Ora Locale


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Testimonianze tratte dal libro di F. Faeta, Melissa ,Ed. Usher, Firenze 1979.

DONATO BEVILACQUA di anni 64.
Noi stavamo qua sul campo, all'invasione delle terre, su feudo; e allora la polizia l'abbiamo vista venire di lassu', su quel monte, che scendeva gia': quando e' arrivata qui, a questo punto qui, allora ha incominciato a manganellare e a sparare contro di noi.Il maresciallo ci gridava "andate via di qui morti di fame".

GIUSEPPE NIGRO di anni 57.
Questo 'e il posto in cui morirono i tre, Mauro, mio fratello, e Zito. Io venivo da Melissa perche' avevo gia' visto la polizia decisa a venire qui e fare carne da macello. Quando il maresciallo Brezzi, quello la', tira la pistola dalla cintura e incomincia a sparare due colpi in aria e poi comincia a sparare verso di noi, verso i contadini. Il primo che fu colpito, fu colpito mio fratello, che lo vedo in ginocchio e mani per terra che camminava. Dico: "cosa ci hai?" Dice: "mi hanno sparato ci ho preso una pallottola!". Abbiamo cercato di soccorrerlo ma non c'era niente da fare perche' pochi minuti dopo e' morto. Quindi siamo andati per portarlo sulla mulattiera, di la' e abbiamo trovato l'altro, Zito, con i budelli di fuori, con una raffica di mitra che líaveva preso nel ventre, e pochi minuti dopo e' morto anche lui. Angelina Mauro, che e' una cugina di mia moglie, era qui sul posto, ancora che c'era la polizia che sparava, quando la vedo che cade a terra, cade allíindietro, cade a terra colpita che aveva una macchia gialla sul ventre cosi'.

GIUSEPPINA SAMA' di anni 70.
Io a Fragala' c'ero dal primo e me ne sono venuta all'ultimo tanto che i miei figli mi piangevano perche' dicevano che míavevano ammazzato. Io avevo una pancia molto grossa del mio figlio che adesso tengo in Germania, 'Ntoni; mi hanno dato una accetta, Giovanni Ammiretta, mi ha dato una accetta. Dice: "tu vai avanti, avanti", dice, 'perche' con questa pancia grande non ti toccano." Ed io sono andata avanti avanti... Mi hanno menato in questa mano con un manganello, dice un manganello, io, io non l'ho visto, e glielího dovuta dare. Poi si sono messi a menare a tutti quanti, uomini, donne; a tutti menavano e sparavano; si sono messi a gettare bombe lacrimogene, e il fumo mi e' venuto nella bocca. Vedevo tutta quella gente cadere, perch' io ero in mezzo a loro! Poi e' calmato il fuoco, mio fratello precipitato per terra, tutti quei cristiani, il figlio di Carmine Zito morto, la' in terra, tutti poi si sono calmati e come venivano gia' , menavano botte ai barilotti, alle caprette, ai ciucci sparavano. Sono andata da Carmine Zito, il quale spingeva gli intestini dentro al figlio con le dita, che manco i cani, ohi Madonna, ma che cío' stato, che c'e' stato. Dio ce ne liberi, che c'e' stato!

MICHELE DRAGO di anni 50
Secondo me l'occupazione delle terre a Fragala' avvenne per una spinta nel momento in cui la gente venivano fuori di una guerra e si trovavano di fronte ad una grave situazione precaria di fame e di disoccupazione. E poi ci trovammo di fronte ai terreni incolti, che si supponeva e si pensava finanche che non erano neppure di quel famoso proprietario Berlingiero, ma che si supponeva, la gran parte, che erano terre del demanio. E allora l'organismo sindacale, che principalmente era l'Alleanza dei contadini e i reduci combattenti che erano ritornati dalla guerra, che quanto era stato inserito, come primo articolo, nella Costituzione italiana, che la terra a chi lavorava, purtroppo non era vero.

