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L'altra pittura in Calabria

di Tommaso Pucci


Gli anni Ottanta hanno segnato una trasformazione profonda nella valutazione dell'arte e della ricerca artistica in Calabria. E' cambiato l'atteggiamento della ricerca storica e delle scienze sociali e di conseguenza la valutazione del posto e del ruolo della Calabria nell'arte contemporanea.
Su questo versante il punto di rottura inizia a partire dal 1984 con la nascita dei post-meridionali. E' indubbiamente l'esperienza di questi a segnare una svolta nel modo di analizzare e di giudicare la Calabria.
Non è certo questo il luogo per una ricostruzione dei mutamenti culturali degli ultimi vent'anni sul tema Calabria, mi limito a schizzare alcuni percorsi essenziali, consapevole che in questa vicenda ci sono altri protagonisti che meritano una giusta collocazione nella storia artistica calabrese; penso alle Accademie di Belle Arti di Catanzaro e Reggio Calabria ed alle tante gallerie ed associazioni culturali che sono nate spesso scoordinate e sconosciute le une alle altre, ma vitali e creative; basti citare lo studio "Garage" di Catanzaro, il laboratorio d'arte di Reggio Calabria, i magazzini "Voltaire" ed il centro "Angelo Savelli" di Lamezia Terme.
Non c'è dubbio che in questa storia recente un posto particolare merita "Arte e dintorni" (Ed. Effesette, Cosenza) di Tonino Sicoli, un testo che raccoglie scritti, articoli vari che riguardano tutti gli artisti che hanno superato la concezione del meridionalismo tradizionale, vale a dire denunciatario, subalterno e legato al destino dell'immigrante emarginato. L'artista meridionale al lamento (estatico) sostituisce la pratica del sapere "nuovo", naviga in Internet, ha contatti e collegamenti con le realtà culturali esterne, cerca il confronto con i modelli più avanzati, l'artista del duemila si muove sullo stesso versante tematico inaugurato da "Arte e dintorni", ma lo fa con divertimento critico, demolendo tanti luoghi comuni e stereotipi con cui è rappresentata e semplificata la realtà della regione.
L'artista interpreta quei comportamenti, valori, attitudini denunciati a piaghe della Calabria come punti di forza di una ritrovata identità, segnavia di un possibile nuovo sentiero del futuro. Ogni artista è un collezionista di immagine, in Calabria la pittura è più viva che mai.
La pittura digitale o di pennello è per ciascun artista la sopravvivenza del codice materno! Esiste, secondo me, tra pittura e madre una sotterranea parentela. La pittura per l'artista è un attaccamento, è un legame simile all'archetipo materno. L'Italia, capitale della cultura pittorica, dovrebbe rilanciare la centralità della figura madre-pittura con la riscoperta degli aspetti emotivi e femminili dell'esistenza per questa grande sperimentazione culturale.
La Calabria è luogo ideale (più di ogni altra regione italiana) perché qui l'archetipo è più radicato e ogni artista può incessantemente inventare, ampliare e rinnovare la "morbida sensualità" e il desiderio di abbellire la vita con la ragione e la felicità.



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