Ora Locale

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«Ora locale» allo specchio

Il dibattito sul giornale in una partecipata assemblea a Crotone


di Teresa Grano e Alessia Niger


Relazione introduttiva di Mario Alcaro

A Crotone avevamo fatto diversi incontri per una esigenza di verifica e per “tastare il polso” del giornale come strumento di iniziative culturali e politiche soprattutto. Vero obiettivo di questo incontro è la discussione sullo stato attuale di Ora locale.
Tre sono i punti fondamentali su cui è importante rivolgere la nostra attenzione:
1) la tenuta delle tesi di fondo della rivista;
2) il ruolo di Ora Locale nella campagna elettorale per le regionali;
3) situazione organizzativa e finanziaria.
Le elezioni regionali, in particolare al Sud, hanno evidenziato l’evoluzione politica del Meridione, con risultati positivi sia nelle regioni tradizionalmente di sinistra che in quelle più tradizionalmente di destra. Una situazione particolare è quella della Puglia, con un personaggio del tutto anomalo che non avrebbe mai potuto vincere se non ci fosse stata una sorta di rivoluzione culturale. La vittoria di Vendola è il chiaro sintomo di processi di trasformazione in atto, che politici ed intellettuali di ogni appartenenza non sono riusciti a cogliere ed interpretare a tempo debito.
Ora Locale sottolinea da sempre il carattere profondamente contraddittorio del Sud che, nonostante il diffuso pessimismo, rivela anche aspetti positivi. La nostra rivista, nel tentativo di gettare uno sguardo nuovo ed originale sulla questione del Mezzogiorno nell’era della globalizzazione, ha mostrato di essere portatrice di una visione lungimirante. Siamo partiti dalla critica del modello di sviluppo radicato in Occidente ed abbiamo ritenuto che era certamente importante colmare i ritardi dell’economia calabrese, ma che occorreva una elaborazione teorica ed un’analisi diversa da quella tradizionale, che guarda ai modelli delle regioni del Nord come le uniche possibili soluzioni dei problemi del Sud.
A nostro avviso, fare politica di sinistra, oggi, significa innanzitutto muovere una critica radicale all’idea di sviluppo. La crescita economica non ha più il carattere progressivo che aveva avuto in passato, non migliora le condizioni di vita della gente, né crea delle condizioni politiche tali da consentire momenti di transizione rispetto a obiettivi che si possano dire di sinistra, come accadeva quando la borghesia illuminata si schierava con le forze che rappresentavano i ceti popolari per creare forme di democrazia progressiva.
Altro elemento fondamentale della rivista è stato l’assunzione della centralità della globalizzazione. Abbiamo cercato di osservare i problemi della Calabria nell’ambito di un'ottica di questo tipo perché in generale il problema della globalizzazione richiede, nella sua complessità, una attenzione tutta particolare verso il locale.
Passando al secondo punto, cioè alla valutazione del ruolo di Ora locale nelle vicende delle elezioni regionali, occorre dire che abbiamo posto una serie di questioni su cui avevamo ampiamente riflettuto nel periodo antecedente alla campagna elettorale. Più di un anno e mezzo fa avevamo cominciato ad allestire delle proposte da immettere nella campagna elettorale, sollevando il problema del ceto politico e suscitando un ampio dibattito: basti pensare, in tal senso, all’articolo di Bevilacqua ed ai vari interventi di dirigenti politici in cui si discuteva questo problema a nostro avviso determinante per l’immediato futuro della Calabria. E ci siamo resi portatori di proposte su cui costruire una piattaforma programmatica e attorno a cui incontrarci con associazioni e gruppi politici. Lavorando in questa direzione abbiamo costruito delle esperienze abbastanza ampie, che hanno avuto successo.
Da questi continui incontri organizzati da Ora Locale è nato poi Progetto Calabrie, caratterizzato dalla presenza delle Università nell’ambito di un nuovo scenario politico. Inizialmente gli stessi quotidiani locali avevano identificato il gruppo come gli “oralocalisti"; con il passare del tempo si è sentita l’esigenza di fare in modo che le università trovassero invece un’etichetta specifica che consentisse una vera e propria differenziazione e che qualificasse meglio affinità d’intenti e divergenze. Numerosi esponenti di Ora Locale si sono impegnati in questo progetto, il cui obiettivo era di operare in direzione di un rinnovamento in Calabria a partire da un atteggiamento critico nei confronti della attuale pratica politica.
Grazie a questo coordinamento tra Ora Locale e Progetto Calabria si è giunti a quell’importante evento dell’Assemblea dei grandi elettori a Lamezia; successivamente Progetto Calabria ha pensato di presentarsi con una propria lista alle elezioni; Ora Locale, da parte sua, insieme con altre associazioni, ha convenuto invece che il compito di questo movimento fosse quello di agire a tutto campo come coscienza critica del centro-sinistra .
Nel momento in cui in Progetto Calabrie è prevalsa la scelta della lista, la rete di associazioni che si era creata è andata perdendo progressivamente quella peculiarità che l’aveva caratterizzata sin da principio. Poiché le elezioni si sono concluse, fortunatamente con la vittoria del centro-sinistra, dovremmo adesso porci il problema di come riprendere i rapporti con la rete delle associazioni, anche dal punto di vista programmatico e delle iniziative politiche.
Venendo al terzo punto, cioè alla realtà attuale del giornale, fornisco solo qualche dato: siamo all’ottavo anno di vita, abbiamo una tiratura di 5000 copie, 3000 sono distribuite insieme a Carta in tutto il Sud, mentre occorre rilevare che la distribuzione in Calabria è peggiorata. Fra qualche mese uscirà in volume un’antologia che raccoglie i contributi e gli articoli più significativi pubblicati su Ora locale.
La situazione finanziaria: abbiamo retto bene sino a quest’anno, ma cominciamo ad avere qualche problema.

