Ora Locale

(Digita o Clicca su "Ora Locale" per tornare indietro)


Il senatore Martorelli ci ha inviato questo articolo in cui propone delle tesi sul federalismo che sono diametralmente opposte a quelle sostenute dal nostro giornale. "Ora Locale", come ben sanno i nostri lettori, ispirandosi liberamente alle tesi federaliste di meridionalisti come Sturzo e Salvemini di esponenti del pensiero democratico (Cattaneo, Jefferson, Dewey), cattolico (Maritain, Mounier, Adriano Olivetti), socialista (Saint-Simon, Proudhon, Russell), ha formulato un progetto per il Sud che si incontra con il programma federalista meridionale esposto nel corso dell'ultima campagna elettorale da Bassolino ad Eboli e a Reggio Calabria (su cui ci soffermeremo a lungo nel corso dei prossimi numeri). Ma "Ora Locale" - anche questo è noto ai nostri lettori - mette sempre in discussione i propri convincimenti e cerca costantemente di aprire dibattiti e confronti anche sulle tematiche più caratterizzanti del progetto culturale che ha dato vita alla rivista. Ben volentieri, dunque, pubblichiamo l'articolo del sen. Martorelli, accompagnandolo alla riproduzione di due pagine tratte dall'interessantissimo volume Federalismo e Mezzogiorno (curato da Franco Cassano e Giuseppe Cutturri e recentemente pubblicato da Franco Angeli) in cui si propone un federalismo "capace di andare oltre la crisi degli stati-nazione".


Il federalismo: che cos'e' ?

