I "teatri minori" a Cosenza dal 1870 al 1943
di Katia Filice
Nella seconda meta' dell'Ottocento le controversie legate alle responsabilita' istituzionali in materia di edificazione dei teatri, hanno condizionato necessariamente l'attivita' teatrale, determinando un'incertezza per cui un teatro si apre per poi chiudere e riaprire chissa' quanto. Le compagnie primarie, per via di queste strutture carenti e delle strade impraticabili, non si fermano volentieri in citta'. Agli inizi del nuovo secolo pero' qualcosa cambia: si allarga sia il pubblico dello spettacolo che l'offerta e si differenziano ed aumentano i teatri. Accanto alla borghesia che si trastulla da un caffe' all'altro, che discute dei problemi economici come della questione dellĠilluminazione, - uomini di cultura, direttori di giornali, esponenti politici e commercianti - si accosta al teatro un ceto sociale piu' umile. Il tempo libero non e' piu' privilegio esclusivo di ristrette elites, la citta' incomincia a fiorire, sorgono per volonta' di privati diverse strutture ricreative, che attirano a se' diverse fasce di pubblico. Cosenza sente l'influenza di quanto accade in tutta Italia, il propagarsi di forme di intrattenimento popolare come il varieta' e il caffe' concerto, generi presentati nei suddetti ritrovi cittadini.
E' l'anno 1902 e quattro persone di buona volonta', delle quali non si conoscono i nomi, costruiscono un magnifico teatrino nella sala della Societa' Operaia di M.S.: il Teatro delle Varieta' che sorge sull'ex Chiesa delle Clarisse. A questo si aggiunge l'anno successivo il Teatro Mafalda, sorto in piazza San Francesco d'Assisi che si inaugura la sera di Capodanno. Qui opera la compagnia di Ernesto Bove, con un repertorio costituito da commediole napoletane a cui solitamente fa seguito un concerto canzonettistico che riscuote sempre grande successo. All'attivit del Teatro Mafalda, nel 1903, si accompagna quella del teatro Festival, un grazioso ed elegante ritrovo in legno dalla forma rettangolare, sorto, pur se per poco tempo, in occasione del carnevale, in piazza XV Marzo. Qui opera prima la compagnia Furian e poi la compagnia dialettale Melidoni, entrambi con un repertorio costituito per lo piu' da belle canzoni, da macchiette, da caffe' concerto. LĠanno dopo Luigi Strazzulli e Michele Piro costruiscono nel giardino del signor Basile, attaccato all'albergo Vetere, un teatro spazioso, elegante, con palchi ad anfiteatro adatto ad ospitare, con piccoli accorgimenti, di volta in volta compagnie di operette, di varieta', il circo equestre ed anche il cinematografo, che si accompagna quasi sempre alle rappresentazioni teatrali.
Intorno al 1908 sorge in piazza Valdesi il Salone Margherita, un teatro in legno, costruito in modo particolare tanto che, oltre all'ampia platea, ha anche dei palchetti adeguati alla semplice linea del teatro. Esso ha dato interessanti spettacoli cinematografici con le brevi ed amene pellicole di allora.
E cosi' accanto a questi ed al Teatro Eden, piccolo ritrovo all'aperto situato in rione Paparelle che ospita per lo piu' spettacoli canzonettistici e di varieta', ecco che si fa strada una nuova realta' per Cosenza: il Cinematografo.
Primo fra tutti il Cinematografo Centrale in piazza Duomo, riaperto e completamente rimesso a nuovo nel 1919, col nome di Sala Impero. E' una sala che oltre a spettacoli cinematografici, da' anche spettacoli di varieta', che richiamano studenti e gente del popolo.
Accanto a queste diverse strutture, sono da menzionarne altre due degne particolarmente di nota per la loro attivita' teatrale: il Teatro Grisolia ed il Politeama.
Il Teatro Grisolia, sorto nel 1904 in via Giostra Vecchia per volonta' del barone Oscar Grisolia, interrompe con la sua struttura l'idea del teatro - baracca. Esso infatti, pur se di piccole dimensioni, e' ben fatto: presenta una platea capiente con tre file di palchetti. La sua sorte e' legata un po' a quella di tutti i teatri della citta': ora apre, ora richiude, ospita compagnie di diverso genere anche se per lo piu' liriche e di varieta'.
Ballerini, illusionisti, ginnaste, chanteuses, piccole e grandi dive fanno del teatro un luogo unico dove diventa quasi impossibile distinguere tra palcoscenico e platea. In alcuni casi diventa piu' importante il tripudio del pubblico, quel suo applaudire fragorosamente, quel fischiare, quel mandare fiori alle dive, sempre avvenenti e formose, che non lo spettacolo in se'.
Le poche compagnie di prosa che calcano le sue scene sono altrettanto valide, come la compagnia Cigoli che presenta in citt un repertorio ricco ed in alcuni casi nuovo: come La Figlia di Iorio di Gabriele D'Annunzio, che rimane il vero grande trionfo in prosa del Teatro Grisolia. O ancora la straordinaria compagnia Cataneo che lavora con grande impegno e la celebre attrice Giulietta De Riso che qui, come in tutti gli altri teatri della nazione, ha ottenuto grande successo.
LĠinaugurazione del Teatro Comunale ha ripercussioni sul Teatro Grisolia. Con il venir meno del suo indiscusso primato, deve orientarsi verso generi piu' popolari. La sua attivita' continua durante il secondo decennio del secolo, alternandosi fra cinema, rivista, prosa, ritrovando a tratti anche momenti dello splendore di un tempo, anche se ormai la sua marginalizzazione e' senza via di scampo. Dopo la riapertura del 1916 scompare a poco a poco dalle cronache teatrali senza percio' consentire di fissare una data esatta di chiusura. Sicuramente della sua lenta ed irreversibile agonia e' in parte responsabile anche il Politeama, teatro che sorge al posto del Salone Margherita, progettato da Cavalcanti e Manfredi ed inaugurato nel 1912.
Il Politeama che riapre, dopo un breve periodo di chiusura, nel 1916 e' completamente in legno ed abbastanza capiente. Esso si ritaglia uno spazio alternativo, per molti versi, alla programmazione del piu' importante teatro della citta', il Teatro Comunale. Tra i due teatri non c'e' mai concorrenza in senso stretto, dato che il Politeama, essendo una struttura privata, e' svincolato dai lacci di controllo della commissione teatrale ed e' pertanto piu' capace di ospitare compagnie di diverso genere. Durante la prima guerra mondiale e durante il fascismo ha un'intensa attivita'. Le compagnie teatrali vi si succedono con ritmo incalzante, esso diviene in breve tempo il ritrovo della elite cittadina.
Quando negli anni Trenta le citta' calabresi sono meta di compagnie di prestigiatori, maghi, comici, macchiettisti, il Politeama rafforza questa predilezione per il varieta' accanto alle proiezioni filmiche.
Il teatro viene danneggiato irreparabilmente dai bombardamenti del 1943. Viene demolito e riedificato in muratura poco dopo la fine della guerra dai fratelli Morelli, di cui oggi porta il nome.