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L'attività cinematografica del circolo "Mondo Nuovo"


di Antonio Lombardi*


Gli anni Sessanta
La nostra avventura "mondonuovista" comincia all'inizio del 1960, anche se nel '59 si erano fatte della esperienze con Umile Peluso, un nostro ex professore di Lettere, per tentare di creare a Cosenza un circolo cinematografico. La prima iniziativa si realizzò nella primavera del 1959 con la presentazione della Terra trema di Visconti (in edizione integrale) al cinema Aurora, alla quale parteciparono circa duecento persone tra studenti, lavoratori e intellettuali della città.
La situazione culturale, non solo quella cinematografica, a Cosenza in quel periodo era un vero pantano. Un tentativo era stato fatto da un gruppo di intellettuali di sinistra, di area comunista e socialista, nei primi anni '50 con il Circolo De Sanctis che non superò la drammatica e tragica crisi di "quell'indimenticabile 56", come scrisse Pietro Ingrao in un famoso editoriale sull'Unità.
In quanto ex studenti disoccupati avevamo delle idee, ma non avevamo i mezzi per realizzarle. Senza l'aiuto del professore Gino Picciotto - segretario della Federazione Comunista negli anni '50 - che ci diede la possibilità di utilizzare la sede dell'ex Circolo De Sanctis ormai in disuso, probabilmente ci saremmo persi per strada.
Sostanzialmente la mia fonte di informazione per le attività cinematografiche di Mondo Nuovo è stata per molto tempo la rivista "Cinema Nuovo", diretta da Guido Aristarco, di cui mi feci anche, per così dire, diffusore, in quanto la ritenevo straordinaria. Riuscii a far sottoscrivere l'abbonamento a cinque persone, che nella Cosenza di fine anni '50 era un record assoluto. Sempre alla fine degli anni '50, fu una novità di grossa rilevanza la nascita di "Mondo Nuovo", un settimanale della sinistra socialista. Allora nel partito socialista (1956) era in corso la battaglia della corrente di sinistra di Morandi e di Basso contro la corrente socialdemocratica rappresentata da Nenni.
La nascita di questa rivista, "Mondo Nuovo", mi incuriosì fortemente, anche perchè la pagina cinematografica era curata da uno studioso di notevole valore per la sua critica militante e fortemente politicizzata che per tutti noi fu un autentico maestro: Tommaso Chiaretti.
A Cosenza, ma anche in altre città, negli anni che vanno dal '59 al '61-'62, per iniziativa di alcune case distributrici di film di avanguardia, furono riproposti ad un pubblico di massa, nel circuito commerciale, una serie di film classici che circolavano solo nelle cineteche e nei cineclub. Per cui in un arco di tempo relativamente breve, avemmo la possibilità di vedere alcuni dei film più importanti della storia del cinema, per esempio due film di Ejzenstein (la prima e la seconda parte di Ivan il terribile), La passione di Giovanna D'Arco di Dreyer; Un condannato a morte è fuggito di Bresson; M il mostro di Dusseldorf di Lang; Les enfants du paradis di Carné-Prevert che rivedemmo nel '61, a circa 15 anni di distanza dalla prima proiezione del '45.
Non avendo una cineteca o un cineclub, questo fu un fatto molto importante che ci permise di colmare, sebbene in modo parziale, un vuoto di conoscenza, e nello stesso tempo fummo stimolati nel continuare il nostro discorso, affiancandoci anche alle proiezioni che venivano fatte in città. Non è un caso che cominciammo la nostra attività nel circolo Mondo Nuovo nel febbraio del 1960 con un dibattito sulla Dolce Vita di Fellini, un film che a me fece una grossa impressione.
E il cinema nel 1960, anno di costituzione del gruppo, fu un elemento trainante. Dalla Dolce Vita alla Ciociara di De Sica, al Grande Dittatore di Chaplin, da La lunga notte del 43, un esordio quasi straordinario di Florestano Vancini, a L'avventura di Antonioni. In un anno il cinema occupò un posto di rilievo nell'ambito delle nostre attività, anche perchè c'era una grande voglia di confrontarci e l'occasione ci era data dalla proiezione di questi film.
Per altri versi la possibilità di fruizione cinematografica a Cosenza era soddisfacente: negli anni '60 c'erano tante sale: l'Aurora, il Citrigno, l'Astra, il Supercinema, l'Isonzo, il Morelli, sei sale ma, purtroppo, i pochi film di qualità avevano una breve permanenza, di due-tre giorni. Inoltre nel periodo estivo c'era la buona usanza di riproporre vecchi film per colmare il cosiddetto "vuoto estivo", quindi per noi si presentava l'occasione di vedere film che altrimenti non avremmo potuto vedere.
