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Il Decreto Gasparri sulle Antenne è inapplicabile

di Giancarlo Spadanuda*


Il cosiddetto Decreto Gasparri n.198 del 4-9-02 sulle "infrastrutture di telecomunicazioni..."(quali sono, ad esempio, le antenne di telefonia mobile) è incostituzionale. Ricordiamo, per tutti, l'introduzione del silenzio-assenso, ed, in molti casi, il semplice esercizio della procedura, da parte dei gestori di telefonia, della comunicazione di inizio attività (DIA);
Non è più necessaria la produzione, da parte dei gestori, della VIA (Valutazione Impatto Ambientale), che,pure,numerose leggi e disposizioni indicano, non ultimo il Consiglio di Stato -sentenza 1619/2003: il rilascio dell'autorizzazione o della concessione edilizia, da parte della competente amministrazione comunale, deve essere preceduto da procedura di VIA. Il tutto è manifestamente in contrasto non solo con la legge quadro sull'elettromagnetismo del febbraio 2001, ma addirittura con la legge costituzionale n.3 del 18-10-01 che pone, fra l'altro, al primo posto per le funzioni amministrative il Comune; l'intangibilità delle competenze comunali in materia territoriale è ribadito dalla Corte Costituzionale con la recente sentenza n.478 del 16- nov-02.
Con il decreto Gasparri, i Comuni e le Regioni,in materia,contano quasi zero assoluto: altro che devolution! Il che è assolutamente inaccettabile, tant'è vero che ben otto Regioni (Emilia, Lombardia, Toscana, Umbria, Marche, Basilicata, Campania, Liguria) hanno proposto reclamo alla Corte Costituzionale relativamente al suddetto decreto; ovviamente, la Regione Calabria ha ben pensato di non far parte del suddetto gruppo (chissà perchè). Anche il TAR di Lecce (ordinanza n.38 del 10 gennaio scorso) ed i Comuni di Vercelli e Roma,e le Province di Trento e Bolzano, hanno proposto reclamo "ad adiuvandum". A suo tempo hanno protestato centinaia di Comuni (Novara, Forlì, Orvieto,ecc...), nonchè l'UPI (Unione Province Italiane),e l'ANCI (Associazione Nazionale dei Comuni Italiani). La Corte Costituzionale deciderà a breve.
Ma c'è di più. Il decreto Gasparri,oltretutto,è anche inapplicabile. Infatti,l'art.1 del decreto individua come campo di applicazione le sole infrastrutture di telecomunicazione dichiarate strategiche ai sensi dell'art.1 della legge 443/01(legge obiettivo). L'art.1 ci parla della procedura di individuazione delle infrastrutture strategiche prevedendo che in sede di prima applicazione della legge spetta al CIPE (Comitato Interministeriale per la Programmazione economica) approvare il programma annuale entro il 31 dicembre 2001. La delibera CIPE n.121/01 individua,all'allegato 5,il programma delle infrastrutture strategiche nel settore delle telecomunicazioni, limitandosi,tuttavia, ad indicare i soli flussi di investimenti previsti dagli operatori privati, mentre rinvia espressamente ad una futura delibera, sino ad oggi non ancora approvata,la distinta delle opere considerate strategiche. In mancanza di questa individuazione, il decreto 198/02 non può considerarsi ancora operativo,ovverossia è momentaneamente inapplicabile. Infatti, molti Comuni hanno deciso di sospendere le concessioni, in attesa.
La conclusione è che sia i Comitati di Cittadini che i Comuni più sensibili (vedasi,ad esempio, l'ordinanza emessa a suo tempo dal Comune di Squillace), possono giuridicamente e momentaneamente contestare il Decreto Gasparri, ricorrendo a Tribunali e TAR contro i gestori di telefonia mobile e radio-TV, ai fini della tutela della salute e dell'ambiente dai campi elettromagnetici emessi, dei quali è ormai scientificamente accertata l'alta nocività.
La nostra lunga e vasta esperienza in materia ci fa dire, però, e per fortuna, che la Magistratura calabrese, è molto sensibile alla tutela dell'ambiente e della salute; i TAR di Catanzaro e Reggio Calabria sono presi ad esempio da altre Regioni della Penisola. L'ultima sentenza è del TAR Reggio Calabria, maggio 2003, in conseguenza della quale è stata letteralmente demolita l'antenna TIM di Via Archi di Reggio Calabria, a seguito di nostra consulenza tecnico-scientifica.

*consulente tecnico-scientifico per l'elettrosmog dei Comuni di Roma, Enna ed altri. CTU della Magistratura.



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