Lettera aperta a
Carissimo compagno,
Nuccio Iovene,
Segretario Regionale dei Democratici di Sinistra
leggendo quanto hai scritto sull'ultimo numero di "Ora Locale", mi sono ricordato, che l'Abate Padula , per argomentare il suo accorato ragionamento sulla condizione delle "Persone in Calabria", sosteneva che il punto di svolta per rimuovere le difficoltà che bloccano la creatività degli intellettuali è l'immaginazione, l'idea: un'idea possibilmente a gomitolo che stimoli il bisogno di svolgerla (mentre per il contadino è la terra: il possesso di un bel pezzo di terra sua, dove mettere radici e poter programmare la sua povera esistenza).
Per te, questo punto di svolta sono le cose da fare e quelle da disfare nella coalizione di centro-sinistra per ribaltare la "cultura" del collateralismo e della "frammentazione corporativa della rappresentanza"- traduzione assai sofisticata della pratica elettoralistica dei gruppi di potere che allignano nelle migliori famiglie- e costruire un soggetto politico capace di proporsi a tutti i livelli come una grande forza alternativa alla Destra.
E' una disamina alquanto interessante che ripropone impietosamente un interminabile "rosario" di problemi e situazioni tanto che viene difficile rintracciare il punto attorno al quale riannodare i fili e tessere un'idea di politica e di organizzazione delle forze di centro-sinistra.
Nel crotonese, dove non si è fatto molto per portare a sintesi politica e progettuale il processo avviato con l'Ulivo, rintracciare il bandolo della matassa è ancora più difficile che altrove: tra la gente c'è tanta indifferenza e tantissima delusione; la passione politica è poco più che un lontano ricordo del passato, mentre la crisi di rigetto della politica e dei partiti cresce e si diffonde a dismisura. L'impressione è che la verità sullo stato delle cose è sotto ai nostri occhi, ma noi continuiamo a cercarla il più lontano possibile per avere la scusa di non trovarla.
Hai ragione tu! I vecchi partiti non ci sono più, i nuovi sono tutti da inventare e le riaggregazioni che incominciano a delinearsi all'orizzonte, più che il risultato di una scelta ideale e politica, sembrano essere il prodotto del vecchio e purtroppo sempre attuale meccanismo elettorale. E questo è tanto più vero dalle nostre parti, dove, fra l'altro, l'esperienza insegna da sempre che con le "prediche", per quanto lucide e intelligenti, non si è mai cambiato nulla; perciò urge fare qualcosa di più e di molto diverso.
Per esempio, la riflessione che hai fatto ad alta voce se non è la solita esternazione di ansie e stati d'animo diversi, ma l'espressione della volontà di irrompere nella realtà con determinazione e consapevolezza per tentare di cambiare il corso delle cose, potrebbe essere una validissima premessa dalla quale partire per definire tempi, modi e luoghi di un ampio confronto tra il popolo della coalizione. Se questo è, come penso, il senso del tuo ragionamento, perché non provare? Sappiamo molto bene che non è facile perché la strada da fare è proprio tanta e noi siamo appena all'inizio: ma quale altra ragionevole alternativa può esserci per mettere in campo e verificare la praticabilità delle tue " buone intenzioni"? Sinceramente , al di là del confronto, dell'iniziativa e della lotta politica, non c'è nulla di ciò che cerchiamo; e non solo per le condizioni oggettive, ma anche per la semplicissima ragione che anche le buone intenzioni se non hanno le gambe per camminare non vanno da nessuna parte. Tu non sei un "libero pensatore" che interviene in un dibattito o scrive un "pezzo" e la cosa finisce lì: sei l'espressione più autorevole della più consistente forza politica della coalizione; disponi di ampi poteri decisionali e, più di altri, porti la responsabilità della coerenza, perciò devi essere conseguenziale, nel senso che non puoi solo "dire", ma devi anche fare. Il che significa che diagnosticare il male è importante quanto curarlo.