Interventi
L’On. Francesco Martorelli ha sottolineato l’importanza di Ora Locale contestualmente al Mezzogiorno, al Mediterraneo e all’Europa, in un momento in cui si verificano cambiamenti decisivi, soprattutto in seno alla realtà politica spagnola. La vittoria riportata dalle sinistre in Italia nell’ambito delle elezioni regionali è sintomatica di un’esigenza di cambiamento, in un clima concitato di tensione politica che trascende il caso italiano nella sua fattispecie e si colloca in un contesto più ampio, per cui diventa indispensabile analizzare i pericoli e condividerli eventualmente con tutti i popoli del Mediterraneo.
Questa è una realtà in continuo movimento, se si considera il fatto che adesso l’asse del confronto politico internazionale si è riformulato in virtù di una sorta di un nuovo allineamento che vede i popoli del Sud contrapposti a quelli del Nord.
Non più Est ed Ovest, quindi, ma Nord e Sud. In tal senso bisogna guardare soprattutto all’esempio spagnolo e aprirci ad esso, nel tentativo di costituire un tessuto politico nuovo che risulti capace di smussare certi retaggi strutturali. In tutto ciò Ora Locale può ricoprire un ruolo fondamentale, proprio perché una possibilità di crescita è favorita dalle condizioni politiche contingenti. È in atto una vera e propria rivoluzione sociale cui dobbiamo partecipare attivamente, per scongiurare che i Berlusconi, i Bossi e la recrudescenza di certi fenomeni diventino una reale minaccia oscura di un nuovo regime.
Vladimiro Sacco ha parlato a tal proposito di una fase di progressivo esaurimento del modello di sviluppo nei paesi dell’Occidente, in un momento in cui il capitalismo altalenante, in un disperato tentativo di automantenimento, crea un processo di alternanza nel territorio-mondo fomentando processi di depressione economica in alcune aree difficili da circoscrivere, poiché questo fenomeno riguarda spesso anche realtà industrializzate; contrapporsi a questo modello di sviluppo diventa pertanto la discriminante fondamentale che distingue chi è di sinistra da chi non lo è. Si tratta, infatti, di una situazione caratterizzata da un lento e inesorabile declino industriale e, più in generale, di degrado di una civiltà.
Dal globale al locale, con importanti esempi che esulano dai metodi di lotta sindacale di tipo tradizionale, come quello della Polti Sud calabrese, che ha registrato veri e propri episodi di rivolta.
In tutto ciò Ora Locale ha avuto un ruolo importante, di notevole risonanza politica su tutto il Mezzogiorno, nonostante gli errori commessi che hanno portato a premere più sulla presentazione della lista che non sulla necessità di fungere da elemento critico all’interno della sinistra, e per la costruzione di una sinistra alternativa.
La coscienza critica su cui si fonda l’esperienza di Ora Locale non deve essere smarrita: essa deve continuare in questo percorso, riaffermando il suo essere luogo di riflessione e di analisi, in funzione della riformulazione della rete dei movimenti, oltre che occasione di incontro e di confronto con le forze della sinistra capaci di riconoscersi con le questioni emergenti. Tonino Nicoletta ha riportato il discorso sulla matrice culturale di Ora Locale, fondata sulla specificità meridionale e mediterranea, in correlazione al circuito di movimenti che si è venuto a creare durante la vigilia della campagna elettorale.
