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Aprire una nuova stagione politica
Una proposta ai Sindaci
Caro Direttore,
desidero avanzare su Ora Locale una personale riflessione e insieme una proposta
che spero possa dare avvio a un dibattito politico all'interno del giornale e - mi
auguro - presso l'opinione pubblica della nostra regione.
Non credo che ci sia bisogno di fare accenni polemici sul valore e sul comportamento
della giunta regionale negli ultimi due anni per convincersi di una realtà su cui
c'è ormai universale consapevolezza. Fino a quando la Calabria non disporrà di un
ceto politico di governo all'altezza dei suoi bisogni - ma anche delle opportunità offerte
oggi dall'Unione Europea - la regione sarà destinata a restare quella che è: l'ultima
d'Italia in fatto di sviluppo, di reddito, di servizi, di opportunità di lavoro,
di tutela dell'ambiente, ecc. Siamo entrati ormai in una fase storica nella quale un nuovo
protagonismo anima i vari poli territoriali in cui si vanno articolando le economie
e i poteri dell'Europa. Aree metropolitane, regioni storiche, piccoli Stati (si pensi all'Irlanda) stanno dando vita a nuove gerarchie con cui in futuro sarà sempre più
necessario fare i conti. Ma i prossimi anni saranno forse gli ultimi nei quali la
Calabria potrà disporre di una massa così ingente di risorse finanziarie quale quella
messa oggi a disposizione dall'Unione Europea per programmi di sviluppo. Occorre dunque,
se si vuol reggere la sfida e cogliere le straordinarie opportunità che si presenteranno,
avere alla guida del governo regionale uomini di non comune capacità operativa, ispirati da un chiaro e coerente programma, animati da un interesse per il bene comune
che sopravvanzi di molto quello personale e di partito.
Fin qui siamo all'avvio. Ma non è certo per convincerti di questa verità la ragione
per la quale ti scrivo. Tutti sappiamo che normalmente si comincia a parlare dei
problemi del governo regionale all'immediata vigilia delle elezioni: e naturalmente
per aprire la consueta ridda e rissa sulle candidature elettorali. Un segno questo - se c'è
bisogno di sottolinearlo - in cui viene messa a nudo tutta la precarietà e l' occasionalità
della nostra vita democratica. Ora, io credo che costituirebbe una importante novità di costume e di cultura politica se della stessa composizione del futuro governo
incominciassimo a parlare ora, quando mancano un paio di anni alla scadenza naturale
della legislatura. Salvo, naturalmente, imprevisti. E la proposta che vorrei avanzare è la seguente: perché non pensare ai sindaci che si sono particolarmente distinti
nell'amministrazione dei propri comuni - alcuni per due consecutivi mandati - come
ai naturali candidati al prossimo governo della Regione? Si tratta in genere di persone
che hanno maturato una buona esperienza politica e amministrativa, che godono spesso
di un largo consenso popolare e che perciò possono portare dentro l'istituto regionale
una ventata di efficienza, pulizia, conoscenza dei problemi, difficilmente riscontrabile in altre figure. Nelle democrazie europee questo tipo di carriera politica è
da decenni un fatto normale. E io - che pure non sono portato a vedere fuori d'Italia
dei modelli da imitare a tutti i costi - credo che una simile esperienza gioverebbe
grandemente all'interesse generale dei cittadini e al rinnovamento della politica.
Purtroppo negli ultimi anni i partiti, specie da noi, hanno cessato di essere, per
dirla con una vecchia frase gramsciana, gli organizzatori della volontà collettiva .
Le sezioni sono vuote e deserte: sia a destra che a sinistra o al centro. Credere
che il vecchio personale del funzionario di partito possa ancora costituire il serbatoio
da cui attingere per il governo della regione è un errore non più perdonabile: esso
sarebbe un danno per la Calabria, per la democrazia, per la stessa politica.
A scanso di equivoci dico subito che non sto pensando a un partito dei sindaci .
Ci sono già fin troppe sigle in Italia a fare confusione. Non voglio aggiungerne
altra in salsa calabrese. Né penso che simili candidature debbano essere esclusive
o avvenire in contrapposizione ai partiti. Molti dei sindaci che negli ultimi anni si sono fatti
valere in Calabria - sia dell'Ulivo che del Polo - appartengono e sono stati eletti
come rappresentati dei partiti. Contrariamente a quanto si potrebbe pensare, io credo che la candidatura dei sindaci da parte dei partiti potrebbe essere una occasione
per rivitalizzare il loro rapporto con le popolazioni, per tornare a essere luogo
di partecipazione dei cittadini e di dibattito democratico.
Questa è dunque la proposta su cui vorrei si aprisse il dibattito. Ma con una precisazione
fondamentale. Non chiedo affatto che si apra su Ora Locale una lotteria sui nomi
dei possibili candidati. Sarebbe un esercizio sterile e inconcludente. In realtà,
gli stessi sindaci, una volta alla testa della Regione, non potrebbero andare al di
là di una onesta amministrazione se non fossero anche portatori di un ricco e articolato
progetto di governo. Ed è su questo che il giornale dovrebbe ospitare una discussione davvero propositiva. Tutto il tempo che ci separa dalla tornata elettorale per
il rinnovo della Giunta dovrebbe essere impegnato in un'ampia discussione sulla base
di proposte di merito, programmatiche. Quale politica vogliamo realizzare per il
rinnovo dei nostri centri storici? Come vogliamo utilizzare i nostri territori interni e farne
sede di economie ecocompatibili? Quali sono le idee e i progetti di conservazione
del nostro patrimonio ambientale e artistico per rendere l'attività turistica una
fonte di lavoro e al tempo stesso una occasione di tutela e di valorizzazione? Quali sono
i settori agricoli e industriali da potenziare e favorire al fine di uno sviluppo
autonomo? Come rendere più efficienti le infrastrutture che appaiono meglio finalizzate
allo sviluppo e all'occupazione? Quali iniziative intraprendere per rendere più ricca
l'istruzione e la formazione culturale delle nuove generazioni? E' questo lo sforzo
politico su cui tutti i calabresi di buona volontà dovrebbero seriamente cimentarsi
nei prossimi mesi. Ma, per carità, senza dare nessuno spazio a chiacchiere propagandistiche
o a proclami rivendicativi. Chi scrive deve portare idee circostanziate, frutto di
ricerca, di competenza, di esperienza sul campo. Il deficit più grave di cui soffre
la politica nel nostro tempo è di cultura, di sapere sociale, di orizzonte progettuale.
Non si tratta di cose che si improvvisano, ma si costruiscono nel tempo, con uno
sforzo collettivo. E Ora Locale può costituire il terreno su cui far crescere,
chiamando a raccolta le intelligenze disponibili, questa esile e fragile pianta.
Grazie per l'ospitalità, tuo