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Una vittoria

di Mario Nasone

Una citta' che nelle ultime elezioni aveva sempre premiato i candidati del centro-destra ha inaspettatamente fatto vincere al primo turno Italo Falcomata', votando in contro-tendenza rispetto agli altri grandi comuni calabresi.
La ragione della vittoria di Falcomata' e' dovuta essenzialmente alla capacita' di trasmettere quel messaggio che i cittadini aspettavano: Reggio pu˜ essere amministrata. Per anni il compianto Saverio Pedulla' della Gazzetta del Sud ha scritto che Reggio era citta' del nulla, dove nessun programma, nessun progetto riusciva a concretizzarsi. La giunta Falcomata' agli occhi dei cittadini ha mostrato una inversione di tendenza, mandando, almeno in alcuni settori, segnali importanti di cambiamento e di efficienza; cio' e' successo soprattutto nella prima fase, quando si iniziarono le opere, ferme da anni, previste dal decreto-Reggio, per il quale fu istituito un assessorato ad hoc presieduto da Giuliano Quattrone, di "Insieme per la citta'", che si occupo' con efficacia anche del problema dell'aeroporto e del Lungomare chiudendo positivamente per la citta' un contenzioso ventennale con le Ferrovie dello Stato. Nel settore delle politiche sociali con Gianni Pensabene si avvio' un programma di iniziative fortemente innovative a cui si aggiunse il progetto Urban, per il risanamento economico-ambientale-sociale della periferia-nord della cittˆ, che riusci', vincendo la concorrenza di altri comuni italiani a far utilizzare per la prima volta i fondi della Comunita' europea a Reggio Calabria. Altri importanti successi si ottennero nel risanamento del bilancio comunale (per anni gravato da debiti fuori bilancio) grazie all'opera di Demetrio Pellican˜ e di Antonio Camera nel difficile settore della nettezza urbana. Questi ed altri significativi, pur se parziali, risultati non riuscirono pero' a salvare da una fine prematura questa esperienza politica che nell'ultima fase ha avuto una caduta verticale e una dissoluzione interna al centro-sinistra che la sorreggeva.
Nonostante il finale inglorioso, agli occhi dei cittadini di Reggio e' rimasta l'immagine positiva che questa amministrazione Falcomata' aveva trasmesso e sono stati perdonati e giustificati i tanti limiti ed errori che pur erano emersi e che furono denunciati anche all'interno della coalizione di centro-sinistra.
La vittoria di Falcomata' e' stata soprattutto una sua vittoria personale, come si evince dallo scarto di voti riportati dal Sindaco eletto e dallo schieramento di partiti che lo hanno sostenuto. Una grande manifestazione di fiducia alla sua persona che lo carica di una grande responsabilita'.

Ora si apre per la citta' una fase nuova, che puo' essere l'inizio di una grande stagione di cambiamento ma pu˜ anche portare nuovamente questa Giunta Falcomata' in quelle secche che l'avevano gia' fatto arenare. Per Reggio vale quanto affermato recentemente dalla figlia di Delors, Ministro del nuovo Governo francese: oggi essere realisti significa rinnovare profondamente le cose; per Reggio non e' piu' tempo di gradualismi del colpo al cerchio e alla botte; Falcomata', a chi in passato chi lo invitava a scelte coraggiose di discontinuitˆ e di rottura diceva: "vorrei, ma non posso, con questa farina posso fare solo questo pane": Oggi questo non vale piu', e' il Sindaco che con l'investitura popolare che ha avuto ha il potere di scegliere la squadra di assessori, ha la funzione di direzione politica e di coordinamento e pertanto non ha alibi di sorta. E Falcomata' scegliendo persone valide e competenti per il suo esecutivo (anche se andrebbe fatta una verifica su alcuni possibili conflitti d'interesse) ha iniziato con il passo giusto. Ma ci˜ e' solo l'inizio, perche' i problemi veri e i conflitti scatteranno nel momento in cui si metterˆ mano a quelle situazioni nelle quali finora non si e' potuto o voluto entrare; la burocrazia comunale e' uno di queste. E' il terreno su cui sono cresciuti privilegi, interessi, corporativismi e talvolta intrecci clientelari e mafiosi: e' opportuna intanto una rotazione dei dirigenti e poi l'avvio ai concorsi per la copertura degli organici (su 17 dirigenti ve ne sono in servizio solo 5). Va garantita l'attuazione della legge 241 sulla trasparenza amministrativa, l'attivazione degli istituti di partecipazione popolare, l'elezione del difensore civico, il decentramento amministrativo con le deleghe alle circoscrizioni. La legalita' non pu˜ essere uno slogan e nemmeno basta la pur significativa decisione di introdurre un assessorato ad hoc. Essa va riempita di contenuti e di comportamenti amministrativi coerenti. Durante la campagna elettorale Falcomatˆ ha firmato un documento su questi temi, che conteneva precise richieste ed impegni che ora vanno onorati (sapendo che in una cittˆ come Reggio certe scelte non saranno indolori ed apriranno conflitti anche all'interno delle forze di centro sinistra).
La speranza e' che non succeda come in passato, quando si e' scelta la via della mediazione ad oltranza precipitando nella palude del rinvio, del compromesso.
Terminata la luna di miele che si concede sempre ai vincitori delle elezioni certi nodo verranno al pettine e le contraddizioni esploderanno. Conoscendo bene diversi assessori della Giunta Falcomatˆ, non credo che accetteranno di avallare una linea continuista! Affinche' ci˜ non accada e' importante il ruolo che dovrˆ svolgere il variegato mondo del volontariato, dell'associazionismo educativo e culturale, della Chiesa, che in campagna elettorale hanno fatto pesare la loro presenza. Reggio e' ricca di queste iniziative che per˜ ora sono chiamate a fare un salto di qualitˆ, abbandonando la politica del proprio orticello e i collateralismi, per dimostrare di saper volare alto svolgendo una funzione di controllo, di coscienza critica e di partecipazione attiva ai problemi della Polis.
In questo senso e' emblematica l'esperienza di "Urban", un progetto elaborato da un gruppo di persone provenienti dal mondo dell'associazionismo e culturale e regalato alla comunitˆ, un fatto di partecipazione attiva alla riprogettazione della cittˆ che potrebbe essere ripetuto, valorizzando le grandi competenze e professionalitˆ che Reggio esprime.
Se e' vero che le politiche di sviluppo per la nostra regione dovranno essere endogene, dal basso, nella logica dei patti territoriali, e' questa la strada che a Reggio e non solo a Reggio dovra' essere percorsa se si vorra' realmente aprire una fase nuova di sviluppo, lavoro, democrazia e partecipazione.




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