di Francesco Martorelli



Questo numero di "Ora Locale" esce quando la battaglia elettorale regionale si è conclusa e quindi in un momento in cui siamo più liberi di esprimere le nostre opinioni senza tema di interferire nel dibattito elettorale. Che cos'è il federalismo? Tutti ne parlano o ne parlavano; tutti lo vogliono o lo volevano. Anche Veltroni e Dalema pare che fossero per una riforma in senso federale. Ma precisavano i volere un federalismo compatibile con l'unità della Nazione e con il principio di solidarietà. Il discorso, però, non è stato portato più avanti. Possiamo dire che se il federalismo deve trovare la sua compatibilità con l'unità della Nazione e con il principio di solidarietà, non c'è bisogno di riforma alcuna perché questo indirizzo è già dentro la Costituzione della Repubblica, considerando anche le recenti riforme. L'istituto regionale, infatti, nella norma scritta ha una sicura autonomia nelle materie di sua competenza mentre il principio di solidarietà è certamente espresso nell'art. 119 Cost., dove si parla dei tributi propri della regione; insieme a questo principio si enuncia l'intervento dello Stato in favore del Mezzogiorno e delle Isole o per scopi determinati. Con l'art.119, in definitiva, si pongono le basi di un "federalismo fiscale" e si pone sotto il paradigma dell'obbligo l'intervento dello Stato in favore del Mezzogiorno o per scopi determinati: vogliamo dire che la solidarietà è già ampiamente espressa. Come è espresso il principio della necessaria compatibilità della legislazione regionale con la legislazione dello Stato centrale; nell'art. 117 Cost. è detto che: "la regione [...] emana norme legislative nei limiti dei principi fondamentali stabiliti dalle leggi dello Stato, sempreché le norme stesse non siano in contrasto con l'interesse nazionale e con quello di altre regioni [...]". Questo disegno dell'autonomia regionale non so come possa essere cambiato e in quale punto, tranne che non si voglia accedere o avvicinarsi alla "secessione" presunta o reale di Bossi con il suo Parlamento padano. Ma lo stesso Bossi, come sappiamo, non è costante nell'enunciare questi proclami. La riforma di tipo federale, non meglio spiegata, allo stato delle cose è un modo di dire per accentuare il ruolo degli enti locali e delle regioni nei riguardi della struttura centrale dello Stato, alla quale si addebitano molti guai del nostro Paese. Tuttavia è facile intendere che lo snellimento delle strutture centrali dello Stato, la sburocratizzazione degli uffici pubblici centrali, la modernizzazione della macchina amministrativa non hanno bisogno di riforme costituzionali ma invece di una attenta nuova disciplina con leggi ordinarie. In questo senso le leggi Bassanini sono già un esempio. Ma, se vogliamo essere obiettivi e rigorosi nel nostro discorso, dobbiamo pur dire che certe amministrazioni regionali danno dimostrazione di inefficienza, di incompetenza o peggio che non hanno riscontro nelle amministrazioni centrali dello Stato. Sulla Calabria bene ha fatto il "Corriere della Sera" nel numero del 29 marzo u.s. a fare una radiografia del "pubblico" calabrese in termini realistici e con una documentazione inoppugnabile. L'istituto regionale in Calabria è stato un "flop", con responsabilità soprattutto del vecchio ceto dirigente ma alle quali si sono anche unite responsabilità di nuovi ceti dirigenti. Sulla questione del regionalismo e dei suoi esiti infelici in Calabria, ma pure in altre regioni del Mezzogiorno, ricordiamo la lucidità di analisi di Fausto Gullo nella seduta del 28 maggio 1947 nella Assemblea Costituente, quando preconizzò gli effetti sconvolgenti riassunti dal "Corriere della Sera" il 29 marzo u.s. In questo disastro le responsabilità dello Stato centrale sono certamente minime rispetto a quelle del ceto dirigente locale. La crisi dello Stato nazionale viene ricondotta da alcuni all'istituzione di una sovranità internazionale qual è la Comunità Europea, le cui istituzioni indeboliscono per un verso la sovranità dello Stato nazionale. Il Presidente della Baviera, Stoiber, ha dichiarato sul "Corriere della Sera" del 16 marzo u.s. che la forza dell'autonomia del suo Stato-regione è tale dal consentire un rapporto diretto, per alcune materie, con Londra e con l'Emilia Romagna, volendo significare che lo Stato-nazione Germania non ha maggiore autorità dei Landers pure nelle intese internazionali. A nostro avviso ciò non toglie che il cancelliere in Germania sia un'autorità molto più alta dei ministri-presidenti e che lo Stato-nazione Germania, dopo l'unificazione Est-Ovest, è un complesso statale che riesce a conciliare anche due entità diverse sul piano economico e sociale, quali la ex Germania dell'Est e la ex Germania dell'Ovest. Voglio dire che quel Paese offre un grande esempio di rafforzamento dello Stato centrale e della sua sovranità. La storia italiana è tuttavia altra e, semmai, un confronto va fatto con la Francia seguendo il lucido ragionamento di Fausto Gullo nell'Assemblea Costituente. In Italia lo Stato centrale è stato malvisto perché è stato fascista per ben venti anni; Gullo attribuì i guasti della Nazione "al centralismo soffocatore che fu proprio del fascismo" e non allo Stato centrale in quanto tale. La riproposizione di una struttura federativa dello Stato ci riporta alle preoccupazioni di Fausto Gullo in maniera più accentuata perché la democrazia e il movimento socialista possono vivere soltanto nello Stato unitario e si indebolirebbero certamente in un ordinamento che riproducesse un insieme di Stati regionali riuniti in federazione. Io penso che lo Stato federale nel nostro Paese sarebbe una soluzione di destra. Posso sbagliare e sull'argomento è bene che si intervenga in tanti. Ma poi: se la radiografia della regione Calabria è quella di Gian Antonio Stella (alla quale ha malamente replicato, e ci dispiace, l'amico Massimo Veltri sul giornale "il Quotidiano") quale sarebbe la condizione dello Stato-regione Calabria? Un tema emergente, al di là dello Stato nazionale, è quello del rapporto e delle intese possibili tra i "Mezzogiorni" dell'area del Mediterraneo. Si sostiene da alcune fonti che quei "Mezzogiorni" sono colpiti da una fragilità comune. Su questo punto a Siviglia nel mese di ottobre p.v. si terrà un convegno internazionale al quale anche noi siamo interessati. La Calabria è il Nord del Sud del Mediterraneo; è equidistante tra l'Europa e il Magreb: è una condizione di vantaggio? Come può essere valorizzata sul piano del rapporto tra le "istituzioni mediterranee" ed ai fini del nostro sviluppo? Comunque riteniamo che questa condizione sia un dato che non può non interessare la comunità europea. Anche la Calabria può essere una risorsa, così, per l'Europa. Queste nostre note non vogliono essere esaustive ma sono solo degli appunti per avviare un discorso sulle colonne di questo giornale e in questa pagina della "cultura delle istituzioni".



Ora Locale

(Digita o Clicca su "Ora Locale" per tornare indietro)