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Considerazioni e divagazioni sul numero zero

di Mario Alcaro e Amelia Paparazzo
 

Il notevole interesse che il numero zero di "Ora Locale" ha suscitato, i numerosi consensi che si sono manifestati nei dibattiti pubblici, le adesioni da parte dei singoli che ci hanno telefonato o da parte di gruppi ( si e' costituita di recente una nuova e qualificata redazione a Crotone), ci confermano che la nostra iniziativa non e' intellettualistica e velleitaria, ma risponde ad esigenze largamente diffuse nella regione.
A volte abbiamo avuto la sensazione che nell'aria ci fosse una sorte di attesa e che in molti gia' si augurassero che qualcosa del genere nascesse.
A tali aspettative noi cercheremo di far fronte, impegnandoci:
1) a collegare e a far dialogare le tante associazioni e i gruppi politici che operano in una situazione di frammentazione e spesso di isolamento;
2) a cogliere,valorizzare e far conoscere il nuovo che sta nascendo in Calabria sul piano politico (l'emergere del terzo settore, i patti territoriali, le esperienze innovative, ecc.);
3) a fornire ai quadri politici, agli intellettuali ed alle stesse universita' un'opportunita' di formulare proposte ed elaborare progetti per la crescita civile e culturale della regione.
Sul ruolo degli intellettuali meridionali, nel 1926, Gramsci scriveva: "L'Italia meridionale e' una grande disgregazione sociale. Questa formula oltre che ai contadini si puo' riferire anche agli intellettuali. E' notevole il fatto che, nel Mezzogiorno, accanto alla grandissima proprieta' siano esistite ed esistono grandi acumulazioni culturali e di intelligenza in singoli individui o in ristretti gruppi di grandi intellettuali, mentre non esista una organizzazione della cultura media. Esiste nel Mezzogiorno la casa editrice Laterza e la rivista La Critica, esistono accademie ed imprese culturali di grandissime erudizione; non esistono piccole e medie riviste, non esistono case editrici attorno a cui si ragruppano formazioni medie di intellettuali meridionali. I meridionali che hanno cercato di uscire dal blocco agrario e di impostare la questione meridionale in forma radicale hanno trovato ospitalita' e si sono raggruppati intorno a riviste stampate fuori del Mezzogiorno".
Gramsci, e' uno di quei pensatori che riesce a cogliere le tendenze di lungo periodo. E, anche in questo caso, segnala un fenomeno che, pur nell'ambito delle trasformazioni che sono andate via via verificandosi, resta sostanzialmente immutato e si potrae sino agli anni piu' recenti.
Anzi, addirittura - con la crisi del marxismo, con la cosiddetta "morte delle ideologie", con l'opportunismo ed il rampantismo degli anni Settanta e Ottanta - la carenza di iniziative sul piano dell'organizzazione della cultura meridionale e della circolazione critica delle idee e' andata accentuandosi ed aggravandosi.
E' venuta l'ora di impegnarsi e di intervenire per determinare un'inversione di tendenza. La riflessione sui problemi del Sud deve trovare nel Sud strumenti, strutture e circuiti di produzione e di diffusione.




Indice n.1

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