioni settoriali che alle sue dinamiche.
La struttura imprenditoriale di Catanzaro nel triennio 2000/2002 nella sua
articolazione evidenzia una incidenza delle imprese del settore agricolo
che nel periodo oscilla dal 13,46 %al 12,99% come imprese iscritte all’ente
Camerale e dal 15,16% al 15,21% come imprese attive.
In cifre assolute a fine 2002 il settore evidenziava n. 4076 imprese iscritte
e n. 4001 imprese attive, con incrementi sui dati del 2001 rispettivamente
di n. 276 e 266 unità pari a oltre il 7%. Tali cifre fanno del settore agricolo
un settore fondamentale della nostra provincia ed in forte crescita.
Di contro, tale dato risulta sensibilmente inferiore a quella che è la media
regionale che, come imprese agricole iscritte e attive è pari al 18,7% e
al 20,7% con uno scarto di oltre cinque punti percentuali.Quindi, in confronto
al dato regionale, la provincia di Catanzaro presenta una struttura imprenditoriale
coinvolta in misura sensibilmente inferiore nel settore agricolo.
Una breve notazione sul settore della pesca . La sua incidenza è molto bassa
0,04% con un andamento in flessione nel periodo 2001/2002 che ha riportato
la esigua consistenza delle imprese al dato del 2000 (11 imprese iscritte di
cui 9 attive) e un indice di sviluppo negativo di 8,33.
Mica male per una Provincia che ha le sue buone centinaia di chilometri di
costa sui due mari!
Una indiretta conferma di questo “stato di crisi delle vocazioni” riteniamo
la possa fornire il dato relativo allo scarsissimo utilizzo dei fondi
SFOP (il fondo strutturale comunitario di intervento nel settore della pesca) nello
Ambito del Piano Operativo Regionale.
Il settore manifatturiero evidenzia un’incidenza che sfiora nel periodo
in esame l’11% delle aziende iscritte e attive con un picco per queste ultime
dell’11,08% raggiunto nel 2001. Comunque, questo settore nell’ultimo anno,dopo
la performance globalmente negativa del 2001, ha fatto segnare un incremento
delle aziende iscritte e attive rispettivamente di n. 200 e 162 unità con
correlativi incrementi percentuali del 7,5% e 5,9%.
Nell’ambito del settore manifatturiero di assoluta preminenza risulta l’incidenza
delle industrie alimentari( collegate quindi al settore dell’agricoltura) che
costituiscono il 26% dell’intero comparto. Diversi altri comparti del manifatturiero
hanno fatto segnare buoni incrementi nel 2002/2001, fra cui il tessile,
le confezioni, la lavorazione del cuoio, l’editoria, la lavorazione dei minerali non
metalliferi, la lavorazione dei metalli, la produzione di macchine ed apparecchiature
meccaniche.
Interessanti appaiono gli incrementi in comparti nuovi per la nostra realtà quali
quelli registrati nel settore della produzione di elaboratori e macchine per uffici
(+ 24%.), apparecchi medicali e di precisione. Altro comparto in incremento,
e di consistenza strategica risulta quello della produzione di mobili che incide
sul settore per il 6,85% e che ha presentato un incremento (2002/2001) del 23,8%
come numero di imprese registrate, recuperando e sopravanzando
la flessione registrata nell’anno precedente.Di contro, globalmente
nel periodo in esame è risultata in flessione la consistenza delle aziende della
lavorazione del legno (esclusi i mobili) che è un altro dei “pilastri” del nostro
settore manifatturiero.
Sempre riguardo al settore estrattivo manifatturiero, vorremmo evidenziare
qualche altro dato di raffronto Nel periodo 1995/2002 la consistenza
delle imprese nella provincia di Catanzaro è passata da 2691 unità a 3289
con un incremento percentuale del 22,4% ed una crescita media annua del
2.91%. Tale dato è molto significativo ed evidenzia gli effetti
della strategia di incentivazioni per il Mezzogiorno posta in essere dalla seconda
metà degli anni ’90 con le leggi 488 (il cui primo bando è del 1996), 215, i
Patti Territoriali,
il Prestito d’onore e il credito d’imposta sugli investimenti ecc. E’stato questo
complesso di provvedimenti che ha impresso alla crescita del numero
delle imprese nel Mezzogiorno un ritmo molto sostenuto.
