di Gianni Calabretta (Sindaco di Soverato)
Lo stimolo di Piero Bevilacqua sull'ultimo numero di  Ora Locale  mi induce ad intervenire, 
anche se riscontro un limite nella chiamata diretta ed esclusiva ai sindaci.
Il richiamo al metodo - quello di aprire un dibattito finalizzato alla costruzione 
di un articolato e ricco programma di governo per la regione - è ovvio e, nello stesso 
tempo, opportuno, per il fatto che "gli organizzatori della volontà collettiva" sembrano occupati a dirimere le questioni sulle candidature e sui pesi delle componenti 
le coalizioni.
E' fuori di dubbio che la formula vincente - e per vincente intendo: produttrice di 
effetti benefici per la Comunità - è quella dell'incontro fra un progetto ricco di 
saperi, fondati sulla conoscenza dei punti di forza e dei punti di debolezza, e un 
gruppo di donne e uomini credibili e capaci.
L'esperienza dei Sindaci si è rivelata vincente proprio perché la scelta è stata effettuata 
direttamente dai cittadini, che hanno "pesato" la qualità del progetto elaborato 
sulla base della conoscenza diretta del territorio e la credibilità dei soggetti 
che si erano proposti di realizzarlo: lungi da loro qualsiasi preoccupazione di dirimere 
conflitti o di rispettare le quote della coalizione dei partiti.
Ora, a parte qualche preoccupante segnale di involuzione in alcune realtà comunali, 
nelle quali i partiti pare stiano tentando di restaurare la logica perdente, in ambito 
regionale possiamo solo augurarci che la riforma elettorale sia approvata al più 
presto e nella direzione di una riduzione al minimo dell'influenza dei partiti nella determinazione 
dei candidati, che dovrebbe avvenire tramite elezioni primarie, e nella corrispondente, 
ed altrettanto necessaria, esaltazione del ruolo dei partiti quali elaboratori dei programmi.
E questa è sicuramente la precondizione necessaria affinché si attivi la partecipazione 
delle energie sapienti anche nei partiti, le cui sedi sono vuote e deserte proprio 
perché lo spazio è occupato da altri interessi.
Quanto alla sollecitazione di suggerire temi programmatici, non credo che l'intervento 
sul giornale sia lo strumento più idoneo per proporre e soprattutto per dibattere: 
la limitatezza dello spazio consentirebbe al più una sterile quanto ovvia enunciazione di principi: tutela dell'ambiente, valorizzazione dei beni artistici e dei centri 
storici, lotta alla criminalità organizzata, difesa del lavoro e nuova occupazione...E 
i tempi di risposta, troppo lunghi e distanti per produrre effetti di elaborazione 
concreta e di condivisione.
Sarebbe più opportuno, a mio parere, promuovere più incontri di studio e di riflessioni 
partendo da "Cento idee per lo sviluppo" elaborato dal dipartimento del Ministero 
del Tesoro, recentemente presentato a Catania, per focalizzare i temi e calibrare 
le soluzioni sulla realtà regionale -  Ora Locale  potrebbe farsi carico della organizzazione 
e della pubblicazione degli atti, chiamando a raccolta le energie ed i saperi di 
cui la società calabrese è molto ricca e precettando alcuni Sindaci autorevoli. Il 
luogo potrebbe essere indifferente, con una leggera preferenza, forse un po' provocatoria 
ed ormai non più originale: un trenino delle Ferrovie della Calabria.
E dunque sono irresistibilmente tentato a proporre già fin d'ora alcuni temi che sento 
decisivi, avendo piena consapevolezza dei limiti già esposti e riservandomi perciò 
di approfondirli nel corso degli incontri ravvicinati, se mai ci saranno.
a) Perifericità
E' noto che uno dei punti di debolezza della nostra regione è la marginalità rispetto 
ai mercati, a causa, si è sempre detto, delle condizioni di perifericità rispetto 
all'Europa e al resto d'Italia, e questo nonostante la Calabria sia il baricentro 
geografico del Mediterraneo.
E' davvero azzardato pensare che il trasporto marittimo, che tanto successo sta riscuotendo 
per le merci a Gioia Tauro, possa essere riconsiderato anche per le persone? L'attivazione 
di rotte come Genova-Vibo o Venezia-Crotone potrebbe generare nuovi traffici oltre che favorire il trasferimento di rilevanti quote di traffico che attualmente 
si affidano ai modi di trasporto su gomma o su ferro.
