Ora Locale

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Quando alcuni temi alla moda assumono il volto di tragedie

di Antonio Barbieri



Che cosa vuol dire globalizzazione, flessibilità, privatizzazione, biogenetica, cibi transgenici, inseminazione artificiale, fecondazione in vitro? E che cos'è il rifiuto radicale di Seattle?
Apriamo i giornali e ci imbattiamo in loro, come se fossero i nostri coinquilini, un po' buffi, sinistri, misteriosi, simpatici, intollerabili, come avviene ormai usualmente nei nostri segreganti e alienanti condomini. Guardare, spiare, origliare, ma in fondo meglio farsi i fatti propri e non immischiarsi. Non abbattere le distanze convenzionali.
Sono "attori" (la globalizzazione, la flessibilità e quant'altro) che seguiamo un po' svogliatamente, in poltrona, come in un talk-show, convinti che non siano reali, anche se ci intrigano e certamente ci fanno compagnia, sia pure non prendendoli per niente sul serio (proprio questa loro approssimazione, anzi, e addirittura ambiguità, ce li rende cordiali, come succede nei rapporti estemporanei ). Nel frattempo il "tema" (globalizzazione, flessibilità ) ha guadagnato consensi; è diventato del tutto popolare, e ne seguiamo dibattiti, convegni, tavole rotonde. Sempre con quello snobismo esotico di assistere ad una esibizione (in cui esibirci, a nostra volta) di teste d'uovo, di buongustai della cultura, di bella gente e elegante, attiva, consapevole protagonista, che si tiene il mondo in mano (e ci tiene, si ci tiene), maneggiandoselo come una spezia particolare (raffinatissima) da saper dosare e degustare. Ma in men che non si creda, chi sa come, le nuove parole (frivole come la moda, in apparenza, ma ferree come i più sperticati ideologismi: il flusso dei soldi che le detta ha vertigini e capricci che scompaginano ogni cosa, in ogni momento, tranne che la ruota giri, l'onda salga e si spanda, movimento assiomatico ) assumono la durezza dei fenomeni tangibili (un disastro, una calamità, un incidente) a cui, sia pure increduli, bisogna credere, nuda e spietata realtà delle nostre ore contingenti. Forse solo allora, casualmente, le pronunciamo mentalmente, per entrarci, ripetendocele con pervicacia giaculatoria, forte e pervasivo odore da indovinare. Finalmente ....



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