Basti pensare che nel periodo 1998/2001 il tasso di crescita del numero
delle imprese manifatturiere in Calabria è stato del 14,7% a fronte
di una crescita in Italia dell’1,8%.
Altro settore fondamentale nella struttura imprenditoriale si conferma l’industria
delle costruzioni con una incidenza sul totale che oscilla dal 12.54% al 12,19%.
Nel periodo 2000/2002 il settore ha ottenuto un incremento delle imprese iscritte
del 4,14% (in cifra assoluta n.152) , facendo segnare uno dei più elevati indici
di sviluppo (differenza fra indice di natalità e indice di mortalità) pari a 1,38.
Nel 2001 in rapporto all’incidenza media regionale del settore, il dato della
provincia di Catanzaro risulta lievemente superiore.
Le cause di tale sviluppo sono essenzialmente riconducibili all’azione propulsiva
della “mano pubblica”. Lo sblocco dei cantieri di tante opere pubbliche nella città di Catanzaro
(Tribunale, Funicolare, Teatro Comunale), l’attuazione del PRU ,
il Piano URBAN, le opere edili connesse alle iniziative imprenditoriali
finanziate dalle incentivazioni pubbliche (Legge 488, Patti Territoriali) hanno
tutti concorso a suscitare la ripresa del settore. Su questa scia si è inserita la
ripresa dell’edilizia abitativa.Questa ha avuto come uno dei fattori propulsivi
quella sorta di malsana” liberalizzazione” dell’attività costruttiva
determinata dalle note vicende del Piano regolatore generale della città di Catanzaro
, che ha causato l’ultimo assalto degli” animal spirits” dei costruttori nostrani ai
residui fazzoletti di terra disponibili.
Altri fattori sono stati i provvedimenti di defiscalizzazione
delle spese di ristrutturazione edilizia e, sempre per ciò che attiene alla città di
Catanzaro, la “voglia di ritorno” al centro storico a causa delle difficoltà di
collegamento , l’inadeguato sviluppo dei servizi,il degrado sociale di cui
soffrono i quartieri di più recente formazione.
Ciò ha determinato l’aprirsi di decine di piccoli cantieri nel centro storico
per recuperare vecchi stabili che erano stati ormai abbandonati.
Altra notazione merita il commercio che risulta in assoluto il settore
con il più elevato numero di imprese confermando la marcata connotazione
terziaria della nostra provincia . Le imprese del settore hanno oscillato
dal 38% al 36,42 negli anni 2000/2002 come imprese iscritte e superando
il 40% di tutte le imprese attive della provincia.Cioè i 2/5 di tutte le
imprese attive del Catanzarese appartengono al settore commercio.
Nel biennio 2000/2002 le imprese registrate hanno segnato un incremento
di 371 unità, pari a + 3,35%, mentre quelle attive hanno fatto segnare
un incremento di 348 unità, pari a + 3,40%. L’indice di sviluppo del
settore è stato pari allo 0,67%.
Il dato provinciale del settore comparato con quello regionale, nel 2001,
evidenzia una più accentuata fisionomia commerciale della struttura
imprenditoriale catanzarese rispetto a quella media regionale. Infatti
come dicevamo nel 2001 a livello provinciale le imprese del settore
commercio iscritte ed attive erano rispettivamente pari al 36,58% e
al 40,29% mentre a livello regionale si registrava rispettivamente
il 34,06% e il 36,3%.Uno scarto sensibile che definisce uno dei tratti
di differenziazione della struttura imprenditoriale della Provincia di Catanzaro
rispetto alla media regionale.
Per ciò che riguarda il settore turistico (alberghi ristoranti) anche qui siamo
in presenza di dati in crescita nel periodo 2000/2002: +61 unità, pari al +4,49%,
imprese iscritte e + 60 pari al +4,73% imprese attive con un indice di
sviluppo pari a 1,81 uno dei più elevati di tutti i settori. Anche per questo
settore molto ha influito la presenza delle incentivazioni finanziarie previste
( legge 488) Vi è in questo dato un segnale della volontà di giocare la carta del
turismo di cui si parla, anzi, da alcuni decenni nella nostra regione.
