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Risposta di Walter Veltroni alla proposta politica di Paolo degli Espinosa


Carissimo,
il rilancio del centrosinistra ha sempre rappresentato, per questa segreteria, una priorità assoluta. In queste settimane il nostro impegno si va intensificando, e se ne vedono i primi frutti. Proprio ieri abbiamo trovato un accordo sul nome da dare al centrosinistra per il prossimo anno: "L'Ulivo - Insieme per l'Italia".
Non si tratta di una pura questione nominalistica. Mi pare che dietro questa soluzione emerga la volontà di non svendere tutto ciò che è stato fatto in questi anni di governo, ma, anzi, risulta chiaro il progetto di continuare sulla strada delle riforme e della modernizzazione del Paese, con un occhio rivolto ai limiti ma soprattutto ai successi dell'azione di governo del centrosinistra dal '96 ad oggi.
Non ho mai ritenuto che il problema fosse di "andare più a sinistra", perché ritengo che il profilo riformatore del Democratici di sinistra sia stato esaltato da questi anni di governo, né penso che oggi si possano riproporre, nella lettura del mutamento sociale, vecchi sistemi di classe.
Tu parli di un "compromesso politico-sociale" per una modernizzazione qualificata. Non hai torto. L'Ulivo nel '96 vinse le elezioni proprio perché presentò agli italiani un accordo credibile: l'Europa e il risanamento (i sacrifici), la stabilità e la modernizzazione del Paese (i benefici). Abbiamo rispettato quel patto in gran parte, con luci e ombre e senza portare ogni cosa a conclusione, ma, possiamo affermarlo senz'altro, cambiando profondamente l'Italia in meglio.
Oggi quello che serve è la proposizione di un altro patto con gli italiani, altrettanto credibile e ambizioso. Il patto dello sviluppo equilibrato e sostenibile e della equa distribuzione sociale e territoriale dei frutti dello sviluppo. Un patto che non è credibile se proposto dagli alfieri del liberismo senza ostacoli: oggi più di ieri la realtà produttiva, e in particolare il tessuto diffuso di PMI tipico del nostro Paese, ha bisogno di qualità sociale. non c'è crescita economica possibile senza un sistema pubblico di formazione adeguato, senza una politica forte di pubblici servizi (trasporti, reti, comunicazioni), senza un impegno forte nei servizi sociali locali e senza una profonda riforma del sistema di protezione sociale di impostazione fordista, che deve soprattutto mirare alla salvaguardia degli standard europei di qualità della vita.
Un sistema produttivo più competitivo e moderno, una società più coesa e ricca (non solo in termini materiali), uno sviluppo economico e sociale che deve fare della qualità la sua unità di misura. Io non vedo qualità al di fuori di un coerente progetto riformista; la forza del centrosinistra sarà nella sua capacità di rappresentare credibilmente questo progetto.
Ti ringrazio per la tue puntuali osservazioni. Come vedi, esse sono parte delle nostre riflessioni.

Un caro saluto
Walter Veltroni



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