La infrastrutturazione portuale, anche per la nautica da riporto, su cui hanno puntato, 
con ottimi risultati, la Spagna, la Francia e la stessa Grecia, potrebbe costituire 
un esempio da seguire. E se è vero che la compagnia di bandiera, con la complicità 
delle altre, adotta una politica tariffaria penalizzante per la Calabria, è utopistico 
pensare alla costituzione di una compagnia aerea regionale il cui capitale venga 
sottoscritto dallo stesso Ente Regione, dalle Province e dai Comuni Calabresi?
b) Accessibilità interna
Le condizioni oggettive di difficoltà di accesso nell'ambito regionale interno (il 
9% del territorio è costituito da pianura e ben il 42% è costituito da montagne) 
impongono una revisione non tanto delle scelte, quanto delle priorità e la contemporanea 
negoziazione di un rigoroso cronoprogramma con le aziende ed i Ministeri interessati. 
Per esemplificare: è sicuramente più urgente l'intervento di ridisegno della SS 106 
che la realizzazione della terza corsia sulla SA-RC, che potrebbe seguire in ordine 
di priorità anche la realizzazione delle trasversali mancanti ed il miglioramento di quelle 
già realizzate.
A proposito della SS 106 mi sembra opportuno sottolineare l'urgenza non solo per la 
intollerabile sequela di morti, ma anche per il fatto che potrebbe assolvere, se 
realizzata in quota, alla funzione di facilitare l'accessibilità ai numerosissimi 
centri storici collinari, che rappresentano l'elemento più significativamente caratterizzante 
l'identità regionale, favorendo così con molta probabilità l'inversione della tendenza 
cha ha visto spopolare i vecchi centri  a favore delle zone costiere.
Un accenno alla ferrovia statale Jonica, che viene periodicamente interessata da propositi 
di soppressione da parte dell'Azienda che puntualmente rientrano, anche per le automatiche 
proteste sindacali, senza però né proposte di utilizzi diversi e più proficui, né investimenti per l'ammodernamento.
In queste condizioni, l'eliminazione potrebbe costituire il male minore, comportando 
la restituzione dei siti alle città attraversate ed il recupero della continuità 
del rapporto con il mare.
c) Riqualificazione e/o rottamazione urbanistica
Leonardo Benevolo, nel suo ultimo "L'architettura nell'Italia contemporanea", osserva 
che l'insofferenza per il degrado ambientale, così come è avvenuto per la corruzione 
e per la criminalità, sta pervadendo l'animo di sempre più larghi strati della popolazione grazie anche alla moltiplicazione dei libri, delle riviste, delle trasmissioni 
televisive sui paesaggi e sui monumenti italiani, grazie anche al cinema italiano 
che "scopre valori positivi e negativi del paesaggio della vita quotidiana (il giro 
in Vespa di Nanni Moretti in Caro diario; le precise ambientazioni topografiche nei film 
di Francesca Archibugi e Leonardo Pieraccioni, gli asciutti resoconti del paesaggio 
meridionale di Gianni Amelio)", grazie infine alle infinite proteste delle associazioni 
o dei singoli cittadini sulle manomissioni delle città e del territorio.
La presa di coscienza collettiva, forse ancora un po' confusa, faciliterà l'adozione 
di strumenti anche eccezionali per riqualificare le città e le cose violate dagli 
interessi antagonisti e dal disinteresse che inspiegabilmente ha coinvolto, per troppo 
tempo, la collettività. La demolizione potrebbe perciò essere strumento da utilizzare 
non solo nel caso le strutture siano pericolanti, ma anche quando le dotazioni che 
connotano la vivibilità siano insufficienti.
Per favorire questo processo virtuoso, anche dal punto di vista strettamente economico, 
potrebbe, analogamente al trattato di Maastricht, essere promosso un patto fra le 
Città che le impegna a raggiungere determinate dotazioni. Penso alle dotazioni di 
verde a parco, verde attrezzato e sportivo, di isole ambientali, piste ciclabili, parcheggi. 
Ed ancora alla istituzione di un organismo certificatore della qualità della vita 
nelle città che sulla base di determinate soglie di dotazione pregiudica e consente 
l'accesso ai finanziamenti e conferisce titoli crescenti fino alla qualifica di "Città 
del sole".
d) Settori imprenditoriali da favorire
Le classifiche dei centri nazionali riferite alle Città italiane sono davvero impietose 
con le Città calabresi. Da troppo tempo le consultiamo solo per verificare quale 
Città occupa l'ultimo posto, essendo già certi di leggere Crotone, Vibo o Catanzaro.
Eppure un indicatore, quello sulla mortalità, ci pone ai primi posti delle classifiche 
essendo il più basso d'Italia nonostante il gran numero di morti ammazzati ed il 
quotidianamente denunciato cattivo funzionamento della Sanità calabrese. Escludendo 
la casualità, ci sarà pure un motivo, che io penso non possa non ascriversi alla alimentazione.
I timidi segnali di successo delle iniziative imprenditoriali nel settore agroalimentare 
potrebbero giustificare la scelta di canalizzare su questo tipo di attività le incentivazioni.