Le ultime notazioni le vorremmo riservare ai settori seguenti:
- istruzione
- informatica
- sanità e servizi sociali
-attività ricreative
Il settore dell’istruzione nel periodo in esame presenta un tasso di incremento
del numero di aziende iscritte e attive notevolissimo, pari rispettivamente
a + 29,33% e + 28,17% ed il più elevato indice di sviluppo di tutti il settori,
pari a 2,15. Pur tenendo presente che tali elevati indici di sviluppo sono collegati ai
bassi valori di partenza riteniamo che il fenomeno sia tale da meritare
qualche breve considerazione.
Si tratta, a nostro avviso, di imprese che operano nel settore della formazione
professionale la cui attività è stata stimolata dalle cospicue
risorse previste dalle misure dell’asse 3 del Piano Operativo Regionale.
In presenza del grande problema costituito dalla formazione professionale,
finora risoltosi in un gigantesco spreco di risorse pubbliche, si paventa il rischio
che le nuove formazioni imprenditoriali vadano ad incrementare il numero
dei famigerati “corsifici”.
Questo settore “moderno” presenta un andamento straordinariamente dinamico
evidenziando un tasso di crescita nel periodo 2000/2002 del 27,86% come
imprese iscritte e del 30,39% di quelle attive. Ciò è un fatto
estremamente positivo che denota l’esistenza di numerose risorse umane
qualificate capaci di operare in settori avanzati dell’economia .C’è da sperare
che l’offerta di “modernità” rappresentata da queste imprese, possa incrociare
una speculare domanda di innovazione da parte di tutto il sistema
imprenditoriale calabrese.
Anche questo settore presenta un elevato trend di crescita come numero di
imprese iscritte e attive nel periodo considerato 2000/2002,rispettivamente
+22% e +26%.
Tale andamento riteniamo sia dovuto in larga misura al fenomeno
“case di riposo” collegato ai problemi della “terza età” e, anche in questo caso,
ai finanziamenti pubblici.
I tassi di crescita di questi settori vanno dal 27,89% per le imprese iscritte
al 30,30% per quelle attive ed un incremento in termini assoluti rispettivamente
di.53 e n.50 unità.
Anche in questo caso alcune considerazioni potrebbero essere fatte.
Molto genericamente, riteniamo possa affermarsi che questa crescita viene
incontro all’evoluzione degli stili di vita che sta investendo la società meridionale
per ciò che attiene ai bisogni culturali, del tempo libero, della cura della
persona,del diffondersi di pratiche salutistiche propri di società
che hanno raggiunto superiori livelli di benessere.
Alla fine di questa fin troppo lunga disamina di dati le conclusioni che, a nostro
avviso, posso trarsi sono le seguenti:
La struttura imprenditoriale della Provincia di Catanzaro evidenzia una
marcata connotazione terziaria, come risulta dalla preponderante
presenza delle imprese del settore commercio che rappresentano,
a fine 2002 ben il 36,42% delle imprese iscritte e il 40,27% delle imprese
attive.Altri settori strategici risultano quello delle costruzioni, e
di non minore rilievo risulta la presenza imprenditoriale nel settore primario
ed il collegato
comparto delle industrie agroalimentari di gran lunga il più importante nello
ambito del settore manifatturiero.
Segue poi il settore manifatturiero con una incidenza percentuale
che supera di poco il 10% e nell’ambito del quale , oltre alla richiamata
prevalente presenza del comparto agroalimentare, si segnala per importanza
l’industria della lavorazione del legno.
Una interessante presenza è evidenziata dal settore turistico alberghiero.
Fin qui i tratti sono quelli di una struttura imprenditoriale imperniata su
settori tradizionali. Ma accanto a questi si presentano settori nuovi
quali quello dell’informatica, dell’istruzione e delle attività ricreative,
sportive e culturali che presentano tassi di crescita molto sostenuti.
Il dato generale è che nel periodo esaminato l’intero quadro della struttura
imprenditoriale della Provincia risulta interessato da un sensibile dinamismo
stimolato dall’azione di quel “croupier” di cui si è parlato
all’inizio.