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Per (ri)scoprire la Magna Grecia

di Roberta Paciola

E' stata recentemente pubblicata, edita dalla casa editrice Donzelli/Meridiana libri e curata da Claudio Donzelli, una guida ai siti archeologici e ai musei calabresi dal titolo Magna Grecia di Calabria. L'elenco dei siti archeologici, partendo da Laos (vicino Scalea, in provincia di Cosenza) e passando per Terina, Vibo Valentia, Locri, Tiriolo, Capo Colonna, Cariati ecc., arriva fino a Sibari, ripercorrendo, in questo modo, l'intero periplo della nostra regione, dal Tirreno allo Jonio. Mancava una ricostruzione dei nostri beni archeologici, ed in effetti questa pubblicazione e' soprattutto utile perche', come scrive lo stesso editore nella nota introduttiva: "Della Magna Grecia non vi e' chi non conosca il mito, chi non senta il fascino, chi non distingua l'importanza nel determinare le nostre radici. E' li' che si fonda uno dei piu' forti fattori della nostra identita', e' li' che si radica l'idea stessa di "Occidente". [...] Poche altre parti del mondo possono vantare un territorio a cosi' alta densita' archeologica. Pochissime lo stesso equilibrio tra natura e cultura. E non si tratta di astruserie a disposizione di qualche polveroso specialista. Si tratta di grandi e stupefacenti bellezze, alla portata di chiunque abbia mente e cuore per vederle". Qui ci soffermeremo, in maniera schematica, solo su alcuni dei siti riportati sulla guida, scelti forse tra quelli meno conosciuti ma non per questo meno importanti. Ne abbiamo scelto cinque: Laos, Medma o Mesma, Tiriolo, Petelia e Lagaria, per tutti gli altri, e per ragguagli circa i musei presenti in Calabria, rimandiamo i lettori alle due schede esplicative pubblicate di fianco (nel supporto cartaceo). La citta' di Laos (che e' situata tra i fiumi Lao e Abatemarco), risale alla meta' del VI secolo a.C. ed ha origini sibaritidi. Le testimonianze archeologiche provenienti da questo sito sono divise tra il Museo Nazionale di Reggio Calabria, dove si trovano esposti oggetti in oro, argento, ferro, bronzo e terracotta, un'armatura in bronzo completa e un diadema in oro, e l'Antiquarium Torre Cimalonga di Scalea, dove e' allestita una mostra permanente di reperti archeologici provenienti dalla citta' antica. La colonia di Medma (Mesma era l'altro nome con cui era nota la citta'), fondata nel 600 a.C. circa dai Locresi con l'obiettivo di espandersi verso il Tirreno e ottenere il controllo territoriale, e' stata identificata nel 1910 da Paolo Orsi presso Rosarno (RC). Le produzioni artistiche tipiche di Medma, le statuette fittili (cioe' di terracotta) e le arule, si possono ammirare nei Musei Archeologici di Nicotera, Reggio Calabria e Crotone. Su un'altura che domina le valli dei fiumi Corace e Amato si trovano i resti di Tiriolo, il cui primo insediamento risale addirittura all'eta' neolitica. Le testimonianze provenienti dalla zona si trovano nell'Antiquarium Comunale della Tiriolo moderna, mentre l'iscrizione originale del Senatus Consultum de Bacchanalibus (una tavola in bronzo che testimonia le difficolta' della citta' quando, a causa della sua alleanza con Cartagine e dopo la sconfitta di Annibale, pass˜ sotto il controllo di Roma) e' custodita nel Kunsthistorisches Museum di Vienna. Resti di una "metropoli" si trovano presso la foce del fiume Neto, e l'identificazione di questi resti con Petelia (Strongoli, KR), capitale dei Lucani, e' testimoniata dal ritrovamento di epigrafi romane d'eta' imperiale dove e' riportato il nome della cittˆ. Le epigrafi si trovano al Museo di Crotone; altri reperti sono divisi tra vari musei: frammenti della statua bronzea di Manio Meganio a Catanzaro; un'anfora a vernice nera ed alcune epigrafi a Reggio Calabria e una laminetta aurea con testo orfico al British Museum di Londra. La fondazione della fortezza di Lagaria (Amendolara, CS) ci viene tramandata da Strabone ad opera di Epeio, il costruttore del cavallo di Troia, che proprio qui, nei pressi di un tempio dedicato ad Atena avrebbe nascosto gli utensili che gli erano serviti per la costruzione del cavallo. Durante gli scavi, nelle case sono state rinvenute delle fornaci e molti pesi di telaio che testimonierebbero un'intensa attivita' produttiva si tessile che di ceramiche. I materiali provenienti da questo sito sono raccolti nel Museo Archeologico "V. Laviola" recentemente ristrutturato.




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