Carissimo,
il rilancio del centrosinistra ha sempre rappresentato, per questa segreteria, una
priorità assoluta. In queste settimane il nostro impegno si va intensificando, e
se ne vedono i primi frutti. Proprio ieri abbiamo trovato un accordo sul nome da
dare al centrosinistra per il prossimo anno: "L'Ulivo - Insieme per l'Italia".
Non si tratta di una pura questione nominalistica. Mi pare che dietro questa soluzione
emerga la volontà di non svendere tutto ciò che è stato fatto in questi anni di governo,
ma, anzi, risulta chiaro il progetto di continuare sulla strada delle riforme e della modernizzazione del Paese, con un occhio rivolto ai limiti ma soprattutto ai
successi dell'azione di governo del centrosinistra dal '96 ad oggi.
Non ho mai ritenuto che il problema fosse di "andare più a sinistra", perché ritengo
che il profilo riformatore del Democratici di sinistra sia stato esaltato da questi
anni di governo, né penso che oggi si possano riproporre, nella lettura del mutamento
sociale, vecchi sistemi di classe.
Tu parli di un "compromesso politico-sociale" per una modernizzazione qualificata.
Non hai torto. L'Ulivo nel '96 vinse le elezioni proprio perché presentò agli italiani
un accordo credibile: l'Europa e il risanamento (i sacrifici), la stabilità e la
modernizzazione del Paese (i benefici). Abbiamo rispettato quel patto in gran parte, con
luci e ombre e senza portare ogni cosa a conclusione, ma, possiamo affermarlo senz'altro,
cambiando profondamente l'Italia in meglio.
Oggi quello che serve è la proposizione di un altro patto con gli italiani, altrettanto
credibile e ambizioso. Il patto dello sviluppo equilibrato e sostenibile e della
equa distribuzione sociale e territoriale dei frutti dello sviluppo. Un patto che
non è credibile se proposto dagli alfieri del liberismo senza ostacoli: oggi più di ieri
la realtà produttiva, e in particolare il tessuto diffuso di PMI tipico del nostro
Paese, ha bisogno di qualità sociale. non c'è crescita economica possibile senza
un sistema pubblico di formazione adeguato, senza una politica forte di pubblici servizi (trasporti,
reti, comunicazioni), senza un impegno forte nei servizi sociali locali e senza una
profonda riforma del sistema di protezione sociale di impostazione fordista, che deve soprattutto mirare alla salvaguardia degli standard europei di qualità della
vita.
Un sistema produttivo più competitivo e moderno, una società più coesa e ricca (non
solo in termini materiali), uno sviluppo economico e sociale che deve fare della
qualità la sua unità di misura. Io non vedo qualità al di fuori di un coerente progetto
riformista; la forza del centrosinistra sarà nella sua capacità di rappresentare credibilmente
questo progetto.
Ti ringrazio per la tue puntuali osservazioni. Come vedi, esse sono parte delle nostre
riflessioni.
Un caro saluto
Walter Veltroni