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Il Distretto energetico della Calabria

di Giuseppe Napoli
(già Consigliere Regione Calabria)


Una breve premessa
Dopo la stagione neocostituente caratterizzata dall'approvazione del nuovo Statuto e della legge elettorale regionale, dopo le recenti modifiche alla
Costituzione, anche quelle c.d. in senso federalista, si è aperta per la Calabria una fase particolarmente impegnativa, segnata anzitutto dalla diversa
architettura istituzionale modellata dalla riforma della Costituzione, che assegna più incisivi compiti alle regioni nella programmazione e negli indirizzi di
sviluppo. Una occasione in più per tentare di recuperare i ritardi notevoli accumulati, in particolare, negli ultimi dieci anni sul terreno della
programmazione, dello sviluppo e della piena utilizzazione delle risorse comunitarie. Uno sforzo straordinario occorre profondere sull'impegnativa
questione del lavoro per le donne e i giovani e per quanti sono stati esclusi dai processi produttivi, sul delicato settore della salute dei calabresi, sulla
annosa vertenza delle infrastrutture, sul turismo che non riesce a superare la soglia della stagionalità per divenire una significativa e stabile realtà, anche
occupazionale.
Sull'importante terreno della tutela dell'ambiente e della valorizzazione delle risorse energetiche un primo segnale è stato quello del 14 febbraio del
2005 quando, in sede di Consiglio regionale, sono stati votati alcuni importanti provvedimenti inerenti il Piano energetico ambientale della Calabria
(P.P.A. n.315)
, ed in particolare è stato approvato un emendamento (presentato dallo scrivente) con cui il territorio della provincia di Crotone è stato
riconosciuto unico Distretto energetico della Calabria ed è stata normata la particolare ed ultradecennale vocazione del territorio alla coltivazione ed alla
produzione energetica.

La produzione energetica nel territorio provinciale
Storicamente, i primi impianti per la produzione energetica entrarono in funzione sul finire degli anni Venti del secolo scorso, quando, in seguito alla
realizzazione della imponente opera dei laghi silani, si assistette all'entrata in funzione della Centrale idroelettrica sita in località Timpagrande (nel Comune
di Cotronei) e, successivamente, di quella in località Calusia (nel Comune di Caccuri), che attualmente producono ogni anno in media circa 317,03
milioni di kWh (la prima), e di 71,65 milioni di kWh (la seconda) [oggi, entrambe le centrali sono di proprietà della Endesa Italia s.r.l.].
Alla quantità energetica prodotta dalle due centrali idroelettriche presenti sul territorio provinciale vanno sommate quelle derivanti dalla coltivazione
dei giacimenti metaniferi ricadenti nel territorio costiero crotonese (i cui impianti Agip-Eni sono attivi sin dagli anni '70) che assicurano circa il 16% della
produzione nazionale.
Abbiamo inoltre le centrali per l'energia derivante dalla lavorazione delle biomasse allocate nei territorio dei Comuni di Crotone, Cutro e Strongoli.
La prima, di proprietà di Biomasse S.p.A., trova collocazione nell'area industriale di Crotone. Si tratta di una centrale termoelettrica alimentata a
biomasse vegetali (la quantità di biomasse utilizzabile, per l'esercizio a regime, è di 200.000 tonnellate l'anno), articolata su due gruppi di produzione
gemelli, ciascuno in grado di erogare in rete una potenza netta di 10 MW, con distribuzione a 20 KV nella rete ENEL.
L'esercizio è previsto per almeno 8000 ore/anno in continuo. La potenza elettrica lorda di ciascuna linea è di circa 11,6 MW al fine di potere
autoalimentare tutti gli ausiliari necessari al funzionamento dell'impianto. Di poco inferiori sono le caratteristiche tecniche di producibilità dell'impianto di
Cutro, mentre circa il doppio sono quelle di Strongoli.


Quali le ricadute sul territorio?
Modeste si possono però considerare le ricadute economiche e sociali sul territorio, se si escludono le royalties. I costi energetici praticati in loco si
possono considerare alla stregua delle altre località d'Italia che pure non si trovano in questo stato di "grazia" naturale.
Oggi, invece, in virtù del richiamato provvedimento regionale, il territorio del Crotonese - sino a ieri solo produttore di energia - si è dotato di uno
strumento altamente innovativo, attraverso cui sarà possibile procedere ad un utilizzo certamente più efficace degli esistenti modelli di politica energetica,
cui si accompagneranno la ricerca, lo sfruttamento e l'attivazione di nuove linee di interventi in materia di energia.
Le discussioni circa il futuro del pianeta ruotano, attualmente, intorno ai due fondamentali problemi: "energia" ed "ambiente"; il Distretto energetico
rappresenta, dunque, un particolare e fondamentale strumento per favorire i processi mirati al miglioramento della qualità della vita in chiave energetica e
ambientale.
Il Distretto Energetico, infatti,
- privilegia gli obiettivi della tutela della salute e dell'ambiente, valorizza le risorse naturali e territoriali, l'uso razionale dell'energia, la riqualificazione delle
infrastrutture esistenti, lo sviluppo di nuovi servizi per l'utenza;
- apre nuovi spazi di attività per le imprese come fruitori, produttori e manutentori, e costituisce una straordinaria occasione per promuovere
l'occupazione, qualificata e non, del nostro territorio che ha bisogno di innovazione e lavoro;
- valorizza le risorse endogene e le caratteristiche del crotonese attraverso l'incentivazione alla installazione di tecnologie utili al risparmio e alla
produzione di energia da fonti rinnovabili, compatibili con l'ambiente, nel quadro degli obiettivi del protocollo di Kyoto;
- promuove nuove strategie per l'abbattimento delle emissioni nell'atmosfera di particelle nocive provenienti da impianti industriali e domestici, nonché
tutte le misure di incentivazione economica che consentono di andare anche oltre gli obiettivi indicati dal protocollo di Kyoto;
- favorisce l'erogazione di contributi per studi di fattibilità tecnico-economica, per progetti esecutivi di impianti civili, industriali o misti di produzione, di
recupero, di trasporto e di distribuzione dell'energia derivante dalla cogenerazione, per la realizzazione o la modifica di impianti relativi a processi e servizi
finalizzati al risparmio di energia attraverso l'utilizzo di fonti rinnovabili ed un migliore rendimento di macchine e apparecchiature mediante la sostituzione
di idrocarburi con altri combustibili;
- incentiva progetti ed investimenti nel settore civile per il contenimento dei consumi di energia, per il miglioramento dell'efficienza energetica e l'utilizzo
delle fonti rinnovabili di energia nella climatizzazione e illuminazione degli ambienti e nella produzione di energia.

Conclusioni
Con il Distretto Energetico - unico in Calabria - il territorio della provincia di Crotone realizzerà importanti obiettivi nella ricerca, nella produzione,
nello sfruttamento e nell'occupazione e decisivo sarà il ruolo della Regione Calabria, delle istituzioni locali, delle forze imprenditoriali e sindacali, chiamati
a condividere avanzati progetti di innovazione e di sviluppo.
Urgente si fa, dunque, la ripresa del confronto per avviare le procedure costitutive del Distretto Energetico della Calabria a Crotone.

 



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