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Telematica Pubblica per Tutti

di Walter Belmonte




I processi di innovazione tecnologica dati dall'utilizzo dell'informatica, l'unione con il settore delle telecomunicazioni, e, da qui la telematica, sollevano problematiche ed innestano processi di mutamento che si ricollegano strettamente alla sfera sociale, politica, economica e culturale. I processi di innovazione sociale, delineati dall'incremento d'uso crescente della telematica e dal trattamento numerico delle informazioni, delle conoscenze, suscitano riflessioni e possibili proposte da ambientare nel nostro 'paesaggio mediatico', come ulteriore acquisizione di pratiche in grado di portare alla luce e ottimizzare nuove risorse per il Terzo Millennio. L'innovazione tecnologica deve essere strettamente collegata a processi di innovazione sociale. In tal senso la telematica, la connessione del computer tramite modem, collegato alla rete mondiale e planetaria chiamata Internet ( la rete che ingloba altre reti di trasmissione e comunicazione bidirezionale ed interattiva, dove l'utente non e' solo 'ricevitore' passivo, ma e' anche 'produttore') delinea dei nuovi processi su cui riflettere. E' dal contesto culturale, dal come lo si organizza o come si tenta di organizzarlo che parte questa nuova possibilita'. Il termine cultura, riposa su diverse accezioni, ma si puo' essere d'accordo con la definizione che di essa offre il sociologo francese Alain Touraine: "il modo in cui una collettivita' organizza le sue relazioni con il suo ambiente" dove per ambiente, possiamo intendere il paesaggio architettonico circostante, quello naturale, quello ecologico, ma anche l''ambiance', 'l'atmosfera che respiriamo' in relazione alle nostre capacita' cognitive di interpretazione delle realta' circostanti che formano il nostro habitat culturale. In un senso piu' ampio, di solidarieta', di usi, di tradizioni, di identita' ed appartenenza ad una 'comunita' (culturale)' di riferimento.
Il contesto storico-sociale contemporaneo, detto post-industriale, ci riporta a fattori di rivalutazione dei beni immateriali. La conoscenza, i saperi ridiventano fondamentali e di primaria importanza. I beni materiali, tipici della societa' industriale, non vengono eliminati ma si ricollegano a quelli immateriali, valore aggiunto di beni e servizi. L'innovazione tecnologica diventa un fattore che incentiva, veicola, velocizza gli scambi di beni immateriali. L'informatica, la telematica aprono nuovi scenari nel trattamento e nell'utilizzo dell'informazione e delle conoscenze come risorsa. Le disparita' sociali non vengono eliminate in questo contesto, ma possono divenire piu' marcate se alle modalita' di alfabetizzazione tradizionale non si affianca un processo di alfabetizzazione informatica e telematica generalizzato. In questo senso, le istituzioni pubbliche, in particolar modo gli Enti Locali, potrebbero adoprarsi per rivalutare, modulare degli interventi che vanno in questa direzione. Solitamente nell'utilizzare la rete telematica, avviene questo processo: si collega il proprio computer alla rete telefonica tramite un modem, ed un fornitore del servizio ci da' la possibilita' di connetterci ad Internet. Come si puo' usufruire di questa possibilita' che la tecnologia ci offre senza creare nuove disparita' sociali?
Primo, si potrebbe dare la possibilita' a tutti i cittadini, tramite l'intervento degli Enti Locali, di utilizzare delle piattaforme tecnologiche (computer) connesse alla rete telematica dislocate nei vari quartieri della citta'.
Secondo, i costi di gestione possono essere colmati e contenuti, inserendo delle piccole pubblicita' su alcune pagine informative locali, piccoli riquadri che non invadono la 'pagina elettronica-madre', ma che danno informazioni su un determinato prodotto, meglio se locale. Ad esempio, mi collego alla 'pagina elettronica' di un Ente Pubblico o di una Associazione, leggo le informazioni che mi interessano e trovo in un piccolo riquadro una pubblicita'. Volendo, digito o "clicco" col mouse su quello spazio, ed ho un'ulteriore informazione su quel dato prodotto. In questo modo, ho usufruito di un servizio pubblico, collegandomi e leggendo cio' che mi interessa di quell'Ente Istituzionale.
Terzo, si potrebbero istituire delle Agenzie di Quartiere che censiscono tutte le professioni, i mestieri ed immettere le informazioni sulla rete telematica. Ad esempio, occorre un idraulico, ed ecco che sono disponibili in rete i nominativi di quelli presenti nel quartiere in cui si abita; si ha bisogno per i ragazzi di lezioni di ripetizione, ed ecco la lista dei professori presenti nel quartiere; occorre un medico o un infermiere al momento giusto, si puo' controllare la lista a disposizione, e cosi' via.
Quarto, si potrebbero al meglio gestire questi ipotetici punti telematici istituendo dei corsi di formazione o di aggiornamento da affidare a giovani laureati (secondo i dati piu' recenti, il 7% della popolazione calabrese e' laureata) non solo per gli aspetti prettamente tecnici (il come si fa), ma anche per organizzare meglio i dati testuali, le conoscenze e le informazioni che sono in rete (Internet), in ambiti specifici, nella valorizzazione di beni locali da immettere sulla rete telematica. Inoltre, si potrebbero concedere dei salari di cittadinanza per questi lavori socialmente utili. L'enorme mole di informazione digitale potrebbe apparire informe se non adeguatamente elaborata. Occorrerebbe, cosi', istituire altri Centri, altri Laboratori Pubblici, a disposizione della comunita' di quartiere, dove la creativita' dovrebbe essere stimolata.
Centri, laboratori sociali pubblici, dove la musica, la poesia, le arti pittoriche e figurative dovrebbero servire da stimolo ulteriore per dirigere processi creativi e di elaborazione. Solo stimolando la creativita' possiamo utilizzare al meglio informazioni e conoscenze. Cosi', come negli anni Cinquanta, alcuni intellettuali e politici meridionali si battevano per portare 'l'energia elettrica' a tutti, ridiventa oggi fondamentale - anche per una sorta di eredita' culturale - portare 'l'energia elettronica' a tutti.
In molti, oggi, parlano della cablizzazione, come se la 'rivoluzione digitale' non fosse possibile senza la cablizzazione. Questa, non e' altro che la sostituzione dei vecchi cavi coassiali della rete telefonica (fatta di fili di rame) con cavi in fibre ottiche, sottili tubicini di vetro che per un effetto di rifrazione utilizzano la luce per la trasmissione (energia fotonica). Gia' la Telecom sta sostituendo le linee coassiali con quelle in fibre ottiche, ma questo processo e' iniziato solo nelle grandi metropoli del Nord. Ancora una volta, il Sud si ritrovera' in forte disparita'. Dunque, se anche la C.E.E. o i paesi del G7 indicano in prospettiva la creazione delle 'Autostrade dell'Informazione', noi, qui al Sud, dovremmo almeno utilizzare le 'Mulattiere dell'Informazione', cioe' i cavi coassiali, sicuramente piu' lenti nella trasmissione, ma gia' presenti su tutto il territorio.
Veicolare i beni immateriali tramite l'energia elettronica (in attesa di quella fotonica), puo' rappresentare la possibilita' di agganciarci ad un futuro che e' gia' presente. Tutte le fasce sociali, senza disparita' ed esclusione, potrebbero accedere a nuovi processi di innovazione in cui le risorse locali si rivalutano in un contesto planetario.



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