Ora Locale

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Minima cosmogonica

di Domenico Corradini Broussard


La radice del cuore è nella roccia
Fonda che nel mare s'incaglia torta,
è nel crepaccio dove lenta goccia
la vita con perdonabile dolenza.
Corta è la strada che percorre al sole
Quando lo sguardo buca l'apparenza
E nel mondo balugina l'essenza,
ma a notte come talpa scava gemme
con mole di lavoro silenzioso.

Brumoso il vento rapido dell'alba
Mi riconduce all'intronato niente,
al precedente d'ogni precedente.

Non ancor celestial Gerusalemme
Né favilla che da bolgia salga,
smorto biancore d'indipinta tela,
non tempo numerabile che cela
verità più di bugie e reticenze,
né spazio per compasso misurabile.

L'indistinto parola altra non dice,
il vuoto non ha spie né radice.

Come falena intorno a lume acceso
Sale in screziati gorghi di spirale,
sul muro andando leso fiume d'ombre
e le pietre del muro tentennando,
di lago quando primavera trombe
d'oro suona e rompe duro ghiaccio
in netti mattini non più soverchi,
quieto s'inanellò il caos nel niente
con guizzi di scintille staminali
che per volute e balzi accidentali
impollinarono una sospensione
incandescente e delle cose tutte furono il primo boccio o embrione.

Combutte senza rumor di coccio,
voci e voci di lunga luce ardente,
rose rosso sangue di piccione
frantumarono l'indistinto in nomi
e nello scenario dipinto a arte
per più rosso sangue di piccione
fecero pieno il vuoto in ogni parte.

Mirabili di rose rosse in fiore,
assoluto fulgore di fornace,
vita pulsante dal fuoco ammaliata,
vita possente di follia sagace,
vita danzante in orgia immemorata.




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