Ora Locale

(Digita o Clicca su "Ora Locale" per tornare indietro)


Sul sistema nazionale d'istruzione e formazione

di Teresa Mancini



Le profonde trasformazioni che hanno investito il mondo della scuola riflettono i bisogni emergenti di una società sempre più consapevole che l'istruzione e la formazione svolgono un ruolo fondamentale per lo sviluppo civile, democratico ed economico del Paese.
Le molteplici riforme avviate, da quelle sull'autonomia a quella più recente sul riordino dei cicli, hanno posto all'attenzione l'urgenza di dotarsi di strumenti regolativi dell'intero sistema formativo. La necessità di adeguarsi a standard europei e di garantire titoli spendibili e validi sui territori dell'Unione, hanno accelerato i processi di riforma. E' utile evidenziare che la maggior parte di questi paesi termina il ciclo di studi della secondaria a 18 anni e tenta di aumentare il grado di autonomia e flessibilità del sistema, lasciando sempre più maggiore decisionalità alle famiglie e agli studenti, nella logica di creare una scuola non selettiva e orientante. In Italia la legge quadro sul riordino dei cicli del 10 febbraio 2000 si muove nella stessa direzione fornendo un impianto formativo organico e articolato. Il sistema educativo di istruzione e formazione ricopre l'arco di tempo che va dai tre ai 18 anni, secondo il seguente percorso: scuola dell'infanzia (dai tre ai sei anni), scuola di base (durata 7 anni), scuola secondaria (5 anni; i primi due anni chiudono l'obbligo scolastico mentre il triennio si articola nelle aree classico-umanistica, scientifica, tecnica e tecnologica, artistica e musicale con possibilità di individualizzazione del curricolo). Il sistema prevede, inoltre, l'istruzione e la formazione tecnica superiore, l'educazione degli adulti e la formazione continua, nell'ottica di garantire un'educazione permanente che duri tutta la vita. Questa strutturazione decisamente innovativa pone delle priorità anche sul piano della costruzione dei curricoli, che devono tener conto della mobilità dei saperi, oggi in continua crescita ed evoluzione, e delle mutate esigenze formative. Da qui parte il vincolo a proporre curricoli integrati, più vicini ai bisogni generali e individuali.
Il riordino dei cicli, che prevede raccordi con la formazione professionale, può dare risposte a quelle domande maggiormente orientate ad un immediato inserimento nel mondo del lavoro, come d'altra parte molte realtà giovanili del nostro territorio nazionale (Nord e Nord-Est) spesso testimoniano, e superare la consistente percentuale di insuccessi e abbandoni, dovuta soprattutto alla rigidità dell'attuale sistema con cesure nette tra un grado di scuola all'altro. La formazione realizzata con attività complementari e iniziative di collegamento con le diverse realtà sociali, culturali, produttive e professionali non presuppone un percorso di "mestierizzazione", ma credo agevoli l'arricchimento di conoscenze e "saper fare" ormai imprescindibili nella società conoscitiva e dell'informazione. Oggi, d'altra parte, più di ieri si ha bisogno di una formazione che si avvalga del patrimonio della tradizione classico-umanistica potenziata dalle grandi strumentalità del presente. La scuola ha il compito di formare persone che sappiano collocarsi positivamente nell'ambiente in cui vivono o hanno deciso di vivere, fornendo conoscenze e competenze orientate allo sviluppo migliore delle potenzialità della persona umana. Perciò è di estrema importanza riempire di contenuti i vari cicli assegnando a ciascuno finalità e obiettivi, su questo necessita un lavoro di vigilanza e di controllo e le associazioni professionali e il mondo dell'alta cultura devono saper far valere ragioni e prevenire eventuali distorsioni che da un sistema complesso come questo possono scaturire.
Le novità sul piano della gestione scolastica, sia dal punto di vista amministrativo-contabile che su quello più propriamente organizzativo-didattico, hanno scardinato un sistema logoro, stantio, arroccato su modalità di lavoro ripetitive, prive di processi di verifica dell' efficacia degli interventi. L'autonomia scolastica, se supportata da una politica di investimento nelle strutture e infrastrutture scolastiche, anch'esse doverose del rispetto degli standard europei - e qui il discorso è tutto da costruire, perché non si possono lasciare, in alcune realtà, in particolare meridionali, edifici fatiscenti, sussidi inadeguati o del tutto assenti - è la risposta per evitare le "gabbie" gestionali e per creare luoghi dove la formazione dell'uomo e del cittadino assume il valore di riferimento elitario.
I processi di riforma, calati in modo repentino nella Scuola italiana hanno causato non poco malcontento nei suoi operatori, perché il tutto è stato deciso dall'alto, senza tener conto che alcuni processi abbisognano di tempi più lunghi di aggiustamento, senza l'adeguata consapevolezza che comportamenti consolidati hanno difficoltà di mutamento immediato. La richiesta rendicontabilità del proprio operato, a tutti i livelli, ha posto ruoli di responsabilità nuovi e misure di adeguamento non sempre indolori. Ai docenti sono richieste competenze sempre più ampie che superano l'area di trasmissione pura dei saperi per giungere alla codificazione di un nuovo ruolo come quello di progettisti della formazione, di mediatori ed espansori delle conoscenze. E' un ruolo diverso dal passato che richiede ristrutturazioni continue del proprio lavoro e applicazioni sperimentali delle innovazioni.
A me piace pensare che la scuola che si sta costruendo è la scuola forte di un'immagine di affidabilità, che le famiglie sanno di relazionare con interlocutori che diano garanzia dei processi di formazione e che si impegnano per offrire un servizio di qualità. Inoltre, l'autonomia organizzativa e didattica, ma soprattutto l'autonomia di ricerca e di sperimentazione porranno i presupposti per la nascita di istituti in cui non solo si fornisce istruzione e formazione, ma capaci anche di innescare processi in cui i risultati del lavoro didattico siano osservabili attraverso le metodiche scientifiche della ricerca applicata e sperimentale.



Ora Locale

(Digita o Clicca su "Ora Locale" per tornare indietro)