Il cinema per la famiglia media cosentina occupava un ruolo importante. La mia famiglia non può essere considerata termine di paragone, visto che mio padre aveva lavorato come macchinista teatrale, e con la sua professione aveva avuto modo di conoscere i più grandi attori che erano passati dal nostro teatro, sia di prosa che lirici, come Beniamino Gigli e Raffaele Viviani. Nella mia famiglia l'amore per lo spettacolo è stato sempre grande e il cinema era pane quotidiano. Mio padre era un grande ammiratore di Marléne Dietrich e fu lui a farmela scoprire.
Il primo decennio di Mondo Nuovo fu segnato fortemente dal cinema: successivamente con un gruppo di Catania, pubblicammo una rivista che si chiamava "Giovane Critica". Seguirono un percorso simile al nostro, anche se loro erano di provenienza universitaria, invece noi eravamo di provenienza di base. Ci rendemmo conto che Mondo Nuovo non era un fenomeno particolare, perché esperienze simili esistevano in molte città italiane.
C'è da sottolineare, però, che Mondo Nuovo non era un circolo cinematografico come quelli che esistono ora in Italia, ma un circolo di cinema militante che si interessava sia di cinema che di storia contemporanea, di politica e di filosofia. Tutto questo fu dovuto ad una situazione eccezionale, per molti aspetti irripetibile. L'elemento importante sul piano sociale è che i componenti che fondarono il gruppo provenivano tutti da studi tecnici ed erano di estrazione proletaria o semi-proletaria. Eravamo espressione di classi subalterne che cercavano una loro identità; il più "borghese" del gruppo era Giuseppe Pallone, musicista e pittore di qualità, perchè il padre era maestro elementare.
Ritornando a Mondo Nuovo, oltre all'interesse per il cinema, la storia e la teoria del mondo operaio - dall'Ottobre alla Rivoluzione Cubana, passando per la Spagna e per la Cina - sono state un elemento fondamentale delle nostre attività attraverso letture collettive. A quei tempi i libri costavano molto e non erano nemmeno facilmente reperibili. Io ero uno dei pochi che cominciava ad acquistare libri e riviste sia di cinema che di storia del movimento operaio e credo di essere stato l'unico a Cosenza, insieme a Natalino La Cava, segretario dei Comunisti internazionalisti, ad essere abbonato alla "Rivista Storica del Socialismo" diretta da Luigi Cortesi e Stefano Merli.
Le letture collettive sono state una grossa base formativa e di approfondimento. Per il primo seminario sul cinema utilizzai diversi testi di autori vari che scrissero sul cinema italiano. Importante in questo primo decennio lo studio di Lukàcs, durato circa due anni, dal '64 al '65, di cui studiammo le Basi di logica di avanguardia, testo discutibile ma fondamentale, Il significato del realismo critico e tanti altri saggi importanti.
La nostra città ha una grande tradizione culturale, ma negli ultimi anni Cinquanta non ha prodotto niente (parlo di personalità di matrice progressista, non cattolico-liberale). C'era una personalità importante come Fausto Gullo, una persona in cui il rigore scientifco, intellettuale, politico e la coerenza morale andavano di pari passo. C'era anche una personalità di rilievo che era Giacomo Mancini, socialista, con il quale ho litigato per trenta anni. Quando abbiamo aperto Mondo Nuovo, Giacomo Mancini era un dirigente di primo piano della sezione socialista cosentina e aveva promosso dirigente Salvatore Frasca. Quando Mondo Nuovo fu inaugurato invitammo Lucio Libertini che aveva preparato una relazione dal titolo La crisi della DC e del mondo cattolico. Eravamo in pieno governo Tambroni. Per iniziativa di Mancini e di Frasca i socialisti fecero un "cordone sanitario" in Via Monte Santo e in Via Alimena per escludere i giovani militanti socialisti che avevano intenzione di venire a Mondo Nuovo. Questo è stato il nostro esordio: gli intellettuali locali li abbiamo avuti da subito contro. Ha iniziato il Psi, ma appena dieci anni dopo lo stesso problema lo abbiamo avuto con il Pci, perchè le cose che facevamo, proponevamo, diffondevamo, non erano molto in sintonia con la linea di Berlinguer.

*Il testo è il risultato di una conversazione con Antonio Lombardi, fondatore del circolo e suo principale animatore, alla quale hanno partecipato Achille Greco, Antonio Trimani e Valentina Valentini. Redazione e trascrizione a cura di Antonio Trimani.


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