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Questo articolo
esce in contemporanea su
'Ora locale' e su 'Carta' (settembre 2000)


La trappola del debito, lo strangolamento dell'Africa e l'iniziativa Jubilée 2000

di Serge Latouche



E' nel contesto dei rapporti "imperialisti" di dominazione Nord-Sud che occorre collocare il problema del debito. Il debito non è che uno degli elementi dell'insieme. Non verranno qui sviluppati commenti sul modo in cui la trappola del debito s'é innescata, tra riciclaggio di petroldollari da parte delle banche dopo il 1974 ed innalzamento congiunturale dei tassi d'interesse per finanziare il debito americano. I miti dello sviluppo basato sul credito diffusi dal Nord, spesso in perfetta buona fede, e le illusioni dello scambio indebitamento-crescita nutrite al Sud sono stati nel medesimo tempo alibi e prove del dramma. Così, come dicono Fottorino, Guillemin et Orsenna: "L'Africa è un cimitero di elefanti bianchi [...]. A differenza dei veri pachidermi, ahimè non sono però in via d'estinzione. Si tratta di costruzioni sontuose, inutili, costose, che in più hanno la facoltà di aggravare il debito dei paesi africani, di non funzionare, di trasformarsi nel giro di pochi anni in rovine, in ruggine o in fantasmi. Dighe, cementifici, alberghi nel deserto, zuccherifici, centrali elettriche, i branchi degli elefanti bianchi calpestano l'Africa, spremono la finanza pubblica, arricchiscono le imprese occidentali con la compiacenza, se non con l'incoraggiamento, delle organizzazioni internazionali" (E. Fottorino, Chr. Guillemin, E. Orsenna, Besoin d'Afrique, Paris, Fayard 1992, pp. 32-33). La perversione intrinseca dell'anatocismo[1] (interessi composti) strangola il debitore dal momento che questa utilizza il denaro per finanziare spese improduttive (armamenti o consumi) oppure fa cattivi affari. Ricordiamo che un soldo prestato al 3% all'epoca di Carlo Magno renderebbe oggi pianeti d'oro. In un racconto di fantascienza intitolato "Interesse composto" si immagina un eroe, che viaggia nel passato, proprio al fine di investire qualche spicciolo i cui interessi gli serviranno a costruire la sua macchina per risalire il tempo (citato da Rex Butler in Acheter le temps, Traverses n 33-34, Politique fin de siècle, Paris 1982). Questa situazione potrebbe valere fino ad un certo punto per i fondi di pensione, non certo per l'Africa! Certamente anche la crescita obbedisce in teoria alla medesima legge, in un secolo il PIL sarebbe moltiplicato per 867 al tasso del 10%! Ma ahimè i piani di aggiustamento strutturale imposti del FMI lasciano poche speranze di raggiungere stabilmente tassi simili! Bisogna esportare sempre di più e far circolare le entrate da esportazione, il che però porta al risultato di far abbassare i corsi (svalutazione). Come per Sisifo, bisogna risalire una china senza fine ed il carico diventa sempre più pesante. Anche se le entrate da esportazione faticosamente ottenute fossero confiscate, i nuovi prestiti non arriverebbero a liquidare gli interessi maturati. Una volta attivato, lo strangolamento si rafforza, il debito nutre il debito. La terapia infernale delle istituzioni finanziarie internazionali dà il colpo di grazia al malato, pretendendo di guarirlo. L'antica rappresentazione del vampirismo degli usurai viene così rinnovata.
La morsa del debito (per riprendere il titolo del libro di Aminata Traore) costituisce un eccellente mezzo per mantenere i paesi del Sud in stretta subordinazione. E' stata proclamata con grande pubblicità la possibilità di annullare l'80% del debito dei paesi poveri nel giugno 1996 nel corso del G7 di Lione, poi in quello di Colonia il sacrificio dei ricchi è salito fino al 90%. Tuttavia, dietro l'annuncio ad effetto, si nasconde una grande truffa.
I dati sono impietosi e mettono in luce l'indecenza, o meglio l'oscenità della pretesa generosità. Tra il 1982 e il 1998 i paesi del Sud hanno rimborsato quattro volte l'ammontare del loro debito. Tuttavia questo era quattro volte più elevato che nel 1982 ed arrivava a 1950 miliardi di dollari! Il Terzo mondo rimborsa ogni anno più di 200 miliardi di dollari, quando gli aiuti pubblici allo sviluppo (compresi prestiti rimborsabili) non oltrepassano i 45 miliardi di dollari l'anno. L'Africa subsahariana, dal canto suo, spende per rimborsare il suo debito quattro volte di più di quanto spenda per la salute e per l'istruzione. Le misure d'annullamento rasentano l'effetto della peggior vaselina. Occorre, in effetti, distinguere tre tipi di debito: quello verso la Banca Mondiale ed il FMI, che non è negoziabile, ma che per i paesi africani rappresenta dal 30 al 75% dell'indebitamento; quello verso le istituzioni private che non è proprio questione d'annullare e che rappresenta più del 50% dell'indebitamento dei paesi latino-americani ed asiatici; quello infine tra Stato e Stato che è il solo per il quale è pensabile l'annullamento. Questo, per i paesi più poveri e più indebitati, deve essere negoziato caso per caso con il Club di Parigi.
In tal modo un paese dell'Africa nera che deve, per esempio, quattro miliardi di dollari, di cui due a Banca Mondiale FMI ed uno a banche private, può sperare nell'annullamento dell'80-90% del restante miliardo dovuto al Club di Parigi. Tuttavia un artificio tecnico riduce ancor di più questo ultimo ammontare. Se ha già avuto luogo, com'è probabile, un riscaglionamento del debito (per esempio su 600 milioni), l'annullamento non riguarderà che la parte non scaglionata, al massimo relativa a 360 milioni, ovvero al 9% del totale del debito. E' così che, fino ad oggi, l'ammontare annullato rappresenta 25 miliardi di dollari, ossia meno del 2% del totale (Eric Toussaint,
Briser la spirale infernale de la dette, Le Monde diplomatique, Paris, septembre 1999).
Siamo ben lontani dall'iniziativa Jubilée 2000 che riguarderebbe circa 300 miliardi e che è ben al di qua dell'ampiezza del problema. Anche se tutti i debiti fossero davvero annullati, tutti i "meccanismi" che hanno generato questa situazione perversa resterebbero al loro posto. La partita ricomincerebbe ancora più dura. Non è l'indebitamento che crea la povertà, ma è vero il contrario. A dispetto di quello che ci fanno credere, rifiutare il debito, come ho sempre sostenuto, non avrebbe probabilmente grossi effetti pregiudizievoli sul piano economico per i paesi interessati, anzi il contrario. L'irrealismo della proposta è altrove. Per i paesi dell'Africa, in ogni caso, sarebbe semplicemente suicida: la loro indipendenza è infatti totalmente fittizia. Se il Cile di Allende, per aver toccato gli interessi americani, è stato vittima di un colpo di stato fomentato dalla CIA e dall'ATT, si consideri che tutti i regimi dell'Africa, infinitamente più fragili, sono sotto stretta sorveglianza. Essi debbono "filare a bacchetta". Dal momento che la resistenza è votata alla sconfitta, non resta loro che la dissidenza.


(1)Anatocismo: il fatto che gli interessi già scaduti - cioè maturati - e non pagati diventino bene capitale e come tali siano suscettibili di produrre interesse a loro volta [dal greco anatokismòs = usura]. Ndt.

(traduzione di Osvaldo Pieroni)



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