Il notevole interesse che il numero
zero di "Ora Locale" ha suscitato, i numerosi consensi che si sono manifestati
nei dibattiti pubblici, le adesioni da parte dei singoli che ci hanno telefonato
o da parte di gruppi ( si e' costituita di recente una nuova e qualificata
redazione a Crotone), ci confermano che la nostra iniziativa non e' intellettualistica
e velleitaria, ma risponde ad esigenze largamente diffuse nella regione.
A volte abbiamo avuto la sensazione
che nell'aria ci fosse una sorte di attesa e che in molti gia' si augurassero
che qualcosa del genere nascesse.
A tali aspettative noi cercheremo
di far fronte, impegnandoci:
1) a collegare e a far dialogare
le tante associazioni e i gruppi politici che operano in una situazione
di frammentazione e spesso di isolamento;
2) a cogliere,valorizzare e far
conoscere il nuovo che sta nascendo in Calabria sul piano politico (l'emergere
del terzo settore, i patti territoriali, le esperienze innovative, ecc.);
3) a fornire ai quadri politici,
agli intellettuali ed alle stesse universita' un'opportunita' di formulare
proposte ed elaborare progetti per la crescita civile e culturale della
regione.
Sul ruolo degli intellettuali meridionali,
nel 1926, Gramsci scriveva: "L'Italia meridionale e' una grande disgregazione
sociale. Questa formula oltre che ai contadini si puo' riferire anche agli
intellettuali. E' notevole il fatto che, nel Mezzogiorno, accanto alla
grandissima proprieta' siano esistite ed esistono grandi acumulazioni culturali
e di intelligenza in singoli individui o in ristretti gruppi di grandi
intellettuali, mentre non esista una organizzazione della cultura media.
Esiste nel Mezzogiorno la casa editrice Laterza e la rivista La Critica,
esistono accademie ed imprese culturali di grandissime erudizione; non
esistono piccole e medie riviste, non esistono case editrici attorno a
cui si ragruppano formazioni medie di intellettuali meridionali. I meridionali
che hanno cercato di uscire dal blocco agrario e di impostare la questione
meridionale in forma radicale hanno trovato ospitalita' e si sono raggruppati
intorno a riviste stampate fuori del Mezzogiorno".
Gramsci, e' uno di quei pensatori
che riesce a cogliere le tendenze di lungo periodo. E, anche in questo
caso, segnala un fenomeno che, pur nell'ambito delle trasformazioni che
sono andate via via verificandosi, resta sostanzialmente immutato e si
potrae sino agli anni piu' recenti.
Anzi, addirittura - con la crisi
del marxismo, con la cosiddetta "morte delle ideologie", con l'opportunismo
ed il rampantismo degli anni Settanta e Ottanta - la carenza di iniziative
sul piano dell'organizzazione della cultura meridionale e della circolazione
critica delle idee e' andata accentuandosi ed aggravandosi.
E' venuta l'ora di impegnarsi e
di intervenire per determinare un'inversione di tendenza. La riflessione
sui problemi del Sud deve trovare nel Sud strumenti, strutture e
circuiti di produzione e di diffusione.