Condivido e apprezzo le cose che hai scritto ed è proprio per questo che non posso concludere senza prima averti manifestato le mie "residue" perplessità. La prima riguarda il fatto che nel tuo ragionamento non c'è traccia dei Democratici di Sinistra: eppure, se non partiamo da loro da chi pensi che si potrebbe partire? Se la testa del processo di cambiamento non la prendono i Democratici di Sinistra chi potrebbe o dovrebbe farlo? Se non danno loro l'esempio di chiudere con la frammentazione e le altre storie perché dovrebbero farlo gli altri? E, per concludere: se non s'incomincia da lì a ripristinare le regole del giuoco come possiamo pretendere di invertire la rotta e affrontare a viso aperto la lotta contro la trasversalità e la corporazione dei "clubs" elettorali?
Può darsi, che ti chiedo molto, ma a chi dovrei chiedere se non a te che sei giovane, hai le idee abbastanza chiare e, quello che più conta, sei anche il Segretario Regionale del mio Partito?
L'altra più che una perplessità è una riflessione: le preoccupanti vicende che, dal congresso fondativo, accompagnano la Federazione dei Democratici di Sinistra di Crotone sono tante e le conoscono perfino le pietre della strada; eppure, se ricordo bene, tu non hai partecipato nemmeno a una sola delle discussioni avviate dalla Direzione della Federazione. Perché ? E' vero che da quando la politica ha perduto la sua centralità anche tra noi è prevalsa la logica del "branco" che ha prevaricato e distorto ogni cosa: la democrazia interna e il rispetto delle norme statutarie sono ridotte ad una mera formalità; i militanti e gli elettori sono sistematicamente "scippati" dei loro diritti e da quando abbiamo perduto l'abitudine di identificarci con "qualcuno" e con qualche "cosa" cresce la disaffezione e la doppiezza e l'opportunismo che hanno snaturato il confronto, il ruolo della Direzione Politica e la natura del Partito. Ed è anche vero che finora si è fatto troppo poco; e quel poco che si è fatto per mettere insieme i "cocci" dei laburisti, dei cristiano-sociali, dei comunisti unitari e dei pidiessini, per una ragione o per l'altra , viene sistematicamente messo in discussione. E come se tutto ciò non bastasse l'ultimo scempio di "chirurgia plastica " è stato consumato con il pilotaggio delle dimissioni della segreteria della Federazione e la nomina di alcuni "commissari" che, nella migliore delle ipotesi, faranno da levatrice all'ennesima spartizione di quello che resta del glorioso patrimonio politico del passato. Abbiamo già regalato alla Destra il collegio senatoriale più prestigioso del Mezzogiorno, il Comune di Crotone e la Regione, senza che qualcuno sentisse il bisogno di spiegare ai militanti e agli elettori della sinistra democratica il perché. Siamo alla vigilia di un confronto elettorale difficile e impegnativo, di grande rilevanza politica, che non possiamo disattendere e tanto meno perdere, ma si continua a battere la vecchia strada che abbiamo già sperimentato sulla nostra pelle: a Crotone la situazione è quasi disperata e in Via Panella, con la complicità del Regionale, pochi intimi continuano a discettare sul sesso degli angeli perdendo di vista la cosa più importante che è quella di attrezzarsi e scegliere al meglio uomini e idee, per sostenere e vincere il confronto con la Destra di Berlusconi.
Malgrado tutto, i Democratici di Sinistra del Crotonese sono ancora una cosa molto seria; una presenza, nel panorama politico calabrese, decisamente molto importante e da non perdere di vista: amministriamo la Provincia e diciotto dei ventisette Comuni; abbiamo (ancora) due parlamentari nazionali ed un consigliere regionale; siamo radicati nell'associazionismo laico e cattolico, nei sindacati, nella cooperazione e nel mondo della produzione, del lavoro e delle professioni. Disponiamo ancora di ampi consensi, di un patrimonio ragguardevole di quadri dirigenti e di una notevole esperienza politica: un potenziale di lotta e d'iniziativa invidiabile che, però, in assenza di un punto di riferimento politico, pesa poco e incide ancora meno. In altre parole, c'erano e, in qualche misura ci sono ancora, le condizioni per sperimentare e con successo la costruzione della nuova Sinistra e del nuovo Ulivo. E allora perché tanta "disattenzione" da parte della Direzione Nazionale e Regionale del Partito? Pensi di poter invertire la rotta della "barca" evitando il rischio che affondi prima ancora di avere mollato gli ormeggi?