Con la proposta importante di uscire dall’Accademia e dal perbenismo di maniera e fare in modo che il giornale si apra ad un bacino di utenza più ampio che comprenda soprattutto i giovani, attraverso anche un modo itinerante di fare assemblea, e la riscoperta di certi luoghi che non siano soltanto quelli più tradizionalmente deputati al dibattito culturale e politico; attraverso, quindi, un vero e proprio processo di svecchiamento del giornale che porti ad un confronto tra generazioni e ad una compartecipazione più decisiva.
Ciccio Caruso ha premuto invece sul problema della strumentalizzazione cui è stata soggetta l’esperienza politica di Ora Locale nell’ambito del voto regionale.
Il monito è innanzitutto quello di ripopolare la redazione, stimolarla; d’altra parte bisogna meglio qualificare il giornale, partendo dal presupposto che esso resta strumento di critica all’interno della sinistra, e mantiene il suo essere luogo di confronto, di mediazione, di riferimento per tutti coloro che credono negli obiettivi autentici della sinistra in generale.
Il bilancio è tuttavia fortemente positivo: l’esigenza più forte, in termini di prospettiva futura, è quella di far sì che il giornale ritrovi la sua vecchia impostazione, come realtà di confronto e di lotta, come coscienza critica della sinistra.
Massimo Ciglio si è soffermato sulla necessità di riportare l’attenzione di Ora Locale su quanto accade in Calabria, per cercare di ridefinire le ragioni che costituiscono il sostrato del giornale stesso, sulla base dell’esperienza del federalismo municipale, sulle ragioni delle città calabresi e dei luoghi che abitiamo, per potere prefigurare una differente tipologia di sviluppo.
Si sono registrate, a tal proposito, alcune importanti esperienze di municipalismo dal basso, in modo particolare a Cosenza, in alcune realtà di quartiere; più in generale si sono sperimentate nuove forme di partecipazione e di lotta da parte dei cittadini, basate ad esempio sulla rivendicazione del concetto di tempo, come è accaduto a Melfi.
Un punto da cui partire è lo sguardo continuo di Ora Locale su fenomeni di questo tipo, raccontando quelli che sono i reali bisogni della gente, di riappropriarsi di certi luoghi e di certi spazi; pensando ad una possibile creazione di organismi democratici attraverso la partecipazione attiva dei cittadini per pervenire ad un ragionamento che vada oltre i partiti, non contro ma oltre, intessendo una serie di relazioni anche con il problema dell’immigrazione che è parte integrante di una realtà sociale sempre più composita.
La rivista può trovare nuova linfa se le redazioni raccontano ciò che accade, se avviene una socializzazione di queste esperienze, se ci costituiamo come gruppo di lavoro anche politico.



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