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Dal "Quotidiano della Calabria" - 9 Agosto 2000

MOTORI CRETINI DELLA STORIA?

di Renzo Alzetta



L' articolo di Augusto Placanica del 5 agosto su Il Quotidiano della Calabria, dedicato all' editoriale di aprile-maggio 2000 di Ora locale è monito severo e autorevole invito rivolto alla sinistra calabrese a serietà di analisi e di proposte politiche. Come non condividerlo nei suoi giudizi sferzanti sulle nuove forme che assume oggi in Calabria l'arretratezza culturale ? Eppure la predica non convince completamente perché Placanica, dopo la precisazione iniziale di non voler operare un'analisi scientifica della rivista sotto tiro e di voler tenersi stretto al solo editoriale, continua in realtà ad agitare la sua sferza di storico serio e documentato lungo tutto l' articolo senza scendere mai al livello di quell'immaginario sociale che tanto muove il corso della Storia.
Penso che dopo Marcuse sia giunto ormai il tempo di chiederci quale ruolo abbia la sottocultura nei movimenti che cambiano il corso della Storia. Perché se è seria la maggior parte degli studiosi che scrivono la Storia, siamo sicuri che sia altrettanto seria quella parte di società che la Storia la fa?
Dopo Marcuse e dopo la recente guerra umanitaria e sessantottina per il Kosovo possiamo essere ancora sicuri che i motori della politica abbiano tutti la concretezza, la validità, la consistenza e la legittimità dei grandi motori classici, quali i conflitti di classe , lo scontro di interessi economici, le lotte di liberazione, le spinte imperialiste, le guerre di religione?
Siamo proprio sicuri che non siano in azione anche grandi motori cretini nella Storia?
Clinton, in altre parole, è più serio di Veltroni? Lenin utilizzava spesso la categoria del cretino nel suo sforzo di capire il corso degli eventi del suo tempo e non si può certo negare che sia stato capace in più occasioni di indirizzarlo nel verso che più gradiva.
La nostalgia dell'età dell'oro, del tempo antecedente all'instaurarsi della proprietà privata è parte costitutiva anche della dottrina marxista. L'utopia, i sogni partecipano alla costruzione dei movimenti politici, la nostalgia per l'indimenticabile e formidabile '68 è difficile da sradicare dalla sinistra, così come la nostalgia per la rivoluzione di ottobre e la rivoluzione francese, che forse furono opera di esaltati e di cretini ammaestrati da pochi grandi idealisti megalomani.
Le grandi parole d'ordine che indirizzano le masse e creano il consenso popolare sono spesso superficiali. Se n' è accorta pure Grazia Francescato, come risulta da una sua recente dichiarazione riportata su "Il Corriere della Sera": difficile dichiarare ogni giorno cose intelligenti .
La massa dei giovani sfaccendati, ignoranti e disorientati non troverà mai in Augusto Placanica il suo rappresentante, l'interprete delle sue aspirazioni a sentirsi importante e a vivere bene senza faticare.
Placanica infatti pretende esattezza, disciplina, sacrificio, studio, impegno non effimero. L'Ora locale ha programma più allettante: approssimazione, grinta e i panni ruvidi della volontà generale per autoeducarsi all'ozio. Perché a lavorare ci penseranno le macchine informatiche.
 


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