di Giuseppe Muraca
In questi ultimi anni la fama e la popolarità di Norberto Bobbio sono andati via via
aumentando. Ciò deriva in primo luogo dal fatto che dopo il crollo del socialismo
reale egli viene unanimemente considerato uno dei pochi maestri insostituibili della
cultura contemporanea, che si sono impegnanti costantemente a favore della libertà e della
democrazia: come non ricordare il successo del volumetto Destra e sinistra (Roma,
Donzelli 1994), venduto in centinaia di migliaia di copie e diventato una sorta di
vademecum per molti militanti ed elettori della sinistra democratica, e, ancora, i numerosi
studi usciti di recente sulla sua opera. Persino molti critici e avversari lo considerano
una sorta di <<papa laico>>, celebrato e osannato per la sua coerenza e il suo antagonismo allo stalinismo, al togliattismo e al vecchio PCI. Così Bobbio rischia,
suo malgrado, di diventare un filosofo alla moda, sovente letto e citato acriticamente.
Ma al di là di questi aspetti magari estemporanei, rimane il fatto che il filosofo
torinese deve essere considerato, senza alcun dubbio, una delle figure centrali della
cultura italiana ed europea del Novecento, con un'opera vasta e di grande complessità che ha affrontato tematiche molto rilevanti e interessato diversi ambiti culturali
tra di loro complementari e inter-dipendenti (la politica, la filosofia e la teoria
del diritto, la storia della cultura, l'attività editoriale, ecc.).
Sin da giovanissimo Bobbio si è impegnato attivamente contro il regime fascista
iscrivendosi al Partito d'Azione e partecipando all'attività clandestina e collaborando
sin dagli anni Trenta con quel gruppo di intellettuali che ha contribuito alla fondazione della casa editrice Einaudi. Nel dopoguerra ha poi per lungo tempo aderito al
Partito socialista e il suo impegno politico e culturale è stato costantemente rivolto
al rinnovamento della cultura e della società del nostro paese, e spesso le sue prese
di posizione hanno provocato delle accese discussioni, fra le quali ricordiamo quella
su "comunismo e stalinismo", della metà degli anni Cinquanta, e quella di vent'anni
dopo su "democrazia e socialismo".
In questi ultimi anni sono usciti numerosi studi che hanno affrontato l'opera di
Bobbio nei suoi vari aspetti, ma l'agile monografia che il giovane studioso calabrese
Tommaso Greco, Norberto Bobbio. Un itinerario intellettuale tra filosofia e politica
(Roma, Donzelli, 2000), gli ha da poco dedicato si sforza di studiare il suo pensiero
in una ottica diversa da quella corrente, presentando non pochi elementi di indubbia
novità. Fondamentalmente due sono gli aspetti che più caratterizzano quest'opera.
Innanzitutto, bisogna tener presente che questo libro non è il risultato di una trattazione
sistematica dell'opera di Bobbio, bensì è una riflessione su alcune categorie-chiave
della sua lunga attività e della sua produzione teorica, e in particolar modo sul
rapporto fra autorità e libertà, fra cittadino e potere, fra democrazia e socialismo.
Questa scelta presuppone la <<convinzione che sia possibile ricostruire unitariamente
un'opera che appare estrinsecamente assai frammentaria>>, molto complessa e articolata, e che gli <<scritti di filosofia, di teoria e filosofia del diritto, di filosofia
politica, di storia delle dottrine politiche, di storia della cultura, di cultura
militante costituiscono parti coerenti di un unico grande disegno>> (Premessa, p.
IX), di un percorso di rara integrità etica e politica, che pur con continui arricchimenti,
risulta abbastanza lineare, unitario ed omogeneo.
L'altro aspetto inconsueto di questo libro sta nel fatto che l'analisi di Greco,
pur considerando rilevante la frattura avvenuta nel percorso intellettuale di Bobbio
durante la resistenza, inizia dai primi scritti giovanili degli anni Trenta, contraddicendo in gran parte il convincimento degli studiosi e dello stesso filosofo che hanno
trascurato la fase prebellica considerandola di scarsa importanza, semplicemente
una tappa preistorica. In realtà, come sottolinea e chiarisce Greco, la drammatica
esperienza della dittatura fascista ha rappresentato, non soltanto sul piano strettamente
umano ma anche su quello intellettuale e morale, un'imprescindibile esperienza da
cui il filosofo torinese è continuamente partito per una definizione dei termini
teorici e politici di una moderna <<democrazia liberale>>. Infatti, ciò che ha caratterizzato
la lunga riflessione di Norbetto Bobbio è la critica serrata e il netto rifiuto di
qualsiasi forma di totalitarismo e di dogmatismo. Non a caso, quasi a conclusione
del suo lungo itinerario intellettuale, in occasione della recente assegnazione della laurea
honoris causa da parte dell'Università autonoma di Madrid, egli ha ribadito che <<il
modello ideale dell'incontro tra diritto e potere è lo stato democratico di diritto,
cioè lo stato in cui attraverso le leggi fondamentali non vi è potere dal più alto
al più basso che non sia sottoposto a norme, non sia regolato dal diritto, e in cui,
nello stesso tempo, la legittimità dell'intero sistema di norme deriva in ultima
istanza dal consenso attivo dei cittadini>>. Come si vede, si tratta di una precisazione
di fondamentale importanza sul tema che non è solo da considerare il filo rosso del
suo lungo iter intellettuale ma ha rappresentato il fulcro intorno al quale si è
sviluppato tutto il dibattito teorico-politico contemporaneo, la formazione e il consolidamento
di un moderno sistema politico democratico, che si basa sulla partecipazione attiva
dei cittadini e delle masse popolari.
Tommaso Greco nel suo libro segue tappa dopo tappa le diverse fasi della riflessione
di Bobbio, ponendo in evidenza la rara coerenza morale e intellettuale del filosofo
torinese, di cui disegna un ritratto molto ben definito e per molti versi suggestivo. Certo, il discorso di Greco dà per scontanta la conoscenza da parte del lettore
del pensiero di Bobbio, ma questo limite, diciamo così, viene ben compensato dall'uso
di uno stile nitido e godibile, cioè non strettamente specialistico e accessibile
a tutti, persino a coloro che di Bobbio hanno letto poco o niente e che hanno scarsa dimestichezza
con il linguaggio della filosofia, del diritto e del pensiero politico.
Tommaso Greco, Norberto Bobbio. Un itinerario intellettuale tra filosofia e politica, Roma, Donzelli 2000, 25.000.