Nel caso della Calabria si deve
presupporre una quasi totale scomparsa in epoca medioevale del lessico
nautico e piu' generalmente marinaresco e la sua ripresa post-medioevale,
con prestiti da altre fonti, romanze e non. Le cause sono ovviamente storico-politico-militari:
l'abbandono delle coste da parte dei Calabresi, per le scorrerie saracene
e arabe durante il Medioevo. Numerose sono le storie particolari; ad esempio
la Locri storica viene abbandonata, anche se il nome rimane per la diocesi
cristiana molto piu' a lungo. Diviene poi Gerace per lo spostamento dalla
marina in un sito piu' difendibile; piu' tardi avviene la ridiscesa a Gerace
Marina che prenderˆ l'antico nome di Locri nel ventennio fascista, anche
se non vi e' affatto corrispondenza con la Locri antica. Un altro esempio
e' quello della Squillace antica, abbandonata per motivi di indifendibilitˆ
(le sue rovine si trovano sotto l'odierna Roccelletta), che diventa poi
Squillace, borgo collinare maggiormente difendibile nel Medioevo. In un
terzo momento avviene il graduale abbandono di Squillace, come centro amministrativo
ed ecclesiastico, data la sua immediata e facile collegabilitˆ, tramite
la Via Popilia, con Cosenza, Napoli e con Roma stessa, a favore di una
nuova fondazione nel Duecento a Catanzaro, ampliamento rispetto a Rocca
Falluc[c]a e alla Grecia dei bizantini, che diventa centro amministrativo
e diocesano, data la sua posizione collinare, la sua distanza dal mare
e il fatto di non avere accessi interni alle grosse reti stradali romane
che avrebbero permesso facile ingresso a conquistatori medioevali (Arabi
ecc.). Il toponimo di Rocca Falluc[c]a, che diviene piu' tardi la Catanzaro
post-medioevale, e' presente giˆ in Trinchera per l'anno 1214 come r—gkaz
tou fallukou, dal cognome normanno dei feudatari, presente prima come Fol—gaz
in testi del 1102, appena 44 anni dopo la vittoria del Conte Ruggero a
Messina, mentre nel De rebus gestis Rogerii Calabri* et Sicili* comitis
(lib. 4 capp. IX, X) la troviamo denominata Rocca nel 1088 come feudo di
Mihera Çfilius Hugonis FallocÈ [nel cap. IX vi e' la stretta
associazione Catanzarium et Roccam, forse la prima apparsa in assoluto
del nome "Catanzaro" nel 1087-88]. Come cognome di piccola nobiltˆ "marinara"
esso potrebbe rivelarsi esito di quella voce Hulca ÇliburnaÈ,
Çnavis onerariaÈ (con H- ri-interpretato come F- prima dai
Normanni, poi dai Calabresi), nome della famiglia che per prima ha costruito
una piccola roccaforte su quel sito. Il nome di "Squillace" rimane a lungo
quello della diocesi cristiana, come nel caso di Locri. Il toponimo Catanzaro
rimane, invece, l'unico relativo ad un insediamento urbano calabrese di
certe dimensioni di chiara origine araba (G. Alessio, Saggio di Toponomastica
Calabrese, G. Rohlfs, Dizionario toponomastico e onomastico della Calabria).
La storia calabrese e' stracolma
di incidenti simili, anche se l'unico Emirato arabo fisso sulle coste di
calabresi fu quello di Amantea, continua fonte di vessazione per Cosenza.
E' stato soltanto dopo la battaglia di Trebisacce nel Quattrocento, e poi,
dopo la vittoria dei Veneziani a Lepanto, che le coste non fortificate
della Calabria ripresero la loro agibilita' e i Calabresi una nuova dimestichezza
con le cose di mare, dopo tanto tempo.
Le implicazioni che queste vicende hanno avuto sul piano storico, riguardano ovviamente gli studiosi di tale disciplina. Come studioso della lingua, in tutti i suoi molteplici aspetti, vorrei riportare l'attenzione, soprattutto di chi con la lingua ha un rapporto di fruizione, spesso distratta da altri problemi, sull'importanza di coniugare discipline, solo apparentemente lontane, per disegnare il quadro dei rapporti tra storia, cultura, societa', magari col prezioso tramite della lingua.