GIOVANNI NIGRO di anni 86.
Tempo fa a Melissa si stava nella schiavitu', erano tutti nemici e si stava che si litigava tra noi altri per niente. Poi si e' cominciato a progredire, si 'e cominciato a fare qualcosa, abbiamo cominciato a unirci e, con concordia e nessuno guardando nel piatto dell'altro, abbiamo cominciato ad occupare le terre. Abbiamo combattuto tutti assieme per ottenere le terre per quelli che venivano dopo, per quelli che non avevano pane e lavoro, e invece che aiutarci il governo ha fatto succedere quello che e' successo..... Quando e' stato l'anno '22, anche allora abbiamo fatto le rivolte per la terra, ma non c'e' stato quello eccidio che c'e' stato allora. E' stato molto peggio: invece nel '22 no; ci sono stati i carabinieri, i soldati con una mitragliatrice, c'e' stata pure l'artiglieria, ma non ci sono state uccisioni. Nel '49 no, hanno fatto il massacro. 27 persone ferite e tre uccisi, dei quali ci fu mio figlio, il primo; dopo che ha lottato quattro anni, mare mare, come sottocapo Marina e purtroppo e' tornato a venire qui per morire.

SALVATORE SASSO di anni 53.
Noi abbiamo fatto le lotte a Melissa, per avere la terra e gestirla con la cooperativa: per questo abbiamo lottato e ci sono stati finanche i morti che noi ancora e' un fatto, quello che non possiamo dimenticare. Un consorzio di cooperative sarebbe una cosa buona e le cooperative hanno fatto sempre bene nell'Emilia Romagna! Li' fare il contadino e' una cosa diversa: hanno macchinari a disposizione non fanno come noi, con gli asini, con muli e via parlando. Hanno tutto il prodotto assicurato nelle cooperative, e sarebbe una bella cosa fare una cooperativa in Calabria. E poi le cooperative debbono essere gestite dagli stessi lavoratori, dagli stessi operai, dagli stessi contadini, cioe' da quelli che producono, sia i cereali sia tutti i generi del campo, perche' debbono essere gestite non dai burocrati, da coloro che stanno negli uffici tranquillamente per usurparci ancora del nostro sangue come vampiri; no! La cooperativa deve essere fondata con i lavoratori e gestita dai lavoratori; anche per questo, specie per questo, abbiamo lottato in passato.

SALVATORE FILOSA di anni 62.
Dunque, come ben sapete, noi abbiamo avuto una guerra che ha danneggiato líItalia ma ha danneggiato anche noi personalmente. Con cio' alla fine della guerra, abbiamo avuto la fortuna di tornare salvi, tornare a casa, che poi gli americani ci hanno invaso, nel '44 siamo in buona parte tutti rimpatriati e abbiamo incominciato a unirci. A unirci perche' finche' eravamo separati noi ci trovavamo schiavi, eravamo tutta gente che vivevamo sotto padrone, tante famiglie che non ci potevano vedere fra noi altri ed eravamo scarsi, scarsi in famiglia e non si poteva piu' tirare avanti. Avevamo la nostra bandiera italiana, ma abbiamo scelto quella comunista, il Partito Comunista che a mano a mano abbiamo ingrandito e con molti sacrifici, siamo riusciti a portarlo avanti. Ci sono stati tempi anche tristi: denunziati, perseguitati, noi eravamo cosi' sbandati. Ma non e' bastato pero' unirci sotto la bandiera rossa, e oggi dobbiamo guardare ci che dobbiamo ancora fare per poter risolvere i problemi dellíItalia. Allora che cosa si penso'? Si penso' di scendere allíinvasione delle terre, di quelle terre che erano pascolate dagli animali dei vari baroni; e siamo scesi all'invasione delle terre, le abbiamo divise, abbiamo iniziato la coltivazione dei campi. Certo abbiamo avuto dei morti e dei feriti, ma poi siamo arrivati, a mano a mano, alla occupazione delle terre che ci erano appartenute; arrivati ad una quotizzazione noi credemmo che avremmo risolto qualche cosa, ma non e' stato risolto niente perche' l'Opera Sila, non ha fatto altro che consegnarci la terra e lasciarci sbancati. La gente, con quel poco, pochi ettari di terra, chi un ettaro, chi mezzo, chi due ettari, terreni collinosi e franosi, non ha potuto piu' sostenere la famiglia. Siamo ritornati cosi' nuovamente a una specie di schiavitu', una specie di schiavitu' perche' non si poteva vivere, e la gente e' stata costretta a emigrare. A emigrare, e cosi' e' venuta la divisione tra marito e moglie, tra padre e figlio, e la gente che emigrava, non sapeva, non conosceva il mestiere che